Salvatore Genovese, il bomber dello Stretto. La Serie A con Messina, al McDonald con l’ex NBA e il presente da leader della Viola

StrettoWeb

Salvatore Genovese si racconta a StrettoWeb: le emozioni e gli aneddoti della Serie A con Messina, il presente da leader nella Viola

Una grande emozione anche solo andare in trasferta: sembrava di andare in gita con la scuola“. A 15 anni aspetti la gita come il momento più bello dell’anno scolastico. A 15 anni Salvatore Genovese partiva insieme ai suoi compagni di squadra per diventare il più giovane giocatore di basket ad andare a referto in un campionato professionistico in Lega2. Un’esperienza fuori dal comune. Il talento del resto, era sotto gli occhi di tutti, a partire da papà Leonardo, ex giocatore di Trapani, che gli ha trasmesso la passione per il basket. ‘Totò’ è un’ala dalla grande struttura fisica, ma dalle mani educate: guai a lasciargli un po’ di spazio per tirare, lo hanno imparato i difensori di mezza Italia a loro spese. Partito dalla Sicilia, ’emigrato’ in piazze importanti come Varese, Bologna (Fortitudo), Cremona e una miriade di altre squadre che lo hanno portato, a 33 anni, fino alla Pallacanestro Viola di Reggio Calabria. StrettoWeb ha avuto il piacere di intervistarlo nel corso di una piacevole chiacchierata fra passato e presente, simpatici aneddoti e lucide analisi.

Salvatore Genovese, la favol-A Messina: le emozioni di un ragazzo nel mondo dei campioni

La storia cestistica di Salvatore parte da Messina. Aggregato alla prima squadra, nella stagione 2002-2003 finisce in una partita storica. Diretta su Rai Sport per il big match di Lega2 fra Scafati e Messina, le prime due della classe, al commento il mitico Franco Lauro. “C’era il PalaMangano di Salerno strapieno, era il big match fra le prime due della Lega2. Per un ragazzino di 15 anni era una cosa spettacolare: nel riscaldamento andavo sempre a schiacciare per la paura di sbagliare un tiro davanti a tutti! – ride Totò mentre lo racconta -. In quell’anno poi abbiamo perso la finale Playoff contro Teramo in Gara-5. In estate fallì la Virtus Bologna e Messina venne promossa come finalista Playoff perdente. Messina fu la seconda squadra a giocare in A1 dopo la Pallacanestro Trapani (1991): io vengo da Trapani, mi ricordo quella squadra quando ero piccolo, fu un evento incredibile, far parte della seconda squadra siciliana in A1 fu una grande emozione. La prima partita in A1 la giocammo in casa al PalaSanFilippo contro la Benetton Treviso di Ettore Messina e un giovane Bargnani: vincemmo contro i Campioni d’Italia! Era una squadra con grandi campioni come Matt Bonner (poi 2 volte campione NBA con gli Spurs) e Marlon Garnett (ex Celtics e Olimpia Milano): poi arrivarono i problemi finanziari, fu un vero peccato vederla fallire“.

Salvatore Genovese: il McDonald con l’ex NBA, Bargnani in ascensore e i caffè di Zampagna

Foto do Franco Debernardi / Ansa

Una favola senza lieto fine, ma nella quale Salvatore ha fatto esperienze che fino a quel momento aveva solo sognato, oggi diventate spunto di aneddoti incredibili. “Mi ricordo quanto a Messina arrivò Vincent Yarbrough, direttamente dall’NBA: i Denver Nuggets lo avevano ceduto per far spazio ad ‘un certo’ Carmelo Anthony. – ricorda SalvatoreArrivò in Sicilia come una star, aveva tutto il guardaroba, dal giubotto alle tute, dei Nuggets. Aveva lo sponsor Adidas, mi regalò due paia di scarpe. Mi scarrozzava anche in macchina, io ero ragazzino. Ricordo quando aprì il primo McDonald a Messina, ci fermavamo lì a mangiare, mi diceva: “cosa vuoi?”. Prendevamo tutto e pagava lui! Inoltre a Messina mi sono diviso fra appartamento e un hotel al centro, il Palace. Nell’albergo dove stavo veniva in ritiro il Messina Calcio, ricordo trovavo spesso Zampagna al bar che beveva caffè e amari. Capitava che nell’hotel ci fossero anche le squadre di basket, nostre avversarie, in trasferta: in ascensore mi trovavo di fronte a Garbajosa, Bargnani, Bulleri e Markoishvili. Nel 2003 venne Imola, lì giocava Vincenzo Esposito, uno dei pochissimi italiani ad aver giocato in NBA: trovarti questi giocatori davanti, scambiare due battute, a 16-17 anni è stata un’esperienza incredibile“.

