Messina, il Majorana incontra Luigi Leonardi e rende l’assemblea d’istituto un’occasione di confronto e di formazione civile

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Incontro formativo dal forte spessore sociale in seno all’Assemblea d’Istituto tenutasi nella mattinata del sabato 27 marzo presso l’Ettore Majorana di Milazzo (Messina)

I rappresentanti d’istituto Giuseppe Sindoni, Sylvie Morina, Francesco Piccione, Nadia Geraci e della consulta provinciale Dario Nostro e Sofia Urso durante l’assemblea studentesca con i loro compagni di scuola hanno, in modo responsabile e maturo, scelto di caratterizzare le assemblee studentesche del Majorana valorizzandone la funzione e facendo di esse una concreta occasione di partecipazione democratica per l’approfondimento dei problemi inerenti il mondo della scuola e della società.

Ecco pertanto la scelta di invitare all’incontro studentesco Luigi Leonardi, imprenditore divenuto un testimone di giustizia e simbolo della resistenza civile alla criminalità organizzata. La mattinata è stata scandita in due momenti in cui i 1600 alunni della scuola, utilizzando prima la piattaforma Cisco Webex Meeting e poi il canale YouTube della scuola, hanno potuto conoscere da vicino la vicenda umana di un giovane uomo, che, a soli 27 anni, ha deciso di combattere il sistema camorristico opponendosi nonostante la consapevolezza che la sua vita non sarebbe stata del tutto facile dopo la denuncia. Le sue testimonianze hanno portato a due maxi processi, oltre cinquemila pagine di sentenze.

Evento ben organizzato e ben riuscito che, sicuramente, così come confermato dal Dirigente Scoalstico, prof. Stello Vadalà, sarà replicato e grazie alla grinta e all’intraprendenza dei giovani studenti vedrà la presenza di ulteriori personalità illustri e significative per la loro crescita culturale e formazione civile.  “La cultura della legalità e della convivenza democratica va alimentata con la forza della conoscenza consapevole” – ha commentato il preside Vadalà – “È straordinariamente confortante vedere le nuove generazioni che non vogliono rinunciare ai nostri valori e ai nostri ideali. Al nichilismo passivo della rassegnazione, di cui a volte sono accusati le nuove generazioni, i giovani oggi sostituiscono il nichilismo attivo di chi, prendendo le mosse proprio da scenari difficili e desolanti, inventa il proprio futuro”.

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