Coronavirus, Sicilia in “zona gialla” o in “zona arancione”? Cosa cambia per i siciliani e quanto rischia la Regione

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La Sicilia dovrebbe finire in “zona gialla”, ma la situazione va monitorata: cosa cambierebbe in caso di zona arancione?

Mentre nelle ultime ore circola la possibilità dell’inserimento della Calabria tra le Regioni “zona rossa”, sembra essere diverso il destino della Sicilia. Il nuovo Dpcm sarà comunicato dal Ministero della Salute nelle prossime ore, fare chiarezza sulle fasce di rischio dei vari territori. Al momento per l’Isola non si prospetta quella rossa, ovvero il lockdown “soft” previsto per le regioni più a rischio: secondo le ultime indiscrezioni la Sicilia dovrebbe finire in fascia gialla, che rispetto ad oggi vedrebbe modificato soltanto l’orario del coprifuoco dalle 23 (attualmente in vigore) alle 22. Ancora il Governo e le Regioni stesse non hanno dichiarato ufficialmente l’elenco e la suddivisione delle zone per colori, ma si può fare una stima di massima, basandosi sul numero dei contagi, dei posti letto disponibili negli ospedali e sull’indice Rt. L’assegnazione alla fascia avverrà con un’ordinanza ad hoc del ministero della Salute, sulla base di 21 diversi parametri relativi all’andamento del contagio e alla saturazione delle strutture ospedaliere, che avrà validità per almeno 15 giorni.

Per le Regioni che si troveranno nella cosiddetta “terza fascia” sono previste le misure annunciate da Conte per l’intero territorio, ossia: centri commerciali chiusi nei fine settimana e nei giorni festivi, coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina con possibilità di spostamenti solo per motivi di salute, lavoro o necessità, didattica a distanza al 100% nelle scuole superiori, traposto pubblico locale dimezzato (capienza massima al 50% per bus, tram, metro e treni regionali) musei e mostre chiusi, così come teatri e cinema.

Rischio zona arancione per la Sicilia: ecco le eventuali limitazioni

La posizione della Sicilia però va detto è in bilico, anzi si prospetta l’avvicinamento in modo inesorabile al più temibile livello arancione, ovvero quello che impone la chiusura totale di bar e ristoranti che invece oggi possono stare aperti fino alle 18 e il divieto di uscire dal proprio comune di residenza. Ma non solo: dal punto di vista della mobilità sarebbe vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblico o privato in un comune diverso da quello di residenza, salvo per comprovate esigenze lavorative, di studio, salute o per usufruire dei servizi non disponibili in tale comune; sarà necessario però essere forniti di l’autocertificazione. È comunque possibile andare in una Regione in fascia verde attraversando una Regione in fascia arancione. “Il transito sui territori è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti”, mentre è sempre consentito “il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Per quanto riguarda Bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie resteranno chiusi sempre. Sarà possibile l’asporto ma solo fino alle 22 per rispettare il coprifuoco. Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione ad esclusione delle mense e del catering continuativo. È sempre possibile ordinare cibo o bevande a domicilio. È possibile comprare cibo da asporto fino alle 22 con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze: “Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro”. Restano aperti parrucchieri e centri estetici.

Il trasporto pubblico si torna al 50% su bus e treni regionali, mentre dopo cinema e teatri vengono chiusi anche musei e mostre. Limitazioni anche nell’ambito dello sport: è possibile fare attività motoria e sportiva, purché all’interno del proprio comune e all’aperto. Palestre, piscine e centri sportivi sono chiusi. Come detto in precedenza, la Sicilia inizialmente non dovrebbe appartenere a questa fascia, ma ancora non c’è nulla di ufficiale, anche perché non sono noti i criteri precisi con cui il cts assegnerà un colore a ogni regione. Vacilla la decisione anche dopo lo scontro di ieri sera tra Governo e Regioni che hanno chiesto maggiore coinvolgimento nelle valutazioni di questo tipo. Non è cambiato l’impianto del Dpcm firmato nella notte dal Premier Giuseppe Conte che entrerà in vigore a partire da domani, giovedì 5 novembre, fino al 3 dicembre.

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