Salvatore Genovese, la chiamata della Pallacanestro Viola: impossibile rifiutare

Foto di Davide Iurato / Pallacanestro Viola Reggio Calabria

Il presente è nell’altra sponda dello Stretto. Alla Calabria Salvatore era già legato da ricordi d’infanzia e, dopo diversi anni in cui è venuto a Reggio solo da avversario, oggi indossa la casacca della Pallacanestro Viola come uno dei giocatori più talentuosi a roster. Merito della telefonata di un vecchio amico. “Sono sempre stato legato alla Calabria, mio papà ha lavorato per oltre 10 anni a Palmi: ricordo i miei primi anni di vita lì e poi le vacanze estive. – chiarisce GenoveseReggio è una citta molto affascinante, si trova in una posizione incredibile sullo Stretto e ha un clima fantastico. Io sono nato a Trapani, per me la vicinanza al mare è fondamentale. È stato una sorta di ritorno a quello che ho vissuto tanti anni fa, prima di lasciare Messina. La chiamata della Viola? Sono un ragazzo del Sud, la Pallacanestro Viola è sempre stata la squadra di riferimento: quando ero piccolo la Viola giocava in A1, c’erano campioni come Manu Ginobili. Mio papà mi raccontava sempre di questa ‘mitica Viola’. Fondamentale la presenza di un amico, coach Domenico Bolignano. che mi ha chiamato e mi ha convinto: avevo diverse proposte da altre squadre, ma la Viola fu quella che mi convinse di più“.

Salvatore Genovese, l’analisi della stagione neroarancio: “anche su una gamba per la Viola”

Se al PalaCalafiore senti urlare “SALVATORE GENOVESE” dallo speaker, probabilmente la parola successiva sarà “TRIPLA!“. Se lo chiamano ‘Bomber’, un motivo ci sarà. I neroarancio non possono fare a meno di lui, tanto per il talento quanto per la leadership e l’esperienza che porta ad un gruppo giovanissimo. La stagione fin qui non è stata una passeggiata: le difficoltà del Covid, gli infortuni e qualche episodio sfortunato hanno fatto raccogliere alla Viola meno punti di quanti ne meritasse. A partire da Salvatore, mai nessuno però ha lasciato il parquet senza versare anche l’ultima goccia di sudore presente in corpo.

Foto di Davide Iurato / Pallacanestro Viola

La prima parte della stagione è stata condizionata dagli infortuni. Anche io ho avuto qualche problema fisico, una rarità per me, ma visto che arrivavamo da un lungo stop dovuto alla pandemia ed ho 33 anni – spiega Salvatore precisando “non sono vecchio!” – ho avuto qualche acciacco in più. Al rientro delle vacanze di Natale abbiamo fatto un filotto di 7 ko consecutivi. Sconfitte non dovute alla mancanza di impegno o voglia di vincere della squadra, ma agli infortuni e ai pochi allenamenti effettuati. Io stesso ho giocato in condizioni precarie, ma sento il senso di responsabilità: in una squadra giovane come la Viola, sono uno di quelli con più esperienza e su cui si fa affidamento, poi visto il rapporto che ho con il coach, non mi andava di abbandonare la squadra. A Nardò ho giocato su una gamba! Di queste 7 partite ne abbiamo perse 5 in trasferta: contro Ruvo abbiamo perso all’ultimo tiro, contro Molfetta mancava un giocatore fondamentale come Mascherpa. Una volta recuperati tutti abbiamo vinto due gare importanti contro Bisceglie e Taranto“.

Salvatore Genovese, l’obiettivo della Viola: salvezza da mettere al sicuro e poi chissà…

Davide Iurato / Pallacanestro Viola Reggio Calabria

Adesso testa alla seconda parte di stagione che inizia dalla prossima settimana. Accorpamento al girone D1, nuove squadre da Campania e Lazio da affrontare. L’obiettivo? Blindare il PalaCalafiore e salvarsi il prima possibile, tutto quello che verrà dopo sarà solo un passo verso la maturazione di un gruppo giovane e talentuoso. “Nell’ultima gara abbiamo perso contro Ruvo, peccato per l’infortunio di Gobbato. Con una vittoria ci saremmo approcciati in modo diverso alla seconda fase della stagione. Ci saremmo avvicinati con due punti in più alla zona Playoff, rispetto che alla zona retrocessione. – analizza GenoveseQuesta è una squadra giovane ed ha delle comprensibili lacune dovute all’esperienza, ma i giovani si stanno battendo e stanno migliorando partita dopo partita. L’obiettivo è la salvezza, dobbiamo stare attenti alle nostre spalle. Nella seconda fase giochiamo contro le nostre dirette concorrenti per la salvezza in casa, questo è un vantaggio per noi. Peccato per l’assenza di pubblico, si avverte la grande passione fuori dal campo, ma si sente la mancanza dei tifosi di Reggio Calabria che sono fra i più caldi d’Italia. In trasferta giochiamo contro le squadre della zona Playoff. È vero, dobbiamo affrontare trasferte lunghe e stancanti, ma l’aspetto positivo è che passiamo tante ore insieme e il gruppo si compatta. Giocheremo senza nessuna pressione, chissà che non arrivi un colpo esterno, il primo in trasferta, magari l’occasione per maturare e fare uno step ulteriore“. E se le cose dovessero farsi difficili, i tifosi neroarancio possono starae tranquilli: palla a Genovese, ci pensa lui. Come sempre.

Condividi