Ciclismo, il racconto shock di Fabio Jakobsen: “dell’incidente ricordo il prete che mi dà l’estrema unzione”

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Fabio Jakobsen torna a parlare del terribile incidente al Giro di Polonia: il ciclista olandese ricorda il prete che gli dà l’estrema unzione

Il 2020 di Fabio Jakobsen, per quanto fosse difficile, è stato ben peggiore di quello di molti altri suoi colleghi. Dopo il lungo stop legato alla pandemia di Coronavirus, il ciclista olandese è tornato a correre al Giro di Polonia e, nella prima tappa, ha rischiato di dover concludere la sua carriera e addirittura perdere la vita. Pazzesco l’incidente causato dal connazionale Dylan Groenewegen che nel testa a testa finale lo ha spinto contro le transenne. Gravissime le conseguenze: il coma, 130 punti di sutura e la paura che non potesse farcela. Poi la lente ripresa e, fortunatamente, il ritorno alla normalità.

Intervistato da ‘Marca’, Fabio Jakobsen ha raccontato il ricordo che ha di quel terribile momento: “la prima immagine che ho, anche se molto confusa, è quella di tre medici nella mia camera. Ma è quando ho visto mio padre con le protezioni per il Covid, arrivato in Polonia con mia madre e mia sorella, che mi sono reso conto di tutto ed ho anche chiesto cosa fosse successo. C’era gente che moriva nella stanza vicino alla mia. Un sacerdote mi si è avvicinato, aveva un libro in italiano. Ha pregato per me, mi ha dato l’estrema unzione. Non sono credente, ma in quel momento mi sono detto che comunque anche se non avesse funzionato, non mi avrebbe certo arrecato danno“.

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