Altro viaggio della redazione di StrettoWeb in mezzo alle Isole Eolie. E’ la volta di Stromboli (Struògnuli in siciliano) l’isola più a nord dell’intero arcipelago eoliano. Si trova nel bacino Tirreno del mar Mediterraneo occidentale e si estende su una superficie di 12,2 km². A pochi metri è presente l’isolotto disabitato di Strombolicchio, una sorta di castello sul mare, residuo di un antico cono vulcanico che ospita un faro della Marina. Per gli amanti del brivido è possibile raggiungere la punta più alta del faro, tramite una scala di 200 gradini, dove si trova un trampolino alto 57 metri.
Per molto tempo si è pensato che Strombolicchio fosse un secondo cratere di Stromboli. In realtà, però, è solo il cono da cui ha avuto origine l’isola – circa 200 mila anni fa – emergendo dal mare. L’edificio vulcanico raggiunge i 926 metri sul livello del mare e 1700 al di sotto. Le formazioni rocciose sono date dall’attività di quattro vulcani, che hanno rappresentato la storia d quest’isola: Paleostromboli (I, II, III), il complesso Scari Vacori, il Neostromboli e il Vulcano Sciara, cioè quello presente attualmente. Il punto più alto attualmente è la Cresta Vancori (924 m s.l.m.). L’Isola è suddivisa in tre centri abitati: Scari (San Vincenzo), Ficogrande, Piscità.
Protagoniste della geografia e del paesaggio dell’isola sono le suggestive spiagge, già di per sé uniche grazie alla presenza della sabbia nera e alle tantissime rocce presenti all’interno del panorama marittimo, al fianco ovviamente di una vegetazione naturale mozzafiato.
Le spiagge più importanti a Stromboli sono quella di Ficogrande, Piscità, Scalo Balordi, Grotta di Eolo, Castriota. Vicino a Ginostra si trova poi la spiaggia Lazzaro, molto famosa per le immersioni, mentre la più bella e affascinante è senza dubbio quella di Forgia Vecchia, caratterizzata da un mare calmo e cristallino.
Il termine Stromboli è l’unione della parola greca “Strabone” e di quella latina “Plinio” con accostamento a “Strombos”. L’etimo è il greco strongylós rotondo, per via della forma. Gli abitanti lo chiamano anche “Iddu” (“lui” in dialetto siciliano), mentre sempre in siciliano “strummulu” significa trottola.
Stromboli è ritenuto uno dei vulcani più attivi al mondo a causa della sua continua attività vulcanica – considerata per questo “stromboliana” – che va avanti da 2 mila anni. Questo è il anche il motivo per cui l’isola è chiamata “Il faro del Mediterraneo“. L’attività vulcanica è talmente persistente da “regalare” esplosioni ogni 10-20 minuti. Queste, che possono raggiungere anche diversi metri di altezza, hanno origine da diverse bocche, e i crateri sono caratterizzati da esplosioni “maggiori” e “parossistiche”. Comportano ovviamente la caduta di materiali pesanti e, nel caso delle esplosioni “parossistiche” – ripetendosi queste a distanza di qualche anno – i detriti rilasciati possono raggiungere anche zone più basse e quindi i centri abitati. Oltre al rilascio di materiali, frequenti sono le frane provocate dalle eruzioni, che a sua volta possono innescare maremoti anche di una certa importanza.
Da un punto di vista storico, le eruzioni più pericolose della storia recente sono quelle del 22 maggio 1919 o del 1930, in cui ci furono morti e feriti. Di forte intensità furono anche quelle del 29 dicembre 2002 e dell’1 gennaio 2003. Mentre nell’ultima grande eruzione, quella del 14 gennaio 2013, l’isola fu evacuata.
Stromboli è stata frequentata e abitata fin dall’antichità. Si hanno infatti evidenze della presenza di un importante villaggio preistorico a San Vincenzo e le popolazioni hanno sempre vissuto grazie alla produzione agricola del territorio e tipicamente mediterranee, tra cui olivo, vite (da cui si produce il “vino malvasia” del luogo), fichi, ma anche grazie alla pesca. Il territorio è arrivato a svilupparsi sempre di più fino ai 2.700 abitanti del 1891, ma da è seguito un periodo buio dal punto di vista economico: le continue eruzioni del primo ‘900, le condizioni economiche dopo l’Unità d’Italia e l’attacco della peronospora (una malattia delle piante che sterminò la coltura locale), infatti, hanno favorito l’emigrazione quasi totale degli abitanti verso Australi e America. La nuova rinascita si è avuta però dopo il film di Roberto Rossellini del 1949, “Stromboli terra di Dio“, che ha fatto riscoprire l’isola e le sue bellezze. Attualmente la popolazione si aggira intorno ai 400 abitanti. Ci sono le scuole elementari e medie per i pochi bambini e ragazzi dell’Isola, mentre per le superiori si dirigono a Lipari. L’unico mezzo di trasporto sono i veicoli elettrici, i motorini e le api. Le strade sono infatti caratterizzate da vicoli stretti e case piccole.
Leggermente staccato dal centro cittadino c’è Ginostra, piccolo borgo di pescatori raggiungibile solo a piedi o in barca. Nei periodi invernali ci abitano circa 40 persone e l’unico loro mezzo di trasporto è il mulo.
Come tutte le isole dell’arcipelago, anche Stromboli gode della spinta trainante del turismo, ma solo nei mesi estivi. E’ possibile raggiungere questo bellissimo pezzo di terra da Napoli, Lipari, Milazzo e Messina col traghetto ma anche in aliscafo da Messina, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Tropea. E sono tanti i turisti provenienti da fuori che attraversano tutta l’isola grazie alla presenza di guide esperte. E, tramite le imbarcazioni, è anche possibile raggiungere Panarea, di cui abbiamo già ampiamente parlato in altra pagina.
Tanti sono state, dal 1800 in poi, le opere letterarie e cinematografiche con l’isola protagonista. Da film che hanno interamente promosso Stromboli a piccoli frammenti di libri o scene che hanno visto un interesse parziale. Di seguito l’elenco