IoApro, l’incontro col Governo e la censura di Facebook: “Non ci arrendiamo, se non rispetteranno le promesse saremo di nuovo qui”

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Le parole degli esponenti del movimento IoApro dopo l’incontro avuto col Governo in seguito alla maxi protesta a Montecitorio per chiedere le riaperture

5 persone, 5 imprenditori, 5 padri di famiglia, 5 volti, 5 eroi che stanno combattendo per la propria categoria, mettendoci la faccia a nome di tutta Italia e della gente perbene. Sono i fondatori del movimento #IoApro, che con il passare dei mesi hanno raccolto sempre più consensi, fino a riempire ieri la piazza di Montecitorio a Roma per protestare contro le chiusure imposte dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Loro, gli esponenti di questo movimento, non sono violenti, delinquenti o fascisti come qualcuno tra i nostri colleghi ha voluto far passare, al netto di qualche infiltrato che nulla c’entrava con chi cerca solo di tornare a lavorare in sicurezza, perché non ce la fa più. Tre tra questi commercianti ieri pomeriggio sono stati accolti a Montecitorio per dialogare e portare la voce del popolo al Governo. Al termine dell’incontro, nella serata di ieri, tramite la pagina Facebook di #IoApro, hanno spiegato di cosa hanno discusso con alcuni esponenti politici.

Oggi è cambiata la storiadice nella diretta video Momi El Hawi, commerciante di Firenze – abbiamo dato un segnale: l’Italia c’è, le attività ci sono, il popolo c’è. Sulle immagini di me che tento di sfondare, personalmente mi hanno portato dentro la loro situazione, avevo le mani alzate, poi sono entrato in trance agonistica e mi sono difeso dalla manganellate, ci sono i segni. La polizia fa il proprio lavoro, anche se qualcuno avrebbe potuto fare qualche passo avanti. In ogni caso noi abbiamo dato un segnale, ora tocca a voi. Oggi c’erano 10 mila persone. Abbiamo chiesto di entrare in maniera civile, ci hanno detto di no, allora abbiamo chiesto che entrasse una delegazione di noi per chiedere le riaperture, ci hanno detto che ci stavano lavorando. E’ per questo che abbiamo cercato di forzare, con le mani in alto e senza alzarle addosso a nessuno. Ci hanno cancellato diverse dirette ma l’importante è che la stragrande maggioranza delle persone abbia visto tutto. Continuiamo avanti, con determinazione e coerenza”.

“Le nostre saranno sempre delle manifestazioni pacifiche – specifica poi Umberto Carriera di Pesaro – combattendo però per l’apertura di ogni attività. Abbiamo chiesto di andare nella piazza più grande e hanno detto di no. Siamo i primi ad essere esasperati. Abbiamo chiesto di parlare del Governo, ci hanno ascoltato e ci hanno fatto una promessa: entro 48 ore, entro giovedì, ci convocheranno in una cabina di regia per la riapertura delle attività. Domani (oggi, ndr) Fratelli d’Italia andrà in aula per chiedere questa cosa ai parlamentari che non c’erano, anche se pure chi non c’era ha visto quanto è accaduto, ne hanno parlato anche alla CNN. Noi comunque apriamo e tutta Italia dovrà riaprire. Mi hanno bannato, mi hanno chiuso il profilo Facebook e per due giorni non potrò scrivere. Anche la diretta della protesta del pomeriggio, in cui c’erano migliaia e migliaia di persone collegate, è stata cancellata, è completamente sparita. Questo fa capire a che livelli siamo”.

“Hanno ricevuto tre di noi per portare la vostra voce – dice Yuri Nannarella – non di certo una voce calma. Noi abbiamo detto che comunque riapriamo e che se entro 48 ore non ci organizzano un incontro ai tavoli governativi, la prossima volta andremo a Roma e saremo ancora di più. Non ce la facciamo più e se non cambiano loro le cose le cambieremo noi. Se non decidono, settimana prossima saremo di nuovo qui. Come noi lottiamo per riaprire e non chiudere più, ribadiamo che noi ci siamo e non crediamo più a loro. E che questo è solo l’inizio”.

Chiude l’intervento Antonio Alfieri di Sassuolo, che allontana l’idea che il movimento possa rappresentare un “covo”  di negazionisti o altro: “Noi siamo dalla parte della ragione, purtroppo quando ci sono manifestazioni ci sono alcune infiltrazioni importanti – specifica – Secondo me hanno sbagliato, ma non ci aspettavamo un fiume di gente. La piazza era piccola. Noi ci teniamo alla salute, il virus c’è e bisogna stare attenti, ma chiediamo di lavorare e di farlo in sicurezza”.

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