Coronavirus, cambia il Piano sui vaccini: numero maggiore di dosi alle Regioni con più anziani, Calabria e Sicilia tra le ultime

StrettoWeb

L’età media per Calabria e Sicilia è leggermente al di sotto rispetto a quella nazionale, quindi le due Regioni potrebbero uscirne penalizzate. Dalle prossime settimane comunque si partirà con l’immunizzazione di insegnanti, forze dell’ordine e detenuti

Sette milioni di italiani vaccinati entro aprile, oltre a quelli già immunizzati nella fase uno. E’ questo l’obiettivo fissato per riprendere la campagna vaccinale e così, dalla prossima settimana, oltre agli over 80 e alle persone fragili considerate a rischio, si parte anche con insegnanti, personale scolastico, forze dell’ordine, detenuti e personale delle carceri. A queste categorie, per le persone con meno di 55 anni, andrà il vaccino di AstraZeneca la cui prima fornitura è attesa per lunedì. “Il tetto anagrafico di AstraZeneca  potrebbe essere superato in futuro dopo ulteriori valutazioni scientifiche”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso del confronto Stato-Regioni a cui hanno partecipato anche il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.

Visti i ritardi che si sono registrati nelle ultime settimane, il governo ha dovuto modificare il piano inizialmente modulato. Come chiesto dai governatori, a partire dalla metà di febbraio, verranno inviate più dosi alle Regioni con una maggiore platea di anziani da vaccinare. Un provvedimento che potrebbe penalizzare Calabria e Sicilia che, secondo i dati Istat, hanno una popolazione tra le meno “vecchie” rispetto al resto del Paese. La media età nazionale è infatti di 45,19 anni, mentre in Calabria scende a 44,33 anni (17° posto) e in Sicilia addirittura a 43,85 anni (19° posto). Superata questa fase verrà poi nuovamente osservato il criterio relativo alla popolazione residente. “La campagna di vaccinazione resti fuori da crisi e dalle dinamiche politiche. È la cosa più importante per tutto il Paese”, ha detto il ministro Speranza.

Intanto le Regioni si stanno muovendo per coinvolgere anche i medici di famiglia nella campagna vaccinale: secondo un accordo di massima i sanitari dovrebbero ricevere €10 per una somministrazione a studio e €28 se l’iniezione avviene in casa del paziente. In vista c’è un protocollo quadro nazionale per la partecipazione dei medici di base – oltre 300 sono morti dopo essersi ammalati – anche in questa fase della guerra al virus. “Si procederà a un accordo quadro con i medici di medicina generale per coinvolgerli in questa campagna vaccinale al fine di raggiungere una gran parte della popolazione e in particolare i malati cronici o con specifiche patologie – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Non c’è tempo da perdere, le Regioni sono pronte a offrire la massima collaborazione perché la campagna vaccinale ritorni ai ritmi delle prime settimane e anzi venga velocizzata”.

Condividi