Non vedenti in cima all’Etna, Valerio racconta delle “lacrime di commozione per aver raggiunto la vetta del vulcano”

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Non vedenti in cima all’Etna: grazie a un progetto Irifor per colmare, dopo il lockdown, il deficit di esperienze e socializzazione dei ragazzi ciechi. Valerio, sedici anni, racconta delle “lacrime di commozione per aver raggiunto la vetta del vulcano”

“Io vedo solo ombre, però il viaggio fino ai crateri sommitali dell’Etna è stata un’esperienza molto importante per me”. Valerio Messina, sedici anni, il maggiore del gruppo di non vedenti che nei giorni scorsi ha raggiunto la cima del vulcano più alto d’Europa, è visibilmente emozionato nel raccontare quanto sperimentato grazie a un progetto nazionale dell’Irifor, calato nel territorio siciliano dalle articolazioni regionali dell’ente. “Collegato all’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus – ha spiegato il presidente siciliano Gaetano Minincleri, che presiede anche l’Irifor – abbiamo appunto questo istituto nato soprattutto per perseguire la ricerca sui non vedenti, ma anche la formazione per l’avviamento al lavoro dei disabili visivi e la loro riabilitazione. Proprio dall’Irifor è stato finanziato il progetto nazionale Gioco la mia parte che si sta rivelando di grande importanza per colmare il deficit di esperienze e socializzazione dopo il lockdown e il distanziamento sociale causati dal coronavirus. Il lungo periodo in cui i nostri ragazzi sono rimasti chiusi in casa ha infatti creato dei problemi di adattamento”. “Così, in Sicilia – ha aggiunto Minincleri – abbiamo partecipato al bando e ottenuto piccole somme per realizzazioni modellate sulle caratteristiche dei nostri territori. Abbiamo varato otto progetti in altrettante province, destinati a gruppi da due a quattro non vedenti. E a Catania quattro ragazzi hanno avuto la possibilità di raggiungere, con la necessaria attrezzatura e accompagnati da volontari e guide, la sommità dell’Etna, dopo una lunga e bellissima passeggiata. Un’esperienza che difficilmente dimenticheranno”. E Valerio Messina ha confermato: “Le sensazioni che ho provato sono state molto forti”. “L’emozione di salire in vetta – ha sottolineato -, la paura di non riuscire ad arrivarci e il senso di liberazione di trovarsi sulla cima del vulcano. Siamo partiti alle sette del mattino, abbiamo preso la funivia e poi dei pullman fuoristrada che ci hanno portato a duemilanovecento metri di quota. Da lì ci aspettavano cinque lunghe ore di camminata molto dura e stancante per raggiungere la nostra meta. La parte conclusiva, gli ultimi quindici minuti, è stata terribile. La salita era ripidissima e pensavo davvero di non farcela. Poi però tutto il gruppo mi ha dato forza e ci siamo dati forza a vicenda. Così ce l’abbiamo fatta”. “E l’emozione di raggiungere la vetta – ha concluso – è stata indescrivibile, non me l’aspettavo davvero. Le lacrime di commozione erano il segno del senso di liberazione provato. Un’emozione unica nel suo genere. Qualsiasi esperienza sportiva o di altro tipo è incomparabile”. Protagonisti con Valerio dell’impresa, sono stati altri tre ragazzi non vedenti: Carmelo Colletta e Matteo Panebianco, entrambi di quindici anni, e Francesco Licandro, il più piccolo, di tredici.

I quattro ragazzi sono stati accompagnati da due volontari dell’Uici di Catania, Federico Grasso ed Elisabetta Sapuppo, da Luca Cosma, una guida alpina autorizzata a condurre i turisti fino ai crateri sommitali dell’Etna e una guida naturalistica, Rosario Calcagno, che ha dato anche lui un grande contributo parlando ai ragazzi delle caratteristiche degli ambienti che attraversavano. A guidare il drappello, Nando Sutera, responsabile del Centro di consulenza tiflodidattica di Catania, che ha coordinato le attività progettuali per la Sicilia con i colleghi di Agrigento, Gioacchino Di Gloria, e Palermo, Maria Concetta Cusimano. Tutte le attività progettuali, infatti, sono il frutto del lavoro sinergico e di rete tra i tre Centri, i presidenti provinciali delle Sezioni Uici e l’Irifor Sicilia. “Oltre alla straordinaria esperienza – ha spiegato Sutera – di escursione ai crateri sommitali del monte Etna, abbiamo realizzato, con i Centri di consulenza tiflodidattica delle altre province, delle esperienze indimenticabili per i nostri bambini e ragazzi non vedenti. A Trapani, per esempio, con le attività di canoa, a Palermo con quelle di vela, a Enna con uno straordinario viaggio all’interno di una fattoria didattica. E così anche a Siracusa, ad Avola. Parliamo di eventi dei giorni scorsi, ma ce ne saranno altri”. “Per esempio – ha concluso – il viaggio di alcuni giorni in barca a vela da Messina alle Eolie e ritorno con tre bambini non vedenti accompagnati dalle loro mamme. Già assaporano il momento magico del viaggio per mare fino a Lipari, Salina e Vulcano”.

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