Smart Working: perchè no?

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Lo Smart Working (o Lavoro Agile) è un diverso modello organizzativo lavorativo che interviene tra individuo e datore di lavoro

Questa terribile pandemia che ha completamente stravolto il mondo in questo disastroso anno 2020, dove ci sono stati a causa del Covid-19 oltre 72.000.000 di contagiati e 1.600.000 di decessi, tra i tanti cambiamenti che ha portato ce né uno che ha stravolto completamente il modo di lavorare di tutti noi. Stiamo parlando dello Smart Working. Lo Smart Working (o Lavoro Agile) è un diverso modello organizzativo lavorativo che interviene tra individuo e datore di lavoro. Secondo un intelligente definizione data dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è una modalità di rapporto di lavoro caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o di spazio. Un accordo tra dipendente e datore di lavoro in un modo che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e allo stesso tempo favorisce la sua produttività. Esisteva già nelle aziende e nella PA in minima parte il cosiddetto telelavoro. Si era data cioè la possibilità ad un ristretto numero di persone che avevano problemi familiari di poter lavorare da casa fornendo loro gli strumenti previsti. Vale a dire linea telefonica, PC, stampante, scanner, scrivania e seduta. Ma questa opportunità veniva concessa solamente a quelle persone che si trovavano in eccezionali situazioni familiari e solamente per alcune tipologie di lavoro.

Con il Covid-19 è cambiato tutto. L’assoluta impossibilità di muoversi da casa a causa dei numerosi DPCM che si sono succeduti nel corso dell’anno, unita alle necessità da parte delle aziende e della PA di organizzare logisticamente gli Uffici, come per esempio aumentare gli spazi tra le scrivanie, effettuare continue sanificazioni dei locali, fornire di mascherine e guanti tutto il personale, posizionare distributori di prodotti igienizzanti in vari punti degli uffici, ha fatto sì che soprattutto le grandi aziende e la PA abbiamo immediatamente attuato questa nuova opportunità lasciando a casa il personale e attuando, appunto, lo Smart Working. I risultati sono stati impressionanti. Circa il 97% delle grandi aziende e il 94% della PA hanno operato da marzo 2020 in poi con questa modalità. All’inizio ci sono state molte difficoltà perché non tutte le aziende erano pronte a questo cambiamento epocale e molti lavoratori sono stati costretti ad usare il proprio PC e il proprio smartphone ed inoltre  si sono dovuti scaricare i vari programmi aziendali, poi a poco a poco sono stati forniti dalle aziende e dalla PA i PC portatili già predisposti e praticamente tutti di dipendenti hanno potuto operare da remoto. Bisogna anche aggiungere che le nuove generazioni hanno visto con entusiasmo questa opportunità anche perché hanno molta familiarità con queste nuove tecnologie, viceversa i lavoratori che si avvicinavano alla pensione avrebbero preferito di gran lunga continuare come da abitudine consolidata ad effettuare il tragitto casa-lavoro, scambiare due chiacchere con i colleghi, e magari scendere al bar all’angolo a bere un caffè. Ma se ci si pensa un attimo, le opportunità offerte da questo Smart Working sono infinite.

Il solo risparmio per il trasferimento casa-lavoro porta vantaggi sul proprio tempo-giornata (consideriamo che nelle grandi città il tempo casa-lavoro è calcolato in almeno 180 minuti tra andata e ritorno). L’enorme risparmio sui costi per il dipendente che deve prendere treni, bus, o servirsi della propria automobile. La riduzione molto significativa dal punto di vista ambientale. Ci sarebbero molti meno mezzi sulle nostre strade. Con sensibili riduzioni di gas inquinanti. L’eccezionale possibilità per le persone di gestirsi il proprio tempo lavorativo riuscendo a conciliare le proprie esigenze familiari e anche logistiche. Una persona potrebbe cioè tranquillamente trasferirsi in un parco, collegarsi con il PC e svolgere la propria attività lavorativa in serenità e in un contesto piacevole. Inoltre anche dalla parte del datore di lavoro ci sarebbero notevoli vantaggi. Essi avrebbero consistenti risparmi sui costi degli affitti (con meno persone negli uffici gli spazi si riducono), sulla pulizia dei locali, sui costi di riscaldamento. Certamente ci sarebbe anche qualche disagio, per esempio per i commercianti che usufruiscono della pausa pranzo dei dipendenti ci sarebbero meno incassi, inoltre dal punto di vista della socialità sicuramente si verrebbe a perdere qualcosa, ma perlomeno per certe tipologie di lavoro i vantaggi sarebbero notevoli. Questi saranno comunque gli scenari futuri e la pandemia non ha fatto altro che accelerare questo processo. E già si ipotizza, quando finalmente questo terribile virus sarà vinto, che almeno il 50% dei dipendenti continuerà questo nuovo modello organizzativo che alla fine dei conti avvantaggia sia il lavoratore che il datore di lavoro.

 

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