Reggina, l’ambiente ha voglia di calcio: quando l’attesa per un’amichevole diventa uguale a quella per una finale dei Mondiali

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Domani si gioca Benevento-Reggina, prima amichevole stagionale degli amaranto. L’attesa, per un match di norma tranquillissimo, diventa molto alta

Sabato 12 settembre. Tardo pomeriggio. Il sole inizia a tramontare, le giornate ormai si accorciano da un po’ e in strada non c’è nessuno. Tutto vuoto. Al centro e in periferia. La gente non esce, non si vedono macchine e neanche gente a passeggiare. Lockdown, direte voi? No. “Io sono leggenda”, risponderebbero gli amanti del cinema? No, non è nemmeno quello. E allora cos’è? Cos’è che costringe le persone a rimanere rintanate in casa in un sabato di fine estate ancora caldo? Ve lo diciamo noi: Benevento-Reggina.

Benevento-Reggina, per chi non segue il calcio, potrebbe semplicemente sembrare una partita di campionato. Serie A, B o C, poco cambia. Tanto, chi non segue, non saprà manco in che categoria militano le due squadre e se effettivamente il torneo è in atto. In tempi normali, effettivamente, avremmo dovuto essere alla terza giornata. Quella concomitante ogni anno, , a Reggio Calabria, con la “Festa della Madonna“. E’ l’evento più seguito dell’anno, quello che sancisce la fine dell’estate, quello che unisce le tradizioni di una città. Una città che, tra le altre passioni, ha appunto quella del tifo sfegatato verso la Reggina.

Due eventi, al reggino, non bisogna togliere: questi due. Peccato però che sia arrivata una pandemia a rovinare completamente i piani. E così la Reggina è rimasta ferma a marzo e la “Festa della Madonna” non si farà. Né processione, né giostre e né bancarelle. Un bel caos. Una mazzata. Niente festa, niente Reggina. In quest’ultimo caso, però, manca poco. Gli stadi sono ancora chiusi, sì, ma la squadra principale della città a breve tornerà a far rotolare il pallone in campo. Dopo una vita, un’eternità. Sei mesi (6!). Tantissimo. Tantissimo per una squadra di calcio, tantissimo per un tifoso. E se a questo tifoso hanno anche tolto la “Festa della Madonna”, la frittata è fatta.

E così l’attesa per Benevento-Reggina diventa pari a quella per una finale dei Mondiali. Già, però non abbiamo ben chiarito un concetto. Esattamente, questa Benevento-Reggina, che cos’è? Perché erano i meno informati a pensare che potesse essere una partita di campionato, ma in realtà non è così. E’ un’amichevole. Una semplice amichevole. Tra il Benevento, promosso in Serie A, e la Reggina, che ha ottenuto la promozione in Serie B dopo 6 anni, che ha acquistato Menez e che ha rinnovate e entusiasmanti ambizioni.

Nessuno, a Reggio Calabria, ha più visto una partita della squadra amaranto da quel lontano 8 marzo 2020. Niente. Neanche una partitella tra amici. Solo quelle in allenamento, ma tra “pochi intimi”. Ed è per questo che, anche una semplice amichevole, una normalissima e tranquillissima amichevole, diventa un incontro da seguire con passione, entusiasmo e tanta, tanta curiosità. Sì, curiosità. E’ questo che di solito spinge il tifoso a seguire la prima amichevole prestagionale, ma di norma si svolge molto prima e con ben altre modalità. Non di certo a metà settembre, senza tifosi e dopo 6 mesi di assenza. Viste