Nel corso delle ultime partite del campionato di Serie A non vi sarà sfuggito un piccolo dettaglio nel look di Gennaro Gattuso. L’allenatore del Napoli porta una vistosa benda sull’occhio destro che lo aiuta a tenerlo chiuso per evitare problemi di vista. L’allenatore calabrese soffre infatti di una particolare malattia che ne altera la percezione visiva e che, visto il ruolo di guida dalla panchina, gli renderebbe impossibile seguire al meglio la gara a causa di una visione sdoppiata dei calciatori in campo. Un problema al quale Gattuso non è di certo nuovo. ‘Ringhio’ raccontò che in passato, quando ancora vestiva la maglia da giocatore del Milan nel corso di una partita contro la Lazio: “in campo vedevo sei Ibrahimovic e sei Nesta. Continuai a giocare ma quando entrai in tackle su Nesta capì che non potevo giocare più“.
Tornando al presente, la malattia si è ripresentata e nonostante Gattuso abbia difficoltà visive e non debba essere sottoposto a forte stress emotivo e fisico (stare in tensione per 90 minuti in panchina non è proprio l’ideale…), l’allenatore del Napoli non ha la minima intenzione di farsi da parte anzi, dopo Napoli-Torino non solo si è presentato senza benda, con gli evidenti segni di una malattia sull’occhio destro, ma ha anche fatto uno straordinario appello contro il body shaming.
Il progresso in ambito scientifico ha permesso di fare grandi passi da gigante nella cura della malattia che fino al 1960 uccideva un terzo dei pazienti e risultava impossibile da curare in un altro terzo. Oggi la mortalità è quasi scomparsa, la malattia si può curare e con i sintomi ci si può convivere. La miastenia é una malattia autoimmune che comporta una forte debolezza muscolare ed è causata da una reazione abnorme del sistema immunitario diretta contro le sinapsi neuromuscolari, il punto di contatto tra le terminazioni nervose e la fibra muscolare che regolano la la contrazione muscolare mediante l’acetilcolina liberata dalla cellula nervosa. Tali reazioni sono spesso sconosciute o geneticamente determinate (reazione auto-immune).
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La miastenia grave colpisce 1 persona su 10.000, maggiormente le donne fra i 15 e i 30 anni e gli uomini sopra i 45 anni. I sintomi che comporta sono in genere: visione sdoppiata o debolezza e affaticamento muscolare patologico. Può colpire i muscoli extraoculari causando la diplopia (visione sdoppiata) o la ptosi (abbassamento anomalo della palpebra superiore). In altri casi può anche interessare altri muscoli della testa causando difficoltà nel parlare, masticare e inghiottire. Possibile anche un coinvolgimento dei muscoli della respirazione. La miastenia grave può risultare anche letale se non diagnosticata e trattata in maniera adeguata: può portare ad una crisi miastenica, improvviso peggioramento che avviene a causa dall’assunzione di alcuni farmaci, durante stati febbrili o con l’anestesia chirurgica.
Per curare tale malattia servono farmaci che agiscono bloccando la degradazione dell’acetilcolina a livello delle sinapsi neuromuscolari. La piridostigmina è la più usata fra gli inibitori dell’acetilcolinesterasi. Nelle forme generalizzate vengono impiegati farmaci immunodepressivi come i corticosteroidi (prednisolone, metilprednisolone), da usare con cautela ad inizio terapia a causa di alcuni effetti collaterali che potrebbero aggravarne i sintomi. Se non si raggiunge una stabilizzazione clinica sufficiente solo attraverso l’uso dei corticosteroidi, possono essere impiegati anche altri immunosoppressori come azatioprina o ciclosporina. In pazienti che vanno dall’età adolescenziale fino ai 60 anni è particolarmente indicata la timectomia chirurgica, in particolare quando sono presenti anticorpi contro il recettore dell’acetilcolina.