Recovery Plan, Caligiuri (FI): “Calabria tagliata fuori, è inaccettabile!”

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“In 172 pagine di Piano nessuno spazio per la ripartenza della Regione Calabria”, sottolinea la senatrice azzurra

“Dispiace apprendere che, nelle 172 pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza elaborato dal Governo, non ci sia spazio per la ripartenza della Calabria”. Lo afferma, in una nota, la senatrice di Forza Italia Fulvia Michela Caligiuri. “Certamente – aggiunge la parlamentare – le aspettative riguardo ai progetti destinati al Sud attuati da questa esperienza di Governo non erano altissime, proprio in virtù della poca rilevanza che il Mezzogiorno ha assunto nel dibattito politico della maggioranza, ma la Calabria ha bisogno di sostegno, soprattutto a seguito di questa crisi pandemica che ha aggravato le condizione della nostra economia. In tal senso, il Recovery Fund costituisce un importante volano di crescita ma, a tal fine, è necessaria una fattiva programmazione in materia di infrastrutture, collegamenti ad alta velocità con il resto d’Italia, sistema sanitario, opportunità lavorative per fermare la continua emorragia di brillanti giovani laureati nelle nostre eccellenti Università costretti a lasciare la Calabria e non poter far ritorno, nonché alla valorizzazione del nostro patrimonio naturale anche attraverso l’uso di finanziamenti finalizzati alla prevenzione del dissesto idrogeologico”. “Non farlo – sostiene ancora la senatrice Caligiuri – condannerebbe la Regione Calabria, terra dotata di enormi risorse, ad un ulteriore declino economico cui si andrà incontro per i prossimi decenni con conseguenze irrimediabili di cui questo Governo porterà il peso della responsabilità verso i miei concittadini calabresi”.

Tanto rumore per nulla: ovvero perché il ‘Recovery Plan’ aggraverà il divario nord-sud

Francesco Pitaro (Gruppo Misto): “Sul Recovery Plan la Calabria deve farsi sentire dal Governo, unita e forte”

“Lascia l’amaro in bocca la sparizione, d’emblée, dell’Alta velocità ferroviaria e del Porto di Gioia Tauro dal Recovery Plan approvato dal Governo. Naturalmente, la programmazione dei 220 miliardi di euro dovrà essere discussa, confrontata con le parti sociali e approvata dal Parlamento prima di finire a Bruxelles. E però questo primo inizio – afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro – non può che allarmare. Svela la persistenza di una scarsa volontà politica e culturale delle Istituzioni nazionali ad utilizzare le risorse anche per rimuovere il divario di sviluppo Nord-Sud nel rispetto del principio dell’addizionalità raccomandato dall’Europa. E, al contempo, segnala il ritardo della Calabria nella capacità di aprire un forte, partecipato e intenso dibattito pubblico su questo fondamentale dossier che dovrà servire a metterla al passo col resto del Paese. È un ritardo che può (deve!) essere ancora recuperato – sottolinea Pitaro – superando l’autoreferenzialità della Regione nella gestione di questa chance non ordinaria ma storica per il Mezzogiorno. Perché solo con il coinvolgendo di tutte le forze politiche, maggioranza ed opposizione (e sarebbe opportuno un Consiglio regionale ad ok per discutere del Next Generation Ue), degli attori dello sviluppo, i Comuni, l’Università e le istanze più rappresentative della società civile, si potrà esercitare – sulla base di una progettualità complessiva elaborata anche con il sussidio delle tante competenze tecniche di cui disponiamo –  la necessaria pressione politica e sociale, affinché il trasversale vizio italiano di discriminare il Sud e la Calabria nelle scelte di politica economica cessi una volta per tutte”.

Finisce il consigliere regionale: “Se la Calabria subisce senza reagire l’abilità delle aree forti del Paese, lobby e interessi consolidati ad accaparrarsi magna pars degli oltre 220 miliardi del Recovery Fund e la nota propensione a dividersi al suo interno, che è una delle cause del suo ritardo di sviluppo, rischia di perdere l’opportunità di riscatto che l’Europa ci offre. Non possiamo consentirlo!”.

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