Tumore al seno, in Calabria la rete regionale delle Breast Unit: multidisciplinarietà e competenza al servizio delle pazienti

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Tumore al seno: in progress la realizzazione della rete regionale calabrese delle Breast Unit per le donne con tumore al seno, decisa con delibera regionale il 15 luglio 2020

Ogni anno circa 1.500 donne calabresi in età produttiva si ammalano di cancro della mammella. E non sempre per loro il percorso di diagnosi e cura è semplice. Due donne calabresi su tre cercano fuori della loro terra risposte alle paure e trattamenti efficaci e sicuri. Adesso, però, qualcosa cambierà: anche le pazienti calabresi avranno finalmente le stesse opportunità delle altre donne italiane in fatto di accesso a cure e assistenza.

Un decreto a firma di Saverio Cotticelli, Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro del sistema sanitario calabrese, istituisce la rete regionale delle Breast Unit. Le strutture sanitarie identificate sono per l’area nord l’Ospedale SS. Annunziata di Cosenza, per il centro l’Ospedale Pugliese Ciaccio gemellato con il Policlinico Universitario Mater Domini a Catanzaro e per il sud della Calabria, l’Ospedale Bianchi Melacrino-Morelli di Reggio Calabria. Il decreto era atteso da tempo e giunge con un ritardo di anni rispetto ad altre Regioni italiane, ma è arrivato.

Corale il plauso del progetto La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere promosso da Salute Donna onlus e altre 31 Associazioni di pazienti, alcune attive proprio sul territorio calabrese.
Tra le tante ragioni di ottimismo, il fatto che la creazione delle Breast Unit, o Centri Multidisciplinari di Senologia, oltre a garantire un percorso diagnostico-terapeutico e di follow up alle donne con tumore al seno, promette di arginare l’annoso fenomeno della migrazione sanitaria e il ricorso a strutture non idonee al trattamento di questo tumore.

La realizzazione di tre Breast Unit in Calabria, una al nord, una al centro e una al sud della regione per la cura dei tumori della mammella, sta suscitando in queste settimane un acceso dibattito. Come calabrese, voglio personalmente rassicurare le donne – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna onlus e coordinatrice del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” – Finalmente anche nella nostra terra natia le donne che scoprono di avere un nodulo al seno saranno curate in linea con tutte le normative scientifiche, europee e italiane. Invito tutte le mie conterranee ad andare sul sito della Società scientifica EUSOMA per informarsi direttamente su quali sono i criteri per l’accreditamento di una Breast Unit, requisiti indispensabili per garantire la qualità delle prestazioni sanitarie. È molto importante che i criteri scientifici di accreditamento vengano rispettati per garantire le migliori cure possibili. La senologia è molto cambiata, è un lavoro complesso che va eseguito in squadra e necessita di grande esperienza e di una casistica importante rispetto al numero di interventi chirurgici, solo così si riesce ad assicurare la qualità delle prestazioni, la migliore terapia possibile, la sicurezza e il successo dei trattamenti. EUSOMA stabilisce un volume minimo di 150 interventi all’anno di tumore primario, questo numero è stato ridotto a 135 per la regione Calabria, grazie ad un accordo tra Regione e Ministero della Salute. Salute Donna è al fianco delle donne calabresi e delle pazienti con tumore al seno e auspica che si possa proseguire su questa strada ormai tracciata, ambiziosa e importante per la comunità calabrese e la salute di tutte le donne”.

Le strutture sanitarie calabresi nelle quali nasceranno le tre Breast Unit sono state individuate sulla base del numero degli interventi chirurgici effettuati negli ultimi 3 anni e dovranno effettuare ciascuna almeno 135 interventi per anno per tumori primari.

Era doveroso riorganizzare questo fondamentale settore della Sanità calabrese gravato da una forte migrazione sanitaria e farlo secondo i requisiti dettati dalle linee guida EUSOMA e SenoNetwork – afferma Francesco Abbonante, Coordinatore clinico della Breast Unit dell’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro – Ormai per curare la mammella non basta più il bravo chirurgo ma serve un team multidisciplinare che tratta volumi importanti e che sulla base di fattori prognostici e predittivi condivide e sceglie le terapie migliori. La costituzione delle Breast Unit permetterà finalmente alle donne di essere curate in Calabria. Il lavoro da fare è tanto ma è urgente dare risposte alle pazienti. Tutti devono stare dentro questa iniziativa, a condizione però di adeguarsi alle regole. La politica deve capire quanto è stato fatto di buono fino ad oggi e aiutarci a potenziare l’offerta e a renderla qualificata e sicura”.

