Coronavirus, Carbone: “carenza di medici ed infermieri spaventosa”

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Coronavirus, Carbone: “carenza di medici ed infermieri spaventosa, governo abbia coraggio di aprire le università togliendo il numero chiuso a facoltà di medicina”

Giuseppe Carbone, Segretario Generale FIALS (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla carenza dei medici. “Quando parliamo di operatori sanitari parliamo in generale, non ci sono solo i medici che sono stati decimati in quanto malati o deceduti, ma ci sono anche un’infinità di infermieri deceduti. In più a questo personale fanno fare turni massacranti perché c’è una carenza personale spaventosa. La carenza è colpa non solo di questo governo, ma anche di quelli precedenti. Le università si devono aprire, no al numero chiuso. Oggi abbiamo una carenza spaventosa di medici e abbiamo un numero chiuso, una carenza spaventosa di infermieri, c’è un’infinità di giovani disoccupati e il governo non ha il coraggio di aprire le università. Stanno assumendo medici ed infermieri stranieri e in Italia abbiamo una disoccupazione spaventosa. Vogliamo aprire le facoltà di medicina e magari mettere il numero chiuso a legge visto che abbiamo un avvocato a famiglia?”

Sulle retribuzioni dei lavoratori ospedalieri. “Bisogna considerare i dipendenti ospedalieri nel suo complesso e dare il giusto riconoscimento economico anche alle altre categorie. Chiediamo riconoscimenti economici in relazione alla responsabilità”.

Sul piano di vaccinazione. “Arcuri è diventato una persona onnipotente, non si capisce più che cosa deve fare. Qui si parla di vaccino anticovid, ma ancora mancano i vaccini anti-influenzali, figuriamoci quando arriverà quello per il covid cosa accadrà. Sul piano organizzativo il governo doveva chiamare in causa gli addetti ai lavori, invece vogliono dialogare solo con i grandi sindacati che però sono lontani dal mondo dei lavoratori, infatti perdono iscritti”.

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