E’ stata inaugurata soltanto ieri la “panchina parlante” bianca dedicata ad Antonio Gramsci, dopo neppure 24 ore è stata imbrattata. Si sveglia così Reggio Calabria, con un gesto di inciviltà e frutto di ignoranza. Nelle mattinata del 25 aprile il Sindaco Giuseppe Falcomatà e alcuni membri della sua Giunta avevano presentato l’opera come simbolo della Resistenza e di lotta alle disuguaglianze, la panchina invece è diventata l’emblema di una città in cui vige l’arretratezza ed un forte sentimento di dissenso. Perché si può anche essere contro un’ideale o una determinata classe politica, ma certi gesti non possono essere accettati.
“Meno di 24 ore. È il tempo che è passato prima che qualcuno imbrattasse la panchina dedicata ad Antonio Gramsci e posizionata proprio ieri mattina. E ci hanno lasciato pure la firma. D’altra parte solo dei “wc” potevano arrivare a tanto”. E’ quanto scrive sui social il Sindaco Giuseppe Falcomatà. “La panchina è stata già ripulita grazie all’intervento dei lavoratori di Avr. Per pulire la coscienza di chi l’ha imbrattata ci vorrà molto di più (ammesso che ce l’abbiano). Buon inizio settimana Reggio”, conclude il primo cittadino.
“Sdegno e compassione” sono i sentimenti che esprimono assessori comunali e consiglieri comunali di maggioranza verso chi, la scorsa notte, ha imbrattato la panchina che, installata ieri nei pressi di Piazza Castello, riporta una frase di Antonio Gramsci. “Sdegno – scrivono – perché, quando si colpisce un bene pubblico, si colpisce l’intera città e non chi l’amministra. Compassione, invece, perché, con questi gesti meschini e frutto di un’evidente frustrazione, qualcuno prova a ritagliarsi un rigo su un giornale dopo che la storia ed il pensiero di grandi uomini, come Antonio Gramsci, hanno messo al bando i reati e l’abominio che rappresentano i pilastri flaccidi della loro vanagloria antisociale e antistorica”. “La panchina – spiegano – è stata immediatamente ripulita. Ciò che resterà indelebilmente sporca, ammesso che ne abbiano una, sarà certamente la coscienza di chi approfitta delle tenebre, nella perfetta tradizione fascista, per attaccare idee di libertà, giustizia, uguaglianza, democrazia, tolleranza e accoglienza incarnate nella lotta di coloro che hanno contribuito a liberare il nostro Paese dai crimini e dal giogo nazifascista. Ogni giorno, per Reggio Calabria, sarà 25 aprile perché la città si riconosce e vive nei valori espressi dalla nostra bella Costituzione”. “Ovviamente – concludono – nel condannare aspramente il vile atto vandalico, rilanciamo con forza le parole di Antonio Gramsci vergate sulla panchina parlante: ‘Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano’. Chi non le condivide resta libero di dissociarsi, nelle forme consentite dalla legge, grazie solo e soltanto al sacrificio di donne e uomini che, il 25 aprile del 1945, ci hanno consegnato un Paese libero, democratico e per sempre antifascista”.