Messina, Cmdb: “il frontemare è tutto dei cittadini, da Zona Falcata a Villa Sabin”

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Waterfront Messina, la nota di CMdB: “tutte queste aree appartengono a Messina e su di esse la cittadinanza deve esercitare la propria competenza”

CMdB ha diramato un comunicato sull’importanza del Frontemare per la città di Messina tra Prp e contenziosi in attesa di decisione. Di seguito la nota ufficiale:

“Cambiamo Messina dal Basso invita i cittadini e le cittadine messinesi a non abbassare la guardia in merito a  quanto sta accadendo al waterfront cittadino, affinché  il dibattito che si è alimentato in città a seguito della demolizione della palazzina che ospitava gli uffici ed il  compianto Teatro in Fiera, non si affievolisca, ma anzi assuma sempre più concretezza e volga lo sguardo anche dall’altra parte del  preziosissimo fronte mare messinese, la Zona Falcata.

Non molto tempo fa il Sindaco De Luca si proclamava perfettamente in linea con l’Autorità di Sistema Portuale di Messina e si rallegrava del fatto che “dopo 20 anni di attesa finalmente è operativo il P.R.P. e va attuato” (neanche a dirlo tutto per merito suo!). L’11/09/19 la sua Giunta approvava la delibera n.567 che disponeva l’abbandono del giudizio, pendente presso la Corte d’Appello, con l’A.P. per il recupero delle aree del Comune nella Zona Falcata. Poco tempo dopo,  avendo constatato le “ricchezze” e le potenzialità dell’E.A.P.M. (ancora attivo malgrado la messa in liquidazione), il Sindaco compie l’ennesima piroetta: compiacendosi perché  “Sono ricco e non lo sapevo”, si dichiara socio al 40% dell’EAPM e nella detta qualità di socio, contrariamente a quanto, poco tempo prima, deliberato dalla sua stessa Giunta  dichiara di non voler più abbandonare quel giudizio , volendo rivendicare  quelle aree della Zona Falcata, che l’E.A.P.M. aveva avute in concessione dal Comune.

Non possiamo non ricordare alla cittadinanza la posizione netta e chiara assunta fin dall’inizio da Cambiamo Messina dal Basso sulle aree della Falce: da sempre abbiamo sostenuto che tali aree appartengano alla città e che siano i suoi cittadini e le sue cittadine a doverne determinare la destinazione. Tale posizione è stata a suo tempo condivisa dalla precedente amministrazione, che per questo ha deciso di riassumere la suddetta azione legale, di cui ora si attende la decisione: in barba a chi sosteneva che si trattasse di inutili beghe fra istituzioni che avrebbero bloccato lo sviluppo di Messina.

Abbiamo registrato con soddisfazione l’esattezza di quanto denunziato sin dal 2015 in ordine alla speculazione sottostante al P.R.P., anche nel cambio di passo compiuto dall’Autorità Portuale di Sistema nella persona del Presidente Mega, che ha dichiarato: “alcune soluzioni proposte all’interno del P.R.P., per tutta quella porzione di waterfront (dalla palazzina a mare della Capitaneria di Porto a Villa Sabin) non mi sembra che aiutino a restituire il mare ai messinesi o quanto meno a tutti”.

Il waterfront  di Messina, però, non è costituito solo dal tratto di costa che va dalla palazzina a mare della Capitaneria di Porto a Villa S. Sabin, ma anche dalla Zona Falcata: e, fermi restando i suoi compiti all’interno del sistema del trasporto marittimo nazionale, il porto è, ed è stato fin dalle origini, la stessa ragion d’essere della città. Tutte queste aree appartengono a Messina e su di esse la cittadinanza deve esercitare la propria competenza. Pertanto, di fronte ad una riprogrammazione della città, non si può ulteriormente parcellizzare quanto è già ridotto al minimo e, per altro, gravato delle più disparate competenze.

Quando guardiamo lo spettacolo dello Stretto, ricordiamoci che esso non soltanto è bello, ma rappresenta linfa vitale per la Città. Progettare il waterfront  vuole dire progettare infrastrutture di ricezione ed intrattenimento turistico,  attività di pesca e cantieristica e qualunque altra proposta possa emergere da un confronto serio e proficuo tra le Istituzioni e la cittadinanza: confronto che auspichiamo avvenga il prima possibile e per il quale fin d’ora ci mettiamo a disposizione come facilitatori.

E’ il momento che i/le Messinesi costringano le parti interessate ad unire le forze per il rilancio della città”.

CMdB – Cambiamo Messina dal Basso

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