We have a deal! Accordo GB-UE sulla Brexit: dall’Erasmus all’immigrazione e cosa cambia per gli italiani

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Accordo fra Gran Bretagna e Unione Europea sulla Brexit, scongiurato il no deal: ecco le novità in vigore dal primo gennaio 2021

We have a deal“, abbiamo un accordo. La fumata bianca è arrivata nella tarda notte, l’ufficialità solo nelle ultime ore: la Gran Bretagna uscirà dall’Unione Europea nel 2021, c’è l’accordo sulla Brexit. Scongiurato il ‘worst scenario’, il no deal che avrebbe previsto l’uscita senza alcun accordo. Boris Johnson non poteva permetterselo del resto: la gestione fallimentare della pandemia e la nuova minaccia dovuta alla ‘variante inglese’ del Covid ne hanno affossato la popolarità, aggiungere una disfatta negli accordi con l’Unione Europea sarebbe stato un salasso. Dunque dopo un intenso scambio telefonico fra il premier britannico e Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione UE, si è arrivati ad un accordo che entrerà in vigore in via provvisoria dal 1° gennaio in attesa dall’ok definitivo dalle ratifiche parlamentari.

Riassumendo le basi dell’accordo: niente dazi sulle merci, mantenuta la cooperazione fra i Paesi su criminalità e sicurezza, ma niente servizi, la quota più rilevante che la GB vende all’UE. L’accordo si era bloccato sulle tematiche riguardanti la questione della concorrenza equa e la pesca nelle acque britanniche: su entrambi i temi però si è arrivati ad un compromesso che consente a Lonrda di divergere dalle regole europee e da Bruxelles di evitare situazioni di competizione sleale. Vediamo di seguito le macroaree dell’accordo.

Brexit, cosa cambia per gli studenti?

Foto Getty / PAUL GROVER

I primi cambiamenti riguaradano lo studio. Il governo britannico ha deciso di uscire dal programma Erasmus. A partire dal 1° gennaio 2020 infatti, gli studenti provenienti dall’Europa avranno bisogno del visto per poter studiare in Gran Bretagna. Inoltre, verranno raddoppiate le rette universitarie fino a  30.000 euro l’anno, cifre in linea con i costi degli studenti extra-europei. Per i giovani già presenti in Gran Bretagna come studenti entro e non oltre il 31 dicembre 2020, non avverrà invece nessun cambiamento.

Brexit, cosa cambia riguardo immigrazione e turismo?

Novità anche per quanto riguarda il sistema di immigrazione dal vecchio Continente in Gran Bretagna. Chi vuole trasferirsi in Gran Bretagna per lavoro dovrà avere un visto. Per ottenerlo, il suddetto lavoratore dovrà già avere un accordo con un salario da almeno 25.600 sterline (circa 28.000 euro), o leggermente inferiore per lavori essenziali come quelli nel settore sanitario. Ci saranno delle agevolazioni per chi ha un dottorato di ricerca, particolarmente in materie scientifiche. Sarà molto più difficile emigrare per fare quei lavori spesso ricercati dai giovani italiani come il cameriere o il commesso in un negozio. I turisti non avranno necessità di ottenere il visto per una vacanza, ma il loro soggiorno non dovrà durare più di 3 mesi e si dovranno munire di passaporto.

Brexit, cosa cambia nel settore economico?

Photo by Tolga Akmen – WPA Pool/Getty Images

Nella City moltre aziende hanno giocato d’anticipo spostando attività e personale in Europa, seppur l’esodo di banchieri e fund manager da Londra sia risultato inferiore al 4% del totale. I fondi d’investimento britannici hanno invece ricevuto un colpo durissimo: oltre 2 miliardi di dollari sono stati ritirati dai loro portafogli d’investimento. Per quanto riguarda gli scambi fra Italia e Gran Bretagna, nel 2019 il nostro Paese aveva esportato beni per circa 20 miliardi, importandone per un valore di circa 10 miliardi. Nel 2020, tenendo conto dell’impatto della pandemia di Coronavirus, questi numeri sono scesi di cica il 20%, ma l’interscambio dovrebbe chiudersi sui 25 miliardi complessivi fra importazioni ed esportazioni. Con il nuovo accordo molte aziende dovranno adattarsi al nuovo regime doganale e all’aumento dei costi.

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