“Gli ospedali pieni sono il punto di rottura vero, quello da cui non si può prescindere. Quello che dobbiamo fare come cittadini che vogliono riafferrare la vita è una cosa sola. Fare tutto, tutto il possibile per evitare che si ammalino persone a rischio di finire in ospedale. Come? Vaccinandosi, accompagnando a vaccinare, convincendo a vaccinare, anzitutto anziani e fragili. Lo sappiamo, purtroppo alcuni stipiti virali attualmente in circolazione sono con il doppio turbo al motore e quindi è più complicato fermare il contagio, ma l’evidenza del Regno Unito, di Israele e degli Stati Unitici travolge di conforto perché è chiaro che abbiamo l’arma giusta. Nei momenti di crisi si cerca l’appiglio per la svolta. L’appiglio c’è,” ha affermato la virologa Ilaria Capua al Corriere della Sera . “Lì dove il vaccino è stato applicato con metodo e concentrandosi su anziani e fragili, anche con una sola dose di vaccino il numero dei ricoveri e dei decessi è crollato. In parole più asciutte, non si muore più. Guardiamo bene cosa è successo. Non è necessario vaccinare tutti per l’agognata inversione di tendenza. È necessario immunizzare una quota maggioritaria degli anziani e farlo nel più breve tempo possibile. Ma quale vaccino direte voi. Io vi rispondo che non importa perché tutti i vaccini disponibili adesso in Italia proteggono contro l’ospedalizzazione e il decorso infausto. Il vaccino quindi va visto come il muro, l’argine, la barriera all’ondata di morte. Ma non solo questo. I vaccini disponibili adesso proteggono contro le varianti attualmente in Italia e riducono significativamente la trasmissione e i casi asintomatici“. “Il mio grido implorante – ha concluso Capua – è per chiedervi per piacere di aiutarci a costruire quel muro che è indispensabile per ricominciare a vivere. Quel muro è fatto di mattoni e se man mano che lo costruiamo lasciamo vuoti degli spazi il muro non terrà. Sarà la solidità e la tenuta di quel muro che proteggerà i fragili opponendosi alla forza distruttiva di un virus che sta cercando di uccidere tutti i nostri nonni e le nostre nonne. Siamo nel bel mezzo di un fenomeno epocale che nel volgere di un paio di mesi potrebbe essere completamente ridimensionato se solo credessimo alla storia, alla scienza e al potere del senso di responsabilità. Nessuno escluso“.