Messina, De Luca si ribella: “chiedere una deroga per la realizzazione del Ponte sullo Stretto entro il 2030”

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Il Sindaco di Messina, Cateno De Luca, non accetta che il Ponte sullo Stretto non sia stato inserito all’interno del Recovery Plan: “lancerò il movimento politico del meridione per cacciare tutti i ladri di consenso elettorale che siedono nel parlamento nazionale in rappresentanza del sud ma agiscono come gli ascari per salvare la propria poltrona”

Le risorse del Recovery Fund sono un’occasione irripetibile per l’Italia, per questo lasciare la realizzazione del Ponte sullo Stretto fuori dalla programmazione europea potrebbe essere un errore gravissimo. Ogni giorno aumentano le adesioni all’intergruppo parlamentare creato da Lega, Forza Italia e Italia Viva, e vede anche il consenso di esponenti di altri partiti, ma le parole del ministro Giovannini hanno spiazzato tutti. “Lancerò il movimento politico del meridione per cacciare tutti i ladri di consenso elettorale che siedono nel parlamento nazionale in rappresentanza del sud ma agiscono come gli ascari per salvare la propria poltrona e servire i padroni dei partiti”, è la reazione del Sindaco Cateno De Luca. Il primo cittadino di Messina non ci sta a subire questa decisione senza provare ad intervenire: “non mi importa della mia carriera politica perché non ha senso combattere in trincea per cercare di elevare gli standard dei servizi municipali e risolvere le questioni strutturali territoriali quando i nostri figli e nipoti muoiono e moriranno di fame e dovranno emigrare al nord Italia o peggio ancora all’estero. La soluzione è molto semplice: nell’ambito di tutte le opere strategiche inserite nel Recovery Plan l’Italia deve chiedere una espressa deroga per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina che potrà essere completato entro il 2030 piuttosto che 2026 come prevede l’Europa per il Recovery Fund”.

“Sento qualcuno affermare: ‘Stiamo realizzando le ferrovie, il Ponte può aspettare’. Questi sono scecchi due volte! – continua il Sindaco di Messina De Luca – Le tratte ferroviarie con doppio binario non si fanno più, da Salerno in su neanche esistono. Noi siciliani le cose fatte bene non ce le meritiamo, perché siamo un pugno di coglioni che continuano a votare. Il ministro dice che il Ponte sullo Stretto non è stato inserito all’interno del Recovery Plan perché non si potrebbe completare entro il 2026. Ma perché, se si finisse di costruire nel 2030 non andrebbe bene lo stesso? Ecco il Governo ladro. Ora voglio vedere come reagirà l’intergruppo parlamentare. Perché se non faranno niente, allora se ne dovranno andare a fanculo tutti quanti. Faremo partire la rivoluzione del Meridione, sarò io a guidarla. Qua non ci sono colori politici, oggi ci sono tutti i mezzi per fare il Ponte sullo Stretto di Messina. Abbiamo a disposizione la grande autorevolezza di Draghi, può chiedere all’Europa che fornisce il 70% dei fondi dedicati al Sud, dove ci considerano come dei sudici morti di fame e parassiti, una deroga con la promessa di spendere tutti i soldi destinati entro i 4 anni successivi al 2026. Di fronte ad un’opera che l’Europa ritiene strategica, e noi italiani siamo stati così coglioni da farcela saltare, è normale che la deroga sarà concessa. Servirebbe un ordine del giorno dei parlamentari, che se non sarà fatto riceverà da me un sacco di pernacchie e pedate nel culo. Che il ministro mi dica che non c’è speranza per me, Sicilia, che devo restare il piscatoio dell’Europa, non ci sto e pretendo che i parlamentari alzino la testa. Draghi, tanto di cappello, ma si schieri al nostro fianco. Noi su questa battaglia per la nostra sconti non ne facciamo”, conclude Cateno De Luca.

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