Reggio Calabria: nuovo incontro da remoto sui fatti di Reggio del ’70. Presentazione del volume “1970: boia chi molla… a sedici anni!”

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Reggio Calabria: nuovo incontro da remoto sui fatti di Reggio del ’70. Presentazione del volume “1970: boia chi molla… a sedici anni!” di Enzo Rogolino

L’Italia introdusse le regioni nel suo ordinamento giuridico con la Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, che agli articoli 114 e 115 recitava: «La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni.» ed a seguito delle successive e recenti riforme l’ingresso nel dettato in argomento le Città Metropolitane. Successivamente, con l’approvazione della legge elettorale n. 108 del 17 febbraio 1968, diede inizio alla costituzione delle Regioni con la Legge 16 maggio 1970 n. 281 (“Provvedimento finanziari per l’attuazione delle Regioni a statuto ordinario”), c.d. legge finanziaria per le regioni a statuto ordinario. Con l’elezione dei Consigli Regionali del 1970 le Regioni entrarono nella storia istituzionale italiana, provvedendo subito alla propria fase costituente con l’approvazione degli Statuti. L’istituzionalizzazione delle nuove impalcature amministrative e della sede centrale non sortì le speranze collettive, anche per le scelte scaturite nelle sedi romane da parte dei potentati calabresi che stabilirono la sede sia del capoluogo che di quella universitaria che andarono così ad incidere sulla fragile realtà economica calabrese accentuandone il divario all’interno della stessa regione calabrese. Quelle scelte furono la causa di dissapori nei confronti del governo centrale e della nuova struttura amministrativa anche per il venir meno del programma che era stato garantito alla città di Reggio Calabria. Quelle preoccupazioni in riva allo Stretto si erano manifestate già in precedenza, come attestato dai vari consigli sia provinciali che comunali che a far data dal lontano 1948 facevano emergere da parte della classe politica e dirigenziale reggina forti preoccupazioni in tal senso. Il rapporto alla Città da parte del Sindaco Piero Battaglia, le prime manifestazioni di dissenso da parte dei reggini, che indipendentemente dalle classi sociali, idee politiche, scesero nelle strade, manifestando in modo pacifico il loro disappunto, ma nonostante quegli atteggiamenti pacifici da parte della gente, quelle manifestazioni vennero sedate in modo violento. A partire di quel 14 luglio del 1970 le strade, le piazze di Reggio Calabria si trasformarono il luoghi di violenti scontri che causarono la prima vittima, Bruno Labate, ferroviere iscritto alla CGIL, rivenuto cadavere nella tarda serata in una traversa del corso Garibaldi nella tarda serata del 15 luglio e le circostanze della sua morte non saranno mai chiarite. Quello che accadde a Reggio Calabria rappresentò uno dei periodi tra i più complessi che l’Italia repubblicana ebbe ad affrontare e la rivolta di Reggio rappresenta la ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine, denunce, danni per miliardi delle vecchie lire. Una situazione incontrollabile, degenerata dalle prime dure repressioni nei confronti dei partecipanti ad una serie di pacifici cortei, che ebbe il suo culmine con l’invio a Reggio Calabria, da parte del governo centrale, di continui e numerosi contingenti che ebbero il culmine con l’ingresso dei carri armati, gli M 13, che controllavano diversi punti di Reggio, per ristabilire l’ordine manu militari. Ciò che si visse in quel periodo nella parte più Meridionale della Penisola italiana, ricalcava apertamente quelle situazioni chi si verificarono, non i Paesi democratici, ma in aree sottoposte a dittature, come la giunta militare che governava la Grecia a far data dal 1967, diverse aree dell’America Latina, dove si susseguirono diversi regimi militari tra gli anni Sessanta e Settanta o ad altre tristi e sanguinose vicende che travolsero i territori facenti parti del Patto di Varsavia (blocco sovietico), come ad esempio Germania Est, Ungheria, Cecoslovacchia. Da queste premesse il nuovo incontro, organizzato da remoto, a cura del Circolo Culturale “L’Agorà” che, con la presentazione del volume “1970: boia chi molla… a sedici anni!” di Enzo Rogolino, continua il percorso esplorativo su Fatti di Reggio del 1970. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 23 aprile.

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