Il Coas di Messina, anche nella persona del Coordinatore Provinciale, il Dott. Macrì, è stato decisivo in questa parte finale del processo decisionale avanzato dalla Regione di sospendere il Dott. La Paglia da direttore generale dell’Asp
Ha avuto l’effetto di una bomba la decisione del Presidente Nello Musumeci di sospendere il Dott. Paolo La Paglia da direttore generale dell’Asp di Messina. L’esito della Commissione ispettiva ha confermato quello che il Sindaco Cateno De Luca affermava da mesi, ovvero di “alcune criticità” legate alla gestione dell’emergenza Coronavirus in città e provincia. Il passo indietro è stato fatto anche dall’assessore alla Sanità Ruggero Razza, che con una nota ufficiale ha confermato quanto disposto dalla presidenza. Ecco di seguito il testo del documento:
“Per i motivi indicati in premessa, il Dott. Paolo La Paglia è sospeso dall’esercizio delle funzioni e dall’incarico di Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, per la durata di giorni sessanta a decorrere dal 19 febbraio 2021.
Le funzioni di Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, sono temporaneamente svolte dal Direttore Amministrative e dal Direttore Sanitario delegato o, in mancanza di delega, dal Direttore più anziano per età.
E’ fatta espressamente salva la facoltà di nominare, con separato provvedimento, un Commissario ad acta per tutta la durata della disposta sospensione e in ogni caso, per l’ip0tesi di conclusione – conforme al disposto avvio – del procedimento di decadenza, di nominare un Commissario”.
“Da qui siamo andati a visionare curriculum ed è venuta fuori qualche anomalia per quanto riguarda la prima nomina come Direttore di struttura complessa, dove abbiamo notato che non c’era intervallo per essere nominato – ha proseguito Macrì – . E’ stata una spia che acceso i riflettori su quella che poi è stata la sua carriera professionale. Ci siamo resi conto che la sua nomina è stata fatta senza una procedura corretta. Mancava infatti l’avviso pubblico su Gazzetta Ufficiale in cui veniva bandita la selezione per direttore di struttura complessa, non è mai avvenuta, ma c’è stata solo una semplice delibera di conferimento dall’allora direttore generale. E’ questo ciò che è emerso nella fase dell’accesso civico degli atti, in cui è stato dimostrato con la risposta dell’Ing. Caltagirone che il conferimento della nomina non è avvenuto con modalità di concorso, risulta quindi illegittima. Non poteva mai essere poi inserito nell’elenco dei direttori sanitari e generali”.
C’è grande attesa ora per scoprire il sostituto, ma Macrì ha un suggerimento per chi sarà chiamato a sostituire La Paglia: “Speriamo che adesso chi subentra sia una figura di elevato spessore, e sia in grado di riunire parti sociali e sindacati. Perché fino ad ora c’è stato un vero e proprio dualismo su quello che era l’operato dell’Asp. Si torni a mettere al centro del sistema il rispetto dei lavoratori. Chi arriva deve essere bravo, da un punto di vista diplomatico, a richiamare tutte le parti e sedersi intorno ad un tavolo per superare le convergenze. Bisogna fare tesoro degli errori, rispettare le regole e scegliere veramente il merito nell’assegnazione degli incarichi, la trasparenza e informare che la sanità è una cosa pubblica. Come Coas ci aspettiamo che chi prenderà la guida dell’Asp raccolga tutte le forze presenti sul territorio e sia al servizio della cittadinanza senza meccanismi competitivi”.
Il Coas è stato decisivo in questa parte finale del processo decisionale avanzato dalla Regione, ed è qui che il Dott. Macrì afferma: “devo fare un plauso a chi amministra, perché la Regione è tornata sui propri passi. Cambiare in tempo per migliorare è giusto, non c’è stato nessun attacco alle istituzioni, ma lo considero un episodio di maturità. Sarebbe stato peggio se l’Assessore Razza avesse trattenuto a tutti i costi il Dott. La Paglia. Resta comunque importante la questione dei requisiti, noi andremo avanti per non lasciare zone d’ombra. Sarà importante che l’assessore verifichi con piena serenità quanto segnalato dal Coas, cioè appunto la mancanza requisiti. Pretendiamo venga fuori la verità”.