“Nessuna ammissione di colpa, ho scelto il rito abbreviato proprio perchè so di essere totalmente innocente”: la (vera) posizione di Angela Marcianò nel processo Miramare

StrettoWeb

Reggio Calabria, Angela Marcianò chiarisce una volta per tutte la propria posizione difensiva nel processo Miramare: “ho scelto il rito abbreviato proprio perchè sono completamente innocente, questo strumento processuale è una strategia difensiva che non sottintende affatto alcuna ammissione di colpevolezza”

La gente mormora, i grandi partiti iniziano ad avere paura, le cosche della ‘Ndrangheta probabilmente pure. Le elezioni Comunali di 20 e 21 Settembre sono sempre più vicine, e per la prima volta nella storia di Reggio Calabria si profila un ballottaggio che rischia di essere inedito perchè non è detto che a sfidarsi siano i candidati delle due principali coalizioni, grazie al grande consenso d’opinione che altri due candidati liberi e autonomi come Angela Marcianò e Klaus Davi stanno riscuotendo facendo campagna elettorale tra la gente in città.

Nell’unico sondaggio ufficiale realizzato per l’occasione e pubblicato la scorsa settimana su StrettoWeb, Angela Marcianò avrebbe il 21,5% dei consensi e Klaus Davi il 16,6%. Partita apertissima per il ballottaggio con Falcomatà e Minicuci in grande difficoltà, nonostante l’esercito di liste e candidati.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Ma la città mormora, i poteri forti hanno paura e allora ecco che si scatena il pettegolezzo, la fake news, le bufale del passaparola. “Angela Marcianò ha fatto le porcherie con Falcomatà per il Miramare“, dicono alcuni. “Ha anche ammesso le sue colpe scegliendo il rito abbreviato“, sostengono in molti. Addirittura Minicuci, il candidato Sindaco del centrodestra, pubblicamente in piazza ha detto che “Marcianò ha patteggiato“. Ma in realtà è tutto falso. Angela Marcianò non ha mai patteggiato, e scegliendo il rito abbreviato non ha ammesso alcuna colpa. Il rito abbreviato, infatti, è uno strumento processuale che il nostro diritto mette a disposizione degli imputati che quindi possono sceglierlo per varie esigenze difensive. Accorciando enormemente i tempi del processo, con il rito abbreviato c’è la certezza di evitare la prescrizione dell’eventuale reato e quindi viene solitamente scelto da chi è certo della propria innocenza. Altro che ammissione di colpevolezza, quindi.

Angela Marcianò è stata condannata in primo grado a un anno (pena sospesa) con sentenza del luglio 2019, e ha subito fatto ricorso tramite l’avvocato Renato Milasi: adesso conta nell’assoluzione piena in Corte d’Appello. E’ stata l’unica tra gli imputati a scegliere il rito abbreviato: tutti gli altri (il sindaco Falcomatà, il suo vice Armando Neri, gli assessori Armando Muraca, Giuseppe Marino, Nino Zimbalatti, Agata Quattrone e Saverio Anghelone, il segretario generale del Comune Giovanna Acquaviva e le dirigenti comunali Patrizia Nardi e Luisa Spanò) hanno scelto il rito ordinario, e per loro il processo deve ancora iniziare e quasi sicuramente si concluderà con la prescrizione, seppur dopo pesanti condanne in primo grado.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Lo scandalo era esploso dopo la concessione del Miramare, con delibera di Giunta, all’imprenditore amico di Falcomatà, Paolo Zagarella: un fatto a cui proprio Angela Marcianò si era fortemente opposta già in Giunta, fino a denunciarlo con due Pec al segretario generale del Comune e poi in Procura, consentendo così lo svolgimento del procedimento (del quale era stata richiesta l’archiviazione dal PM originario) soltanto a seguito della corposa documentazione che la stessa Angela Marcianò ha prodotto all’ Ufficio di Procura.

Che adesso proprio lei venga considerata come un’imputata che ha ammesso le proprie colpe per le speculazioni della campagna elettorale, ovviamente non la lascia indifferente. Sarebbe bastato fare riferimento alla definizione dell’autorevole Paolo Tonini, professore ordinario di Diritto processuale penale e direttore della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università di Firenze, dal 2002 al 2006 è componente del comitato scientifico del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha spiegato come il giudizio abbreviato “è un rito speciale che è utile all’imputato per non rimanere a lungo sotto processo e per dimostrare in breve tempo la sua estraneità ai fatti contestatigli“.

Angela Marcianò ai microfoni di StrettoWeb chiarisce una volta per tutte la propria posizione: “ho fatto la scelta del rito abbreviato, unica tra i tanti imputati del processo, proprio perchè sono convinta della mia totale e assoluta innocenza e perchè voglio arrivare al più presto a una sentenza che non potrà che essere pienamente assolutoria, confidando nel giudizio di secondo grado, prossimo alla fissazione, in cui mi auguro che la mia posizione di – appunto – conclamata innocenza, venga valutata in modo più approfondito del primo grado sia in fatto che in diritto, soprattutto tenendo conto di tutte le prove a mio favore che ho fatto acquisire al fascicolo, ovvero le indagini difensive dei miei collaboratori in assessorato, di professionisti esterni tra cui la Soprintendente Margherita Eichberg e un consigliere comunale di opposizione. In ogni caso, soltanto chi sceglie il patteggiamento ammette la propria responsabilità; ma io non ho patteggiato proprio nulla. Il rito abbreviato è un’altra cosa, uno strumento che consente di accorciare i tempi del processo e quindi può essere utilizzato soltanto da chi è convinto di essere innocente, perchè in caso contrario si prova ad allungare il più possibile i tempi per arrivare alla prescrizione“. Come probabilmente stanno facendo gli altri, che già per il processo di primo grado hanno presentato un elenco infinito di prove testimoniali proprio con l’evidente intenzione di allungare il più possibile il brodo.

Intanto il Miramare resta tristemente chiuso e abbandonato, l’emblema del degrado della città che anche nel suo centro storico vede i suoi “gioielli” deturpati dall’incuria di una classe politica palesemente incapace e inadeguata. E mentre il Sindaco uscente rivendica nel suo bizzarro opuscolo elettorale “Chi fici Falcomatà” di aver riaperto il Grande Albergo Miramare (!!!!) mentre in realtà è ancora chiuso e imputridito (vedi foto accanto), il pettegolezzo alimenta bassezze e cattiverie contro Angela Marcianò che non solo non ha mai ammesso alcuna colpa, ma anzi scegliendo il rito abbreviato ha dimostrato di credere talmente tanto alla propria innocenza da rinunciare alla prescrizione. E di essere stata l’unica a farlo tra i tanti esponenti politici e burocratici coinvolti in questa triste vicenda.

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