Farmaco per l’immunità al Covid, il calabrese Vincenzo Libri a capo del team di esperti: i genitori sono nativi di Reggio

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Il padre Antonino e la madre Maria sono originari della frazione di San Salvatore: oggi il figlio scienziato è alla guida dell’University College di Londra

Ancora un’eccellenza calabrese che distingue in campo scientifico. Laureato alla Sapienza di Roma e vive in Gran Bretagna da oltre trent’anni, lo studioso Vincenzo Libri è a capo dell’University College di Londra e dirige un team all’interno della struttura che sta sperimentando il farmaco in grado di sviluppare anticorpi monoclonali anti Coronavirus. Il prodotto “potrebbe dare un’immunità immediata”, ha affermato ai microfoni di Sky Tg24“Il principio è esattamente quello – ha continuato Libri – . Se diamo degli anticorpi già attivi che riconoscono il virus e quindi non dobbiamo aspettare i tempi tecnici del vaccino che stimola gli anticorpi naturali, l’effetto è immediato, posto che gli studi diano i risultati desiderati, siamo ancora all’inizio”. Secondo lo scienziato si tratta di uno studio di una “portata potenzialmente spettacolare e grandiosa”.

Nativo di Lamezia Terme, i genitori (Antonino Libri e Maria Crucitti) sono nati in una frazione di Reggio Calabria, precisamente a San Salvatore nella vallata del Sant’Agata, tra Mosorrofa e Cataforio. Le sperimentazioni sul farmaco di AstraZeneca sono ancora agli albori, ma Vincenzo Libri è molto ottimista: “Ovviamente siamo agli inizi quindi non possiamo dirlo con certezza, ma dal punto di vista del principio c’è l’opportunità di trattare pazienti che non avrebbero comunque un vantaggio dal punto di vista del vaccino – ha aggiunto Libri – . Infatti, la differenza fondamentale fra un vaccino convenzionale e un trattamento con anticorpi neutralizzanti è che il primo stimola la produzione di anticorpi naturali, questo trattamento invece riproduce in maniera sintetica, in laboratorio, l’anticorpo Covid. Va da sé che un paziente che è stato in contatto con uno o più casi confermati di Covid non otterrebbe vantaggi, nel senso che il vaccino ha dei tempi tecnici per la produzione di anticorpi di almeno un mese, un mese e mezzo. I vaccini, infatti, compresi quelli Covid, richiedono una prima vaccinazione e un richiamo a un mese – sei settimane e solo dopo il secondo richiamo c’è la produzione di anticorpi a un livello sufficiente per proteggere dalla malattia”.

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