Messina, De Luca beve prosecco in diretta e strappa le dimissioni: “non darò la città nelle mani di Musumeci e Razza”

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Il Sindaco di Messina Cateno De Luca ha affermato che non entrerà più in Consiglio comunale finché sarà presieduto da Claudio Cardile ed ha affidato le sue deleghe al vicesindaco Previti e all’assessore Musolino

“Adesso vediamo chi è che brinda. Musumeci il primo bicchiere perché ha già il nome del commissario che deve arrivare a Messina. Poi c’è il suo fido scudiero, Ruggero Razza, lui che ha lavorato molto e male su questa situazione. Ovviamente lui è felice, perché ha affermato che lei mie dimissioni ritarderanno l’eventuale revoca di La Paglia. Anche questo è stato messo in conto e a tal proposito richiamo il dibattito che c’è stato a fine gennaio, dove Nello Pergolizzi si è trovato a confrontarsi con Antonio De Luca del M5s, Beppe Picciolo, che forse di candiderà a Sindaco di Messina, e mi sembra ci fosse anche il Consigliere Piero La Tona”, lo ha affermato in una diretta Facebook Cateno De Luca. Il Sindaco di Messina, nel suo discorso relativo alle dimissioni, ha ripercorso il cammino che lo ha portato a questa scelta, ribadendo in particolar modo le inefficienze dell’Asp guidata dal direttore responsabile Paolo La Paglia. Il Sindaco ha strappato il foglio e ne ha appeso un altro all’entrata del Comune: “vietato l’accesso agli asini volanti”, garantendo l’accesso ai Consiglieri comunali che hanno votato la fiducia. Ecco di seguito la continuazione del suo monologo:

“Avevano messo Pergolizzi quasi all’angolo, Gaetano Sciacca, ex candidato sindaco coi grillini, è stato promosso ad assistente generale. E di questo non se ne parla perché è imbarazzante per Musumeci e tutti i 5Stelle di Messina. Questo inciucio è stato nascosto, arrivando a negare anche diverse leggi. Io sto preparando l’esposto definitivo dove mettiamo in luce queste gravi omissioni, per me c’è anche pandemia colposa, inviteremo Musumeci e Razza. Ad ottobre nella città di Messina si scopre esserci solo 12 posti letto di Terapia intensiva al Policlinico. Le risorse a disposizione di La Paglia dove erano finite? Se non sono arrivati dovrà rispondere l’assessore alla Sanità. E’ un mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati. Non c’erano neanche un terzo dei posti letto necessari per legge, e cosa fa Razza? Afferma che non si devono coltivare facili allarmismi. La situazione è andata sempre più peggiorando, quando l’11 di novembre venivano considerate le Terapie intensive a Barcellona Pozzo di Gotto e Taormina, rivelatosi fasulli. E intanto la pandemia del Coronavirus cavalcava più che altrove. Intanto dalla Regione nominano un Commissario ad acta Maria Grazia Furnari, ma dal 24 di dicembre tutto è stato insabbiato perché La Paglia ha minacciato di parlare e di far crollare il sistema. Qui siamo di fronte all’impero Musumeci e dei suoi sodali politici che crollerà partendo dalla periferia”.

“La Paglia parla di pressioni, manda messaggi subliminali a chi di competenza e io ho avuto assicurazioni da parte dell’assessore Razza che ho chiamato per testare come stavano davvero le cose. In questa telefonata notturna, mi chiese pazienza fino alla conclusione delle festività. Siamo arrivati al giorno delle mie dimissioni del 15 di gennaio, quando ho capito che si stava lanciando un’operazione per rompermi le gambe. Ero isolato e il Consiglio comunale è stato a questo sporco gioco. Si sono interrotte le dirette in tv, siamo stati richiamati per la vicenda che riguarda la vicenda degli sciatori. Chiederò col rispetto che ho sempre avuto al Procuratore della Repubblica un incontro. Ho presentato un esposto in Procura dalla quale è partita un’indagine oggi svolta a Reggio Calabria perché c’è un’incompatibilità col Tribunale di Messina, nell’ambito di quegli sciatori c’erano dei magistrati. Io non ho voluto guardare questo elenco però non accetto di essere schiaffeggiato adesso per presunta violazione di legge che avrebbe commesso il corpo di Polizia Municipale. Tra quegli sciatori c’era qualcuno che ha fatto contagiare tutta Messina, questo per farvi capire le pressioni che ho ricevuto. Musumeci mi ha mandato un messaggio “devi stare attento”. Non so in questo momento se mi sto condannando con le mie mani, ma non tutti hanno la bontà di capire che la separazione dei poteri è fondamentale. Se c’è un problema a Messina da buon uomo delle Istituzioni bisogna parlare, altrimenti si creano castelli che poi sono difficili da smontare. E qui hanno giocato male Musumeci e Razza perché mi hanno avvertito di stare zitto”.

“A seguito delle mie dimissioni alcune consorterie mettono in moto uomini e si salda un ragionamento: “vediamo se De Luca realmente si dimette, abbiamo il commissario pronto, ma non è detto che le elezioni si terranno, ma forse ad ottobre, così ci impadroniremo di Messina. Intanto delegittimiamo quello che ha fatto De Luca”. I deputati regionali e nazionali spingono per farmi fuori. Questa era l’occasione giusta per provocarmi e vedere che si suiciderà con le sue mani. E i Consiglieri comunali? Se avessero voluto andare a votare, non avrebbero approvato il bilancio, è l’unico motivo per cui non c’è il bicchiere per brindare. Ieri hanno deciso per la mia sfiducia, quindi per i Consiglieri sono già dimesso. Mi sono dimesso perché volevo portare alle conseguenze Musumeci e Razza che hanno ritardato la revoca di La Paglia nel tentativo che io fossi così coglione da consegnar loro la città di Messina. La Paglia ormai è fottuto perché depositerò l’ultimo esposto e accadrà un terremoto perché questo ritardare ha confermato coperture e comparaggi. Per me non c’è più La Paglia e non c’è più il Consiglio comunale”, ha proseguito De Luca.

“Si chiude questa fase e se ne apre un’altra, perché io le mani alla città di Messina non gliele faccio mettere a Musumeci. Non voglio più avere a che fare con lui e con questo Consiglio comunale, che vadano a fare in culo, che presentino la mozione di sfiducia. Si crea un’altra fase, non abbiamo scherzato, io so cosa sto rischiando, perché ho toccato la sanità. Musumeci e Razza vi annuncio che da Messina inizia il vostro irreversibile destino politico. Passerà da questa città il mio sogno di diventare Presidente della Regione Siciliana. Il mio ultimo pensiero lo voglio dedicare al Consiglio Comunale. Non metterò più piede lì dentro finché sarà presieduto da Claudio Cardile dopo lo spettacolo indecoroso di ieri. Io speravo sarebbe successo perché hanno svelato chi realmente sono. Se volete andare alle votazioni, sfiduciatemi. Affido domani al vice sindaco Carlotta Previti e Dafne Musolino le deleghe che tenevo per me”, ha concluso De Luca brindando con tutti i bicchieri che aveva riempito e strappando il foglio delle dimissioni.

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