Morte di Aurelio Visalli: il 15enne tratto in salvo si scusa per il post e lo definisce il suo eroe

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Morte Aurelio Visalli. Ha chiarito la sua posizione il 15enne tratto in salvo dal sottoufficiale della Guardia Costiera, che ha definito “un eroe”. Poi il racconto della terribile esperienza: 2 ore e mezza in balia del mare in tempesta

Il 15enne di Milazzo, salvato dal mare in tempesta da Aurelio Visalli, il sottoufficiale della Guardia Costiera morto durante il tentativo di salvataggio, ha rilasciato un’intervista che chiarisce la sua posizione dopo il post che aveva pubblicato il giorno della tragedia e che aveva scatenato numerose polemiche.

Il spiegato chiarito che nel momento in cui ha pubblicato il post non era conoscenza del fatto che Visalli fosse morto nel tentativo di prestargli soccorso, e di averlo scoperto soltanto in serata, quando poi ha cancellato quanto aveva scritto.

Si è detto dispiaciuto del fatto che il post abbia potuto offendere qualcuno, chiedendo scusa alla comunità e manifestando un sentimento di affetto verso il suo soccorritore, che ha definito più volte un eroe ed alla sua famiglia.
Il giovane è perfettamente cosciente del rischio che ha corso e del fatto che lui stesso sarebbe potuto morire durante quell’episodio.

L’adolescente ha inoltre ribadito con fermezza il fatto che lui e gli amici con cui si trovava non stessero provando a farsi il bagno, come assicurato anche dalla madre del 15enne, che ha fatto notare come una volta tratto in salvo il figlio fosse vestito.

Successivamente il giovane milazzese, che definisce un miracolo il fatto di essere ancora vivo, racconta l’esperienza traumatica che ha vissuto in mezzo alle acque del Tirreno.
Due ore e mezza di combattimento contro la forza titanica del mare a cui è riuscito a resistere grazie alla voglia incrollabile di riabbracciare la madre (che è stata trattenuta con la forza per evitare che si gettasse in acqua nel tentativo, verosimilmente vano, di salvare il figlio) ed al fatto che, negli ultimi 20 minuti di agonia è riuscito ad afferrare una boa che lo ha aiutato a rimanere a galla. Tutto questo, racconta il giovane mostrando i segni che l’evento ha lasciato su suo corpo, mentre veniva costantemente bersagliato dalle meduse.

Infine il tentativo di dare il tutto per tutto: vedendo arrivare su di sé un’onda poderosa il 15enne ha lasciato l’appiglio della boa nella speranza che la forza del mare lo trascinasse sulla riva. Cosa che è poi realmente accaduta e che ha impedito che la giornata non si chiudesse con un bilancio delle vittime ancora più elevato.

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