Le parole del Prefetto Francesco Paolo Tronca in merito ad un possibile ruolo nella sanità Calabria
Prefetto Tronca, se la chiamassero a ricoprire il ruolo di commissario alla sanità in Calabria cosa risponderebbe, se la sentirebbe di prendersi sulle spalle un fardello simile? “Ho sempre operato al servizio dello Stato e sono sempre al servizio dello Stato“. Si chiude così la conversazione dell’AGI con il Prefetto Francesco Paolo Tronca, 68 anni, funzionario e accademico italiano, già commissario straordinario di Roma Capitale dall’1 novembre 2015 al 22 giugno 2016, membro del Consiglio di Stato dal 3 agosto 2017.
Per il prefetto la condizione chiave per chiunque sia chiamato a compiti così gravosi, ma anche a quelli meno gravosi, è sempre la stessa: “Agire e pensare secondo il proprio senso di responsabilità. E’ sempre meglio scegliere la strada ordinaria, quella del commissariamento è una gestione molto importante. L’assunzione di un un incarico simile è di forte responsabilità, dove occorre la massima esperienza, senso dello Stato e senso del dovere”.
Fare il commissario porta ad anche ad un isolamento? “Devo dire che sia a Roma che in altre esperienze più o meno complesse affrontate ho sempre operato con un senso di linearità, senza percepire isolamento. Ero parte di una struttura che aveva una responsabilità ben precisa e con obiettivi definiti da raggiungere. Certo, gestire una metropoli è un impegno molto forte, ma credo che la sanità sia anch’essa una sfida forte e complessa. La rinuncia di Gaudio per la non volontà della moglie di trasferirsi a Catanzaro? Non entro nel merito e non mi permetto di valutare o giudicare”.