La costruzione della ferrovia italiana fu al centro di interessi internazionali che culminarono con la creazione del Regno d’Italia [FOTO]

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Furono potenziate le stazioni anche in zone a forte espansione commerciale, come fu il caso della Stazione ferroviaria di Favazzina, frazione di Scilla, dove forte era la produzione di limoni, il famoso “sfusato” veniva caricato nei carri merce e spedito anche in Germania

Il treno si era rivelato da subito un formidabile mezzo di trasporto e ben presto accese grandi entusiasmi e progetti in tutta Europa, quando in Inghilterra, nel 1825, si inaugurò la prima linea ferroviaria commerciale del mondo, la Stockton-Darlington. A differenza di altri stati come il Regno Unito o la Francia, in Italia lo sviluppo venne frenato da fattori diversi, come le divisioni politiche caratterizzate dall’assenza di uno Stato unitario e all’enorme investimento da fare per l’accidentata orografia della penisola. Le grandi opere ferroviarie erano appetibili dai potentati gruppi economici mondiali che stavano investendo, sia in settori industriali per la vendita di locomotive e altre attrezzature, che per migliorare i traffici commerciali globali. Infatti nel decennio che va dal 1859 al 1869 si costruì il Canale di Suez, che rivoluzionò il sistema commerciale internazionale. In questo contesto mondiale la costruzione delle ferrovie in Italia, iniziata dal Regno borbonico delle Due Sicilie con l’apertura del primo tronco ferroviario, causò delle insanabili frizioni che sfoceranno in Italia con cruente guerre intestine. Il doppio binario lungo più di 7 km da Napoli a Granatello di Portici venne inaugurato il 3 ottobre 1839 dal re Ferdinando II di Borbone. Nell’Agosto 1842 la ferrovia aveva raggiunto Castellammare di Stabia e il 20 dicembre 1843 fu inaugurato il tratto Napoli-Caserta mentre un anno dopo Pompei e Nocera. Oltre alla strada ferrata fu avviata la realizzazione di un complesso industriale che rimase all’avanguardia per anni in Italia. Nel 1845 iniziò la costruzione di 7 locomotive utilizzando componenti inglesi. La maggior parte del ferro necessario alla costruzione delle reti ferrate, proveniva dalle Reali ferriere ed Officine di Mongiana, complesso industriale che era stato realizzato nei pressi di Vibo Valentia in Calabria, in prossimità delle antiche ferriere borboniche che dal 1770 era uno dei principali poli siderurgici d’Europa. Venne avviata, nello stesso stabilimento, anche una scuola per macchinisti ferroviari e navali. In questa chiave di lettura, la Spedizione dei Mille, oltre a essere uno degli episodi cruciali del Risorgimento aveva scopi di altra natura. Avvenne nel 1860 quando un migliaio di volontari, al comando del generale Giuseppe Garibaldi legato a gruppi massonici inglesi, partì nella notte tra il 5 e il 6 maggio da Quarto nei pressi di Genova, nel territorio del Regno di Sardegna alla volta della Sicilia, controllata dal Regno Borbonico delle Due Sicilie. Lo scopo della spedizione fu di appoggiare le rivolte scoppiate nell’isola e rovesciare il governo borbonico. I volontari sbarcarono l’11 maggio presso Marsala e, grazie al contributo di volontari meridionali e allo sbarco di altre spedizioni garibaldine, aumentarono di numero, creando l’Esercito meridionale, il quale si mosse verso nord alla volta di Napoli. Dopo una serie di battaglie vittoriose contro l’Esercito borbonico, i volontari garibaldini riuscirono a conquistare tutto il Regno delle Due Sicilie, permettendone l’annessione al nascente Regno d’Italia. Non fu un caso che la società “Adami e Lemmi” costituita nel 1860, vantando l’appoggio finanziario dato all’impresa dei Mille e dopo tante peripezie, ottenne la concessione per la costruzione delle ferrovie dell’Italia meridionale. Successivamente la legge del 1865 aveva dovuto far fronte alla carenza di capitali italiani, ma permanendo le difficoltà gestionali di molte aziende ferroviarie, il Governo italiano decise di favorire la convenzione con tre Società private che furono approvate il 6 marzo 1885. Alla società Rete Mediterranea fu affidata la parte della fascia tirrenica e precisamente il tratto che va da Scilla a Bagnara Calabra fu terminato il 26 aprile 1886 (nelle foto negli anni ’50 un treno passa dal binario unico). Successivamente nel campo tecnico le Ferrrovie dello Stato nel 1963, proseguivano nelle opere di ripristino, e alla costruzione di nuovi impianti nelle linee, raddoppio della fondamentale Battipaglia-Reggio Calabria, infrastrutture e depositi, rafforzamento dell’armamento, estensione del segnalamento luminoso e del blocco, introduzione degli apparati centrali a itinerari, ampliamento dell’elettrificazione delle linee a corrente continua a 3000 Volt e inizio della trasformazione di quelle a corrente trifase. Furono potenziate le stazioni anche in zone a forte espansione commerciale, come fu il caso della Stazione ferroviaria di Favazzina, frazione di Scilla, dove forte era la produzione di limoni, il famoso “sfusato” veniva caricato nei carri merce e spedito anche in Germania.

Enrico Pescatore

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