I dati di letteratura e le evidenze scientifiche evidenziano come nelle Breast Unit il tasso di successo sia molto elevato, da qui la necessità di autorizzare la costituzione di questi Centri Multidisciplinari di Senologia nei grandi ospedali di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, uniformando così la regione Calabria al resto d’Italia.

Avere delle Breast Unit che danno garanzia di efficacia, efficienza e sicurezza è un sogno che tutti noi vogliamo perseguire – dice Pierpaolo Correale, Direttore Oncologia medica Grande Ospedale Metropolitano Bianchi Melacrino-Morelli di Reggio Calabria – Siamo sulla buona strada ma occorre potenziare il personale sanitario e amministrativo, le donne devono poter contare su figure di riferimento che siano in grado di prendersi in carico il caso. Adesso nella mia struttura stiamo cercando di capire come concretamente attuare la realizzazione della rete che finora è a costo zero mentre bisogna investire. Nessuno dei miei si è tirato indietro ma occorrono tempo, risorse e sostegno anche da parte dei decisori politici e degli amministratori locali”.

Il decreto, inoltre, stabilisce il divieto a tutte le altre strutture non rientranti nella rete di erogare prestazioni chirurgiche per il trattamento del tumore della mammella. Una garanzia in più per le donne calabresi di ricevere cure e assistenza in linea con gli standard di qualità ed efficacia che solo una Breast Unit può assicurare.

Finalmente si è manifestata la volontà legislativa del Commissario ad acta Cotticelli di curare le pazienti con tumore al seno solo nell’ambito delle Breast Unit proprio per assicurare la qualità delle cure e la presa in carico globale delle donne – sottolinea Salvatore Palazzo, già Primario del Dipartimento di Onco-Ematologia Azienda SS. Annunziata di Cosenza e Docente di Organizzazione Sanitaria Università degli Studi di Salerno – Il vantaggio sarà notevolissimo per i professionisti e per la popolazione femminile calabrese. È noto che esiste una correlazione diretta tra qualità delle cure e volumi di attività, chi più fa meglio fa e il risultato è migliore. Inoltre, il rapporto one-to-one è ormai obsoleto, bisogna lavorare in squadra. I tempi cambiano, la scienza progredisce e bisogna adeguarsi”.    

Il punto di vista delle Associazioni del progetto attive sul territorio calabrese

Arianna Cosentino, Responsabile scientifica Sezione Salute Donna onlus di Catanzaro

Siamo convinti che la realizzazione di una rete regionale calabrese di Breast Unit sia una iniziativa molto valida, che purtroppo arriva con molto ritardo nella nostra terra rispetto a quanto accaduto in altre regioni italiane. A Catanzaro la situazione è migliore perché un percorso diagnostico-terapeutico su modello della Breast Unit c’è da tempo all’Ospedale Pugliese-Ciaccio ed è in via di accreditamento. Probabilmente verrà gemellata con il Policlinico Universitario Mater Domini e se dovessero lavorare insieme integrando le loro competenze sarebbe un’ottima cosa. Abbiamo estremo bisogno delle Breast Unit o Centri Multidisciplinari di Senologia per evitare la migrazione sanitaria che, assurdamente, ancora si verifica nel 2020. Personalmente posso vedere da dentro come è diversa la presa in carico delle pazienti con tumore al seno quando entrano in una Breast Unit dotata di figure professionali dedicate a questa malattia. È normale che quando si praticano cambiamenti così importanti ci sia un po’ di malumore, noi non siamo contrari alle case di cura private ma a condizione che abbiano i criteri richiesti da EUSOMA, i numeri non sono solo numeri ma casistica. Sono sicura che le donne calabresi nel momento in cui verranno informate adeguatamente sull’utilità delle Breast Unit saranno più che favorevoli. Non basta più oggi che il chirurgo operi la paziente, servono la multidisciplinarietà e la multiprofessionalità oltre alle terapie personalizzate”. 

