Finocchiaro: “il governo intervenga per evitare che 2 milioni e 700 mila tra imprese e famiglie vadano disastrosamente sull’orlo di un sostanziale dissesto finanziario”
“L’ultimo ‘schiaffone’ di Conte. Cosa ci ha lasciato in eredità” è titolo dell’articolo che il quotidiano “Il Giornale” ha pubblicato proprio ieri, seguito da un sommario che non lascia dubbi ai contribuenti italiani: “Tasse in crescita di 1,3 punti percentuali nel quarto trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 2,1%”. “Dunque –afferma il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro- avevamo visto giusto nel sostenere, da molto tempo ormai, quello che il sommario dello stesso articolo evidenzia: “Brusche contrazioni per reddito, consumi e potere d’acquisto delle famiglie, mentre fanno un balzo in avanti preoccupante pressione fiscale, deficit e debito. È questo il quadro impietoso tracciato dall’Istat, da cui si evince che la situazione di crisi è ben lontana dall’essere superata”. Ma per il presidente Finocchiaro “c’è pure un’altra questione da non sottovalutare, quella che riguarda la scadenza delle moratorie su quasi ben 300 miliardi di euro di prestiti bancari che scadranno a giugno e per i quali chiediamo con forza al nuovo governo di intervenire immediatamente per risolvere la questione. Perché c’è il rischio concreto che 2 milioni e 700 mila tra imprese e famiglie vadano disastrosamente sull’orlo di un sostanziale dissesto finanziario, rischiando di essere classificati in posizione di default, a causa della nuove norme europee sui crediti deteriorati. Per scongiurare ciò, a parer nostro, il Governo Draghi deve assolutamente respingere al mittente queste norme inattuabili. Ma lo deve fare subito, senza inventarsi alchimie inutili, se vuole veramente salvare le imprese e le famiglie che in Italia sono già in difficoltà, mettendoli in grado di garantire serenamente il loro contributo all’economia del nostro Paese.
Insomma –so