Reggio Calabria, murales per il 25 aprile. Il Circolo “L’Agorà”: “riferimento alla nostra richiesta inviata nel 2019”

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Reggio Calabria, murales per il 25 aprile. Il Circolo “L’Agorà”: “riferimento alla nostra richiesta inviata nel 2019 e senza risposte da parte dell’amministrazione comunale”

“Si apprende a mezzo stampa che in occasione del prossimo 25 aprile verranno presentate alla cittadinanza due opere che saranno realizzate da due noti street artist di chiara fama. Fino a qui nulla di eccepire in tal senso alle due iniziative artistiche che raffigureranno Pasquale Brancatisano alias “Malerba”, partigiano di Samo, e Teresa Gullace. Nella nota congiunta inoltrata dall’Amministrazione Comunale e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria viene riportato che i due grandi murales, ubicati nella zona Sud della Città, saranno “dedicati a quanti, col loro impegno ed il loro sacrificio, hanno contribuito a rendere l’Italia terra di civiltà e democrazia”. Piace ricordare a qualcuno che questo 25 aprile ricade nel settantaseiesimo anniversario e che a distanza di quasi un anno da quel 1945, il 22 aprile del 1946, il giovane governo della Repubblica italiana, guidato da Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi,  deliberò la data del 25 aprile come “festa nazionale” e, sarebbe bello che un giorno questa data, fosse quella della riappacificazione nazionale. Sono trascorsi appena 76 anni da quegli eventi dove quanti “col loro impegno ed il loro sacrificio, hanno contribuito a rendere l’Italia terra di civiltà e democrazia”, ma i “quanti” non sono numeri ma persone che vanno e devono essere ricordate, anche tenuto conto che si parla tanto, in questa città, di radici, di memoria storica, ma a volte queste “enunciazioni”, sembrano essere slogans di facciata e non altro. Il contributo del Mezzogiorno dato alla guerra di Liberazione fu notevole ed i meridionali che militarono nelle formazioni partigiane sulle Alpi e sugli Appennini furono almeno un quaranta per cento, come ebbe ad affermare nell’immediato dopoguerra lo storico piemontese Augusto Monti”, è quanto scrive in una nota il Circolo culturale “L’Agorà”. Sulla base di questi dati il Circolo Culturale, come da intenti statutari, “ha storicamente effettuato un percorso di ricerca anche a riguardo il Novecento, analizzando documenti, vari atti, confrontandosi con i parenti di coloro che“col loro impegno ed il loro sacrificio, hanno contribuito a rendere l’Italia terra di civiltà e democrazia”. Piace ricordare a noi stessi quel che accadde nel settembre del 1943 a Cefalonia, dove vennero massacrati dalle truppe naziste 6.500 militari italiani di ogni ordine e grado. Molti furono i caduti reggini tra i quali il sottotenente Silvio Dattola, il tenente Ugo Correale di Santacroce di Siderno Marina, il capitano Giuseppe Bagnato, fucilato nella “casetta rossa”, Francesco Quattrone, ufficiale di fanteria al 17° reggimento, morto in combattimento. Altri reggini hanno combattuto sul fronte interno della Penisola italiana, soprattutto nell’area settentrionale, come Bruno Tuscano, comandante della Colonna Partigiana Giustizia e Libertà “Renzo Giua” che assumendosi le responsabilità di un’azione militare  salvò la vita ad i suoi uomini, ed i cui funerali vennero  svolti proprio nel Tempio della Vittoria il 4 novembre del 1946, davanti alle autorità del periodo. Si ricordano anche Domenico  Pennestri, fucilato a Porto Edda (Albania), il carabiniere Fortunato Caccamo, accusato dai tedeschi di spionaggio, venne torturato in Via Tasso e poi dopo un sommario processo fucilato nel forte Boccea (Roma) il 3 giugno 1944, Giuseppe Spataro, passato per le armi a Genova il 15 gennaio del 1945, Consolato Laganà (TITO) facente parte della Brigata Garibaldi “Ugo Battacin” del CVL di Treviso caduto in combattimento il 29 aprile del 1945, Luigi Barone, facente parte dei GAP caduto in combattimento il 29 aprile 1944 nell’area dei Casali Paparatti presso Palanuova di Udine, Ezio De Stefano (SAMOS) che cadde mortalmente in un conflitto a fuoco il 22 dicembre del 1944 contro reparti delle S.S. tedesche nell’area del Tagliamento. Tanti sono i nomi dei nostri concittadini che non fecero rientro nei luoghi che li videro crescere, perché con il“loro impegno ed il loro sacrificio, hanno contribuito a rendere l’Italia terra di civiltà e democrazia”, eppure non vi è un luogo pubblico che li ricordi.  Così come non vi è, sempre a Reggio Calabria, un luogo pubblico che ricordi, anche alle nuove e future generazioni, Teresa Talotta in Gullace di Cittanova, uccisa a Roma da un soldato tedesco, mentre tentava di raggiungere il proprio coniuge Girolamo. Questa Associazione aveva inoltrato apposita richiesta ufficiale, inviata a mezzo PEC (13 agosto 2019) indirizzata all’intitolazione di un luogo pubblico a Teresa Talotta Gullace, reggina, vittima della resistenza, ovviamente senza ricevere nessun riscontro. Il nome di Teresa Talotta Gullace, insieme a coloro  che con il“ loro impegno ed il loro sacrificio, hanno contribuito a rendere l’Italia terra di civiltà e democrazia”, risulta ancora assente nei luoghi pubblici della Città di Reggio Calabria, ma non sicuramente nelle linee programmatiche e negli intenti statutari, di chi, come la scrivente Associazione, opera, da sempre, in funzione della ricerca, della memoria storica (recupero e salvaguardia) e della Cultura, a volte questa sconosciuta. Detto impegno continua, da sempre, accompagnato da un silenzio assordante da parte delle istituzioni che dovrebbero invece essere particolarmente vicine a detti comportamenti classicamente culturali”, conclude la nota.

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