Kyrie Irving è ‘scomparso’? Il playmaker dei Nets assente da 3 partite per ‘problemi personali’, allenatore e compagni brancolano nel buio
Che fine ha fatto Kyrie Irving? Questo è l’interrogativo che frulla nella testa dei tifosi dei Brooklyn Nets, a dirla tutta, un po’ preoccupati. Il playmaker ex Celtics e Cavs è infatti assente da 3 partite per ‘problemi personali‘, una motivazione piuttosto vaga, volutamente vaga, sulla quale neanche allenatore e compagni sanno granchè. Steve Nash si è trovato spiazzato nel rispondere alle domande dei giornalisti, Kevin Durant si è limitato a sostenere il compagno spiegando: “non parlerò al posto suo, sarà lui a farlo per se stesso quando lo vorrà. Sono sicuro che lo vedrete presto quando deciderà di tornare. Lo sosteniamo al 100% e preghiamo affinché tutto vada per il meglio”.
L’ultima frase suona piuttosto sinistra. Kyrie Irving in passato ha spesso avuto atteggiamenti piuttosto borderline (il terrapiattismo e le teorie del complotto, l’amore/odio nel rapporto con LeBron, gli sfoghi a Boston, il ‘mutismo’ verso la stampa), niente di grave sicuramente, ma quanto basta per far sorgere un po’ di preoccupazione riguardante il suo stato di salute. L’assenza è coincisa con l’assalto al Parlamento da parte dei manifestanti pro-Trump, un’evento che ha shockato l’opinione pubblica americana. Molto sensibile sulle tematiche sociali più importanti, Kyrie Irving, che la scorsa estate avrebbe preferito non tornare a giocare per non distogliere l’attenzione da Covid e razzismo, potrebbe aver avuto bisogno di una pausa per fare i conti con se stesso e con ciò che sta succedendo negli USA in questi giorni. Il basket, in casi come questi, passa in secondo piano.