Reggio Calabria, Confartigianato: “la politica e la burocrazia mettono in ginocchio l’artigianato”

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Reggio Calabria, Confartigianato: “i partiti si aprano al confronto con i veri promotori dello sviluppo e gli autentici rappresentanti della società civile. La politica e la burocrazia mettono in ginocchio l’artigianato”

Ancora ritardi nell’erogazione dei contributi sul fondo regionale per le imprese artigiane. Un centinaio le aziende in attesa. “L’emergenza sanitaria diventata drammaticamente, sempre più, economica ha messo in ginocchio le micro e piccole imprese, soprattutto di tipo familiare. Alla luce di questa insostenibile realtà, l’immobilismo della Regione Calabria rispetto all’erogazione dei contributi in conto capitale a fondo perduto in favore delle imprese artigiane afferenti al Fondo regionale per la competitività e lo sviluppo, non può essere sottaciuto e tollerato. Parliamo di un fondo destinato alle imprese artigiane per sostenere gli acquisti di scorte ed investimenti in attrezzature la cui erogazione continua a registrare ritardi: si tratta di risorse che in questo momento rappresenterebbero davvero una boccata d’ossigeno per le nostre imprese”. “Quel bando che era stato pensato per essere snello e garantire rapidità di risposte alle imprese artigiane è diventato l’ennesima trappola della burocrazia regionale, tanto che per arrivare alla erogazione dei contributi ci sono ben tre passaggi formali da adempiere – si legge nella nota – prima di arrivare alla liquidazione. E se il precedente ritardo, accumulato nella fase iniziale, era stato in parte recuperato nel periodo estivo grazie anche all’intervento del presidente facente funzione, Nino Spirlì – all’epoca vice presidente con delega all’Artigianato -, dal 15 settembre (data dell’ultimo decreto) nulla, o quasi, è stato fatto. Quattro mesi di ulteriore stop dovuti alla rotazione dei dirigenti regionali, decisa con provvedimento del 29 settembre scorso, che ha visto la sostituzione del responsabile del settore e nessuno ha pensato bene di nominare il sostituto, se non poche settimane fa. Oggi siamo di fronte ad una situazione insostenibile in cui addirittura le verifiche amministrative sulle aziende, necessarie per l’erogazione dei contributi, vengono ripetute più volte perché fatte scadere nella loro validità, perché non c’è un dirigente pronto a firmare i decreti”. “Abbiamo inoltrato diverse sollecitazioni alla Regione e nonostante le rassicurazioni, nelle scorse settimane è stato pubblicato solo un decreto di ammissione al beneficio con 9 aziende ed ovviamente nessuna erogazione di contributo. Ci aspettavamo qualcosa di diverso: tra le oltre 100 aziende in attesa, alcune aspettano il contributo da quasi un anno”.

“Apprezziamo certo gli sforzi messi in campo dalla Regione a sostegno delle diverse categorie produttive – conclude la nota di Confartigianato Calabria – maggiormente colpite dalla pandemia; comprendiamo la difficoltà di lavorare in situazioni costantemente emergenziali, ma accelerare l’erogazione di questi contributi oggi è fondamentale. Auspichiamo dunque che ci sia da subito un riscontro concreto alle richieste degli artigiani calabresi. Ed al presidente Spirlì rinnoviamo l’invito ad assumere l’impegno di rifinanziare il bando che oggi rischia di dover essere chiuso per esaurimento delle risorse, atteso che l’80% di quelle disponibili sono già impegnate. Non dimentichiamo che questo bando sta aiutando gli investimenti di centinaia di imprese artigiane per rinnovarsi ed affrontare le nuove sfide che il mercato impone e la chiusura di questa misura non sarebbe auspicabile in questo momento”. Alla politica tutta , chiediamo in vista del rinnovo del Consiglio Regionale un programma vero e concreto per le imprese. Un programma non scritto dai teorici dello sviluppo, non dai pappagalli degli slogan altrui , non dagli accademici che si arrogano spesso il diritto di rappresentare e interpretare la società calabrese ma un programma sintetico steso magari con il contributo dell’autoriparatore , dell’impiantista, del panificatore, del muratore, del pasticciere, del falegname, cioè dalle persone che vivono drammaticamente la quotidianità. I partiti farebbero bene ad invitare alla discussione questi soggetti invisibili ai radar della politica e le cui potenzialità sono imbrigliate da centinaia di lacci e laccioli e i cui diritti sono quotidiani negati . Questi sono i soggetti che mandano avanti la nostra terra, senza una laurea , senza un master ma con i saperi e il sudore giornaliero . Loro conoscono i problemi e le soluzioni perché non devono analizzare , non devono studiare , non devono elaborare , il programma lo costruiscono quotidianamente con le loro mani e e le questioni consumano ogni giorno la loro pelle . Questa è la vera società civile che la politica non rappresenta più.

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