Calabria “zona rossa”, una ragazza di 18 anni cita Montesquieu: “Non c’è tirannia peggiore di quella esercitata all’ombra della legge e sotto il calore della giustizia”

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Calabria “zona rossa”, la toccante lettera di una ragazza di 18 anni

“Cara Calabria,
sono una ragazza di soli 18 anni e sono qui per chiederti di fermarti a riflettere. Ti rubo pochissimo tempo. Per iniziare facciamo una breve carrellata degli ultimi mesi: febbraio marzo aprile maggio con il lockdown ed un crescendo generale di terrore hanno generato in noi una grande paura che ci ha fatto stare chiusi in casa per ben tre mesi e rispettare rigorosamente le regole… stesso terrore che però è svanito in pochissimo tempo. Infatti da giugno a settembre il virus sembrava essere sparito…. feste, assembramenti, mare , allegria, abbiamo sbagliato tutti quanti, chi più chi meno, ci è piaciuto credere che quest’incubo fosse finito e invece siamo soltanto a novembre e già sembra di rivivere lo stesso incubo. È solo il 4 novembre e la parola lockdown riecheggia nelle nostre bocche, al tg, per strada. Cosa succederà all’Italia nel prossimo mese, ce l’hanno spiegato al speciale telegiornale delle 20.20. Nonostante già avessi letto che la Calabria sarebbe divenuta zona rossa sentirlo pronunciare dal premier Conte e dunque realizzare che la più drastica delle ipotesi si fosse realizzare mi ha spinto a scrivere qualcosa. Tutti ci chiediamo il perché la nostra regione sia zona rossa….E la risposta che ci viene data è molto semplice cioè che nel caso in cui questo fantomatico virus dovesse diffondersi, non ci sarebbero le capacità per affrontarlo. Ti stai chiedendo perché? Semplice, perchè abbiamo un sistema sanitario che fa pena. Siamo sotto commissariato da 10 anni per i diversi piani di rientro dal deficit(per chi non lo sapesse il deficit non è altro che un modo elegante per indicare l’indebitamento). Questo sistema di commissariato non ha portato a nulla se non ad uno squallido peggioramento del sistema sanitario calabrese. Eppure da 10 anni non è cambiato niente e probabilmente esso sarà prolungato. Ciò però non giustifica il nostro ingiusto collocamento nella zona rossa. Sorgono dunque spontanee molto perplessità sulle altre regioni gialle. Una fra tante è il fatto che la Campania che si trova(fatto risaputo) in una situazione molto più drastica della nostra spicca fra le regioni gialle, a basso rischio….So che è facile criticare le scelte altrui e potrebbero sembrare parole al vento ma credo sia diritto dei calabresi chiedere di non essere presi in giro. Anzi pretenderlo. Esigerlo. Richiederlo ed Ottenerlo. Mi chiedo dunque come faranno tutte quelle persone costrette a stare a casa senza avere i mezzi con cui sopravvivere? Come faranno i genitori a garantire un pasto si loro figli? Come faranno i commercianti? I piccoli imprenditori? I restauratori? I fotografi? E tutte le altre categorie che non potranno svolgere il loro lavoro normalmente o in smartworking? Sicuramente lo Stato Italiano, risponderebbe che tutte queste persone avranno totale appoggio e sostegno dall’Italia, ma sarà veramente così?Purtroppo no. Ci hanno chiesto uno sforzo dicendoci che andrà tutto bene, ma questa non è una favola, non ci lasciamo illudere dalla speranza del “vissero tutti felici e contenti”, se vogliamo che vada tutto bene , non dobbiamo lasciarci prendere in giro, dobbiamo agire, dobbiamo farci sentire e dobbiamo opporci alle ingiustizie. Devono essere prese le giuste misure, ma bisogna garantire a tutti di vivere. Solo così forse qualcosa cambierà perché siamo noi il meccanismo della società e siamo noi artefici del nostro destino. Cerchiamo di far cambiare le cose, cerchiamo di vivere attivamente e non passivamente: non accettiamo quello che ci viene chiesto ma riflettiamoci su attraverso il pensiero puro, il pensiero critico. Ti chiedo quindi di riflettere e di DIRE NO all’inserimento della zona rossa per la Calabria.
Chiudo quindi con una frase di Montesquieu che spero vi serva da spunto:
“Non c’è tirannia peggiore di quella esercitata all’ombra della legge e sotto il calore della giustizia”. E’ questa la lettera di una giovane di 18 anni sulla Calabria “zona rossa”.

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