Reggio Calabria, processo “Libro Nero”: 6 condanne e 2 assoluzioni. Imputati condannati anche al risarcimento del danno per Città Metropolitana, ANCE e FAI [DETTAGLI]

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Reggio Calabria, la sentenza Gup nel processo “Libro Nero”: tutti i nomi e i dettagli

Con sei condanne e due assoluzioni si è concluso in primo grado il processo “Libro Nero” celebrato con rito abbreviato scaturito dall’omonima operazione contro la cosca Libri di Cannavò. Il gup di Reggio Calabria, Vincenzo Quaranta, ha sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio della Dda di Reggio Calabria rappresentata dai pm Stefano Musolino e Walter Ignazitto.

Queste le pene comminate dal gup:

  • Antonino Caridi, condannato a 16 anni di reclusione;
  • Gianpaolo Sarica, condannato a 18 anni di reclusione;
  • Giuseppe Libri, condannato a 12 anni di reclusione;
  • Giuseppe La Porta, condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione;
  • Giuseppe Serranò, condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione;
  • Antonio Zindato, condannato a 14 anni di reclusione.

Il gup ha applicato agli imputati di cui sopra le pene accessorie della interdizione perpetua dai pubblici uffici e della interdizione legale per la durata della pena. Il Giudice ha anche condannato tutti gli imputati al risarcimento del danno in favore delle costituite parti civili: la Città Metropolitana di Reggio Calabria, difesa dall’avvocato Ezio Privitera, l’ANCE e il FAI difesi dall’avvocato Gianluca Ferrarelli, da liquidarsi in separata sede, nonchè al pagamento in favore delle medesime parti civili delle spese processuali.

Gli imputati Gianpaolo Sarica e Antonino Zindato sono stati inoltre condannati al risarcimento del danno in favore di Antonio Presto, anche lui difeso dall’avvocato Gianluca Ferrarelli, da liquidarsi in separata sede, nonchè al pagamento in favore della medesima parte civile delle spese processuali.

Disposta, inoltre, la confisca dei seguenti beni:

  • impresa individuale “Innova Impianti di Serranò Giuseppe con sede in Reggio Calabria;
  • impresa familiare La POrta Consolato Antonino con sede a Reggio Calabria.

Nel processo sono stati assolti dai reati loro rispettivamente ascritti Antonino Preso e Pasquale Repaci perchè il fatto non sussiste (per insufficienza di prove).

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