Reggio Calabria, un anno fa moriva Nino Candido: una targa ricordo alla famiglia per commemorare l’eroe reggino [FOTO e INTERVISTE]

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Reggio Calabria: ad un anno dalla prematura scomparsa si ricorda il valore di Nino Candido

Ad un anno dalla tragedia di Quargnento dove hanno perso la vita 3 Vigili del Fuoco tra cui anche il giovane Antonino Candido di Reggio Calabria, questa mattina presso la sala “Giuditta Levato” di Palazzo Campanella è stata consegnata alla famiglia una targa in memoria del giovane vigile. Il Consiglio Regionale della Calabria ha voluto ricordare il valore, la professionalità e lo spirito di servizio di un prezioso figlio di Reggio Calabria ucciso dalla bieca avidità umana.
Antonino è stato ed è un esempio di insuperabili virtù militari e civili, un ligio uomo dello Stato che si è sempre opposto a chi pensa di risolvere tutto con la violenza e la vendetta e il suo coraggio per il rispetto delle leggi e del vivere civile, deve essere uno sprone per le attuali e future generazioni.

“Oggi è un giorno doloroso ma è anche il giorno del ricordo e del rinnovato affetto alla famiglia di Antonino Candido, un caro figlio  di questa terra che ci è stato strappato dalla becera cattiveria umana”. Queste le parole del consigliere regionale Nicola Paris.

“La morte di Antonino, Matteo Gastaldo e Marco Triches è un’enorme tragedia umana, o meglio disumana, perché poteva essere evitata se solo i responsabili dello scoppio della cascina a Quargnento avessero avvisato in tempo, la squadra dei Vigili del fuoco in servizio la notte del 5 novembre scorso. Noi non vogliamo dimenticare il sacrificio, l’entusiasmo, la professionalità, la gentilezza e la dedizione dei nostri tre uomini dello Stato e, nello stesso tempo, non possiamo permettere che la crudeltà gratuita di chi ha sottratto agli affetti Nino, Matteo e Marco non paghi il suo debito con la Giustizia, con lo Stato, con una comunità intera che piange i suoi figli, fratelli, mariti”.

Antonino amava il suo lavoro, era fiero ed orgoglioso della divisa che indossava: il Corpo dei Vigili del fuoco era diventato la sua seconda famiglia e, in questi 12 mesi, grazie ai ricordi della madre, della moglie, degli amici e colleghi, abbiamo conosciuto un figlio prezioso della Calabria, un esempio da seguire per i nostri ragazzi. Nessuna mia parola potrà alleviare questa incolmabile perdita ma il dolore della separazione è nulla in confronto alla gioia di incontrarsi, un giorno, di nuovo. Mi stringo forte alla sofferenza di mamma Marina, papà Angelo, della sorella Ilaria e della dolce moglie Elena perchè so che il loro lutto non finirà mai, si può solo sopportare e può trovare un po’ di sollievo nella fede e nella memoria. Antonino ci lascia la passione con cui ha portato avanti i suoi ideali e l’infinito amore che vive nei cuori dei suoi cari. Di questi tempi è difficile trovare uomini appassionati, leali e buoni come lui. La Regione Calabria parlerà per sempre di Antonino, Matteo e Marco alle nuove generazioni e questo è la cosa che più mi fa sperare in un futuro diverso”.

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