Anna Vittoria Focarelli Barone, Oltre il confine

L’istituzione di Breast Unit in Calabria è una iniziativa pregevole sulla quale concordiamo pienamente. Purtroppo ancora oggi una donna che scopre di avere un nodulo mammario nella maggior parte dei casi si reca in altre Regioni per essere operate. Creare dei Centri Multidisciplinari di senologia è secondo noi una grande opportunità che, anzi, arriva in ritardo ma è comunque un buon risultato. Tutte le calabresi, indipendentemente dal ceto sociale, avranno la possibilità di essere curate nella propria Regione ed evitare i cosiddetti viaggi della speranza. All’inizio ci potranno essere delle difficoltà ma ci impegneremo insieme agli operatori sanitari e agli amministratori locali affinchè il progetto prenda forma e venga realizzato. D’altra parte, la salute delle donne è l’unica cosa che conta veramente e va ben oltre gli schieramenti politici”. 

Adriana Imbrogno, Responsabile Sezione Salute Donna Onlus di Cosenza

Aspettiamo da tanto tempo le Breast Unit che in altre regioni italiane sono attive da tantissimi anni, finalmente anche noi donne calabresi potremo essere curate secondo gli standard di qualità e sicurezza europei che il cancro della mammella merita. Nella Breast Unit c’è casistica, c’è multidisciplinarietà e un insieme di figure professionali dedicate al tumore al seno con una condivisione del caso clinico tra i diversi operatori sanitari. Indipendentemente dal singolo chirurgo, che magari può avere capacità e competenze, che opera nelle case di cura private, molte di queste strutture non possono assicurare la multidisciplinarietà, un numero sufficientemente alto di casi operati e la tecnica del linfonodo sentinella che è indispensabile quando si opera un tumore della mammella. Strutturalmente e dal punto di vista organizzativo non riescono a dare quelle garanzie che oggi sono assolutamente necessarie di qualità e sicurezza della prestazione. Adesso dobbiamo cominciare ad informare le donne attraverso gli incontri diretti, un’attività che Salute Donna in Calabria ha già portato avanti per la prevenzione”. 

Francesco Provenzano, ARCO

Come Associazione siamo senz’altro favorevoli all’iniziativa anche se ci rendiamo conto che ci sono aspetti organizzativi molto complessi. Noi crediamo fortemente in questi Centri Multidisciplinari di senologia o Breast Unit perché le evidenze dicono che dove sono attive e funzionano salvano la vita delle donne. Quello che chiediamo agli amministratori locali è di implementare le figure professionali, come il case manager che in Calabria non esiste e che si occupa nello specifico della presa in carico della paziente con tumore al seno. L’esclusione dalla rete delle Breast Unit delle case di cura private è motivato dalla mancanza di idonei volumi di attività: un centro senologico deve trattare chirurgicamente almeno 130 tumori primari all’anno, deve avere un team multidisciplinare, deve attuare la tecnica del linfonodo sentinella: questo stabiliscono le linee guida nazionali e internazionali. Solo la qualità dei servizi è garanzia della buona riuscita dei trattamenti”. 

Angela Vigoroso, Responsabile Sezione Salute Donna onlus di Reggio Calabria

Per quanto ci riguarda ben venga questa iniziativa delle Breast unit in Calabria. La professionalità, la competenza, l’esperienza basata sui numeri e tutti gli strumenti di diagnostica e clinica che devon essere rispettati all’interno di una Breast Unit sono la sola garanzia per le donne di essere curate nel migliore di modi possibili. Nessuna donna preferirebbe una struttura inadeguata a una struttura dove le viene offerto un percorso di diagnosi e cura dedicato specificamente alla patologia tumorale della mammella. Oggi non è più tempo di affidarsi al chirurgo, magari bravo, ma che lavora da solo, è necessario affidarsi a più specialisti e a mani competenti ed esperte che lavorano insieme e condividono le scelte diagnostiiche e terapeutiche cui sottoporre la paziente. Le donne calabresi sono costrette a scappare via facendo immensi sacrifici per trovare le cure migliori, la realizzazione di Breast Uniti nei vari territori geografici della regione consente alle donne di curarsi vicino la propria abitazione con la famiglia accanto e oltretutto con le garanzie di qualità delle prestazioni ricevute. In Calabria mancano molte cose, noi ci auguriamo che i politici mettano da parte per una volta il colore d’appartenenza e lavorino insieme per la salute delle donne e il bene della Regione”.

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