“Calabria figlia di un dio minore”, la proposta di Giovanna Cusumano: “cancellare il debito sanitario calabrese”

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“Pandemia e debito sanitario, Calabria figlia di un dio minore”, la riflessione dell’avvocato Giovanna Cusumano

“Il segmento nel quale emerge gravemente la disparità tra le Regioni del Sud e quelle del Nord del Paese, è la qualità dei diversi sistemi sanitari. Le storiche differenze negli indicatori di qualità dell’assistenza sanitaria offerta ai cittadini dalle Regioni, hanno, inevitabilmente, accresciuto le diseguaglianze nell’accesso alle cure sanitarie, come ben noto ormai alla stampa nazionale e soprattutto a circa duemilioni di calabresi, moltissimi dei quali, ogni anno, sono costretti all’ emigrazione ospedaliera, pur in presenza di eccellenti professionisti della sanità. Sta proprio nella suddetta diseguaglianza di accesso alle cure sanitarie, la conseguenza più immorale della fallimentare politica sanitaria governativa, che ha reso la speranza di vita dei suoi cittadini più bassa rispetto alla media degli italiani”. E’ quanto afferma l’Avv. Giovanna Cusumano. “Ma se è certamente vero – prosegue- che il ruolo delle Regione Calabria nella gestione del sistema sanitario è sempre stato rilevante, è, altresì, vero che non è più procrastinabile una seria assunzione di responsabilità da parte del Governo e dell’intero Sistema Sanitario Nazionale, atteso il divario della spesa sanitaria pro-capite tra le diverse regioni del Paese, quale diretta conseguenza di una iniqua distribuzione delle risorse a favore delle regioni del Nord. Infatti, come emerge dal rapporto Svimez 2019, al Sud la spesa sanitaria è inferiore del 25% rispetto al Centro-Nord e questo risultato non è imputabile soltanto al minor gradimento dei servizi sanitari del Sud, ma anche alla meno consistente dotazione di posti letto nelle strutture ospedaliere. Quanto emerge dal rapporto Svimez 2019 per la Regione Calabria, si può, tanto puerilmente quanto efficacemente, cosi tradurre nella necessità, ormai indifferibile, di aumentare i posti letto e assumere personale sanitario, onde evitare che la Calabria sia una perenne “zona rossa”.

“In una situazione di straordinaria difficoltà, infatti –aggiunge– come quella creata dalla più grave pandemia che ha colpito l’umanità in questo secolo, i cittadini calabresi sono coloro che, tra gli italiani, corrono il pericolo maggiore per la difficoltà di accesso alle cure necessarie, a causa della fragilità e delle debolezze del sistema sanitario calabrese riconducibili in parte a evidenti sprechi del passato. Serve, dunque, con altrettanta urgenza che il Governo/Parlamento cancelli o, quantomeno, congeli, il debito sanitario calabrese, consentendo alla Regione l’assunzione di personale medico e paramedico, l’acquisto degli strumenti necessari per fronteggiare gli effetti del Covid 19 e, appunto, la creazione dei necessari posti letto, attraverso la riapertura dei presidi ospedalieri. Diversamente, sarebbe profondamente iniquo per il Popolo calabrese continuare a subire questa disparità di trattamento nell’accesso alle cure necessarie per contrastare la pandemia che è in atto. E’ doveroso ribadire che il deficitario sistema sanitario calabrese è gestito da commissari nominati direttamente dal ministro della salute oramai da ben 13 lunghi anni, senza tangibili benefici. Pertanto, la cancellazione del debito sanitario calabrese, o, in subordine, il suo congelamento, sarebbe, un passo importante e necessario, per sanare l’atavica frattura esistente tra la sanità del nord e quella del sud, da sempre svantaggiata, che si riverbera ingiustamente sulle classi sociali più deboli, oltre che impattare negativamente sull’economia regionale, e che è stata in larga misura determinata da una diseguale politica sanitaria nazionale. E poiché è proprio nei momenti storici più difficili, come quelli determinati dalla presenza di guerre od epidemie, che uno Stato è chiamato a garantire in egual misura tutti i suoi cittadini, è evidente che la permanenza di gravi diseguaglianze nei sistemi sanitari regionali, viola il diritto alla salute dei cittadini calabresi. Sostenere con forza la richiesta di cancellare, o in subordine congelare, il debito sanitario della Regione Calabria, rappresenta un doveroso atto di giustizia sociale e di eguaglianza tra i cittadini italiani”, conclude Cusumano.

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