La festa della Lega a Taurianova: selfie e sorrisi per Salvini, Minasi e Minicuci, su quel palco manca solo Falcomatà!

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StrettoWeb

La Lega di Salvini in festa a Taurianova dopo la vittoria di Roy Biasi, che però non è leghista. Sul palco anche Tilde Minasi e Minicuci, l’ennesima beffa per Reggio Calabria

Evidentemente hanno la faccia come il culo. Il giorno dopo la clamorosa sconfitta di Reggio Calabria, la Lega è in festa a Taurianova dove Roy Biasi è stato eletto Sindaco: su quel palco, oltre al leader Matteo Salvini, ci sono anche tante presenze stonate, in modo particolare quelle di Tilde Minasi e Nino Minicuci. Che cos’hanno da festeggiare? La Lega ha preso una mazzata a Reggio, nella città più importante della Regione: la lista s’è fermata al 4% e Minicuci è stato sonoramente sconfitto nonostante l’avversario venisse da una disastrosa stagione amministrativa. E oggi Salvini, anzichè nascondersi dalla vergogna nella sua Pontida, è in festa nella Piana. Se proprio voleva venire a Reggio, avrebbe dovuto chiedere scusa. Sarebbe potuto arrivare in città, fare un’analisi del voto, incontrare i candidati e i partiti. Invece nulla. S’è portato i suoi nella Piana e ha celebrato lì la prima “storica” vittoria della Lega in Calabria. Che ovviamente non c’è stata.

A Taurianova, infatti, non ha vinto la Lega. Ha vinto Roy Biasi, da sempre democristiano, una storia di impegno e militanza politica nel CDC, Centro Democratico Cristiano di Casini e Mastella, poi in Forza Italia e infine nel PdL con Berlusconi e Alfano punti di riferimento politici, umani e personali. Stimato professionista, è un avvocato molto conosciuto nella Piana, infatti a Taurianova era già stato Sindaco per 10 anni consecutivi dal 1997 al 2007. Nessuno può chiamarlo leghista, nessuno può etichettarlo come invasore vichingo. E proprio per questo ha vinto a Taurianova, nonostante si presentasse con la Lega. Un handicap che l’ha costretto al ballottaggio, perchè altrimenti avrebbe vinto al primo turno.

Salvini avrebbe potuto festeggiare anche a Reggio, oggi, se solo avesse ascoltato la città che ad Agosto disperatamente gli chiedeva un altro profilo rispetto a quel Minicuci apparso da subito inadeguato, sia per la persona in sè che per il metodo del “forestiero” calato dall’alto e imposto dal partito.

E invece sul palco di Taurianova, Salvini ha dimostrato l’ennesima leggerezza e superficialità: “Gli elettori hanno sempre ragione quindi si vede che la maggior parte dei cittadini di Reggio Calabria è contenta di come è messa Reggio adesso, quindi io rispetto la loro scelta e lavoreremo umilmente, concretamente e onestamente all’opposizione“. Invece no, i reggini non sono contenti di com’è messa Reggio. E non è stato Falcomatà a vincere, bensì il Centrodestra a perdere e resuscitarlo. E’ stato proprio Salvini a costringerli a rivotare Falcomatà, per la totale inadeguatezza dell’alternativa. E’ stato proprio Salvini a regalare a Reggio il “secondo tempo” che in città non voleva proprio nessuno, perchè Falcomatà in sei anni ha dimezzato i suoi voti e il suo consenso ma non c’era nessuno a raccogliere la sensibilità di una città smarrita e rassegnata, scettica e provata. Che – dati alla mano – ha preferito non andare a votare. E così siamo arrivati nella città di Ciccio Franco, Renato Meduri e Natino Aloi, nella città di Scopelliti in cui Gianfranco Fini iniziava la sua carriera politica in consiglio comunale, a celebrare una sfilata con “Bella Ciao” a tutto volume sul corso Garibaldi dopo sei anni di comunismo della monnezza, delle strade groviera e delle case senz’acqua. Esattamente 50 anni dopo quella Rivolta popolare che solo la destra aveva capito e interpretato raccogliendo la sofferenza dei reggini e mettendo le basi per un radicamento politico senza eguali in Italia. Oggi, invece, proprio la destra a Reggio non c’è più.

La modalità della scelta salviniana, con l’individuazione di un perfetto sconosciuto calato dall’alto sulla città, ha inoltre risvegliato l’orgoglio della sinistra antifascista (proprio com’era accaduto in Emilia Romagna con le Sardine) e riabilitato Falcomatà, che fino a due mesi fa, nella Reggio pre-Minicuci, faceva repulsione persino ad amici e parenti. Sono fatti, evidenze, dati acclarati. Eppure il leader della Lega non se ne rende conto neanche dopo il voto: “Non mi sono pentito di avere candidato Antonino Minicuci a sindaco di Reggio Calabria. Riconosco che si si è battuto come un leone, seppur perdendo. Ma nella vita si può anche perdere. Lo ringrazio per l’impegno e gli ho detto che occorre continuare a lavorare“.

Da Taurianova si rinasce” ha aggiunto Salvini. “Ci candidiamo a conquistare tutta la Calabria dimostrando che si può governare allontanando la ‘ndrangheta ed il malaffare. Consideratemi uno di voi, lascio un pezzo del mio cuore qui a Taurianova. Falcomatà mi ha detto di andare a casa? Io qui sono a casa mia“. Ma cosa deve conquistare Salvini in Calabria? Gli hanno spiegato che non sta giocando a Risiko? Gli hanno spiegato che per la Regione si vota tra 5 anni, e che tra 5 anni di Salvini non ci sarà più traccia nel panorama politico nazionale?

La verità è che su quel palco di Taurianova con la Lega in festa dopo la mazzata di Reggio, insieme a Salvini, Tilde Minasi e Nino Minicuci mancava solo Falcomatà. Che avrà seguito tutto in diretta facebook e avrà pensato: “vi sono lontano fisicamente, ma vicino col cuore. Grazie, ragazzi. Grazie di tutto“.

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