Crisi di Governo, oggi Mattarella incontra il centrodestra: Conte alla ricerca di senatori, pochi giorni per costruire una maggioranza stabile

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Mattarella è stato chiaro con Conte, non si può perdere tempo: il premier cerca un gruppo composto da circa 10 senatori, in grado sia di colmare il gap che si è creato con l’uscita di Italia Viva, ma il centrodestra fa pressing e oggi si recherà al Quirinale

Fase interlocutoria nella crisi di Governo: ieri il premier Giuseppe Conte ha inizialmente tenuto un vertice di maggioranza, e successivamente è salito al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica. Nello scambio di valutazioni con Sergio Mattarella, dopo aver ottenuto nei giorni scorsi la fiducia in entrambe le aule (ma al Senato senza maggioranza assoluta), il presidente del Consiglio avrebbe esposto la volontà di allargare in Parlamento il perimetro della coalizione. Per provare a raggiungere questo risultato – e il grosso dell’impegno sarà ovviamente profuso per il Senato – servirà qualche giorno, e al riguardo la posizione del capo dello Stato è ampiamente nota: non si può perdere tempo, dato che il Paese ha bisogno di un Esecutivo con una maggioranza stabile e coesa.

Il premier deve quindi verificare, nel più breve tempo possibile, se ci sono margini concreti per andare avanti. Nel frattempo, sul Colle cresce il pressing del centrodestra, che ricorda come nel 2018 – in seguito alle elezioni politiche, dove la tra coalizione Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia era arrivata comunque prima – non fu conferito a un suo esponente l’incarico di provare a formare un Governo proprio perché mancava la maggioranza assoluta in Parlamento. L’opposizione sarà ricevuta proprio oggi al Quirinale, e c’è da attendersi che le “doglianze” su tenuta e opportunità di andare avanti con questo Governo vengano ulteriormente esplicitate, con l’aggiunta delle richiesta di andare al voto.

La sensazione è che il margine temporale per costruire la “stampella” al Conte II sia ridotto, 48-72 ore. Si punta ad un gruppo composto da circa 10 senatori, in grado sia di colmare il gap che si è creato con l’uscita di Italia Viva che di risultare attraente per altri senatori scontenti oppure “senza casa” nel gruppo Misto. La situazione – mancando i renziani – è critica anche nelle commissioni di Palazzo Madama, dove la maggioranza attualmente è in vantaggio soltanto in 3 “parlamentini” su 14, e nelle strategiche Affari costituzionali e Bilancio (dove sarà esaminato il Recovery Plan), così come in Industria e Politiche Ue, c’è un “pareggio”, che in base al regolamento farebbe scattare la bocciatura dei provvedimenti esaminati.

“L’incidente” potrebbe quindi verificarsi in ogni momento, ma si guarda con preoccupazione ad una data ben precisa: il 27 gennaio. Quel giorno in Parlamento si voterà la relazione sulla giustizia del Guardasigilli Alfonso Bonafede, e Italia Viva ha già fatto sapere che voterà no. “Renzi ha preannunciato il voto contrario a una relazione che non ha ancora letto”, si è lamentato Bonafede. Nel pieno di questa situazione, che inevitabilmente lo indebolisce, al premier stasera toccherà partecipare al vertice Ue in videoconferenza dei capi di Stato e di Governo. Il summit verterà sul coordinamento delle misure anti-Covid, e non sono attese conclusioni. Sostanzialmente, si farà il punto sulla situazione pandemica, sulle restrizioni, sulle nuove varianti del virus, sulle vaccinazioni e sul mutuo riconoscimento dei test.

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