Vaccini anti-Covid, tra richiami e ritardi nella distribuzione: Calabria all’ultimo posto, Sicilia nella media [DATI]

StrettoWeb

Il taglio delle dosi a livello nazionale ha messo in difficoltà la Sicilia, mentre continua il trend a rilento della Calabria rispetto al resto del Paese: la situazione generale e nello specifico per le due Regioni

Era il 2 dicembre 2020 quando il ministro della Salute Roberto Speranza presentava al Parlamento il Piano vaccini per l’Italia. Eppure da quella data molte prospettive sono cambiate. Dalla logistica, allo stoccaggio, passando per l’identificazione delle categorie a rischio da vaccinare per prime: era stato stilato un cronoprogramma dettagliato che ruotava attorno a 202 milioni di dosi disponibili entro la metà del 2022, e cioè la somma delle dosi, divise per trimestre, che ciascuna delle 6 aziende produttrici si impegnavano a fornire all’Italia in 18 mesi. Nel primo trimestre 2021 l’Italia avrebbe potuto contare su 28 milioni di dosi utili a vaccinare 14 milioni di italiani. Sulla base di queste forniture il Ministero ha così stilalo il calendario delle vaccinazioni, a partire dalle categorie prioritarie, operatori sanitari, ospiti, personale delle Rsa, anziani over 80, un totale di quasi 6 milioni e mezzo di italiani che, con il richiamo, avrebbero necessitato di 13 milioni di dosi.

La campagna vaccinale è così partita spedita, ma dopo poche settimane ecco la prima doccia fredda: AstraZeneca ha comunicato la diminuzione drasticamente della sua fornitura nel primo trimestre del 2021, passando da 16 milioni di dosi 8 milioni. Dunque l’Italia è stata costretta a rivedere le forniture del primo trimestre che da 28 sono passate a 20 milioni e poi, come se non bastasse, anche Pfizer ha iniziato ad avere ritardi nella distribuzione. Il risultato è stato che le somministrazioni hanno subito una brusca frenata, l’inizio delle vaccinazioni degli over 80 è slittato al mese di marzo ed ora si naviga a vista.

Di quella tabella ufficiale, con le forniture previste nel primo trimestre 2021, nulla o quasi sarà rispettato, i 16 milioni di AstraZeneca passati poi ad 8 adesso sono diventati addirittura 3.4 milioni, degli 8 milioni di Pfizer ne arriveranno circa 6 milioni, mentre i 2 milioni della tedesca CureVac non saranno in commercio prima di giugno. Resta confermato infine il modesto quantitativo di Moderna, totale quasi 11 milioni di dosi che non bastano a immunizzare entro marzo nemmeno le categorie prioritarie previste.

Tra richiami e tagli di dosi, la situazione si è frenata anche in Sicilia e Calabria. L’Isola era partita molto bene, si è sempre mantenuta secondo i numeri del Ministero intorno alla media nazionale, ma adesso queste problematiche rischiano di complicare l’andamento. Al momento in Sicilia sono somministrate in totale 137.156 dosi su 201.115 (68,2%) a disposizione, i vari ospedali stanno provvedendo ai richiami per la seconda inoculazione. Qualche perplessità in meno invece nutre la Calabria, che nel corso di queste prime settimane ha fatto registrare qualche ritardo e paradossalmente adesso potrebbe disporre delle quantità necessarie per i richiami. In ogni caso, ad oggi sono state somministrate 32.484 dosi su 62.680 (51,8%), numeri che valgono l’ultimo posto su scala nazionale. La campagna di vaccinazione, dunque, dovrà essere necessariamente rivista. Quanto affermato dal ministro Luigi Di Maio, che sperava di raggiungere l’immunità di gregge entro agosto 2021, di questo passo non si potrà verificare.


Condividi