Reggio Calabria, Aiello: “la statua dimenticata raffigurante San Paolo di Tarso”

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Reggio Calabria: “la statua dimenticata raffigurante San Paolo di Tarso”, la riflessione di Giovanni Aiello del Circolo Culturale “L’Agorà”

“La storia che si racconta è quella di un sognatore, grazie al suo impegno la città di Reggio Calabria, può oggi annoverare un polo accademico (Università Mediterranea, Accademia di Belle Arti, Conservatorio “Francesco Cilea”, Università per stranieri “Dante Alighieri”) ma anche la creazione della Banca Popolare delle Province Calabre, la trasformazione ed il potenziamento dell’aeroporto di Reggio (prima solo militare e poi anche civile). Si tratta di una bella figura che Reggio Calabria ha avuto la fortuna di avere come amico della Città, nello specifico Giuseppe Reale, non reggino, non calabrese, ma più reggino e calabrese di altri. Tra le altre linee programmatiche portate a buon fine, piace ricordare anche la stele “Parallelo 38”, l’omonima rivista e casa editrice, ed anche la fondazione della sezione locale del Centrum Latinitatis Europae. A riguardo l’attività politica si annovera la sua presenza alla Camera dei Deputati in diverse legislature (III, IV, V, VI), Consigliere della Regione Calabria, sindaco di Reggio Calabria nel 1993“, è quanto scrive in una nota Giovanni Aiello del Circolo Culturale “L’Agorà. “Tra le idee progettuali – prosegue– vi è quella inerente l’ubicazione sulla collina di Pentimele di una statua, raffigurante San Paolo di Tarso, proprio per ricordarne la sua presenza nella Città dello Stretto, dove, secondo la cronaca del tempo, sostò per un’intera giornata. Tale idea ebbe inizio il 4 giugno del 1961, in occasione del XIX anniversario del centenario dello sbarco di San Paolo a Reggio, venne posizionata la prima pietra. Una ditta di Carrara produttrice di Marmo divenne la principale partner nella realizzazione del progetto, un primo versamento di cinque milioni delle vecchie lire, poi gli ingranaggi burocratici cominciarono a scricchiolare, insieme al rumore di altre resistenze. Successivamente, tra rinvii ed altro, si giunge al 2009 con l’ubicazione nell’area collinare della scultura bronzea, poi i lavori stranamente non proseguirono. Il 16 maggio 2010 Giuseppe Reale cessa di vivere, su tale idea cala il silenzio. Da un breve sopralluogo su tale area si assiste al totale abbandono della location, della presenza di alcuni blocchi di marmo bianco previsti dal progetto ed ognuno dei quali avente un’altezza di due metri per due di diametro per un pese di circa trenta tonnellate, ed un costo, secondo quanto riportato la cronaca locale di circa 25 mila euro. La raffigurazione bronzea dell’apostolo Paolo, realizzata dallo scultore Michele di Raco, risulta abbandonata a se stessa, danneggiata dallo scorrere del tempo e dall’incuria umana. Quando i lavori verranno completati, l’opera sarà visibile da Catona a Bocale e dall’altro lato dello Stretto da Ganzirri a Taormina, e sarà illuminata di notte. Un suggestivo impatto visivo che renderà onore sia all’onorevole Giuseppe Reale che all’allora Arcivescovo metropolita S.E. Mons. Giovanni Ferro che fu l’autore delle solenni cerimonie in Città rivolte al ricordo dello sbarco del fondatore della Chiesa reggina. In attesa che questa idea possa concretizzarsi, qualcuno con l’inaugurazione di un luogo pubblico intitolato proprio a Giuseppe Reale, ha pensato di lavarsi la coscienza con tale cerimonia ufficiale”, conclude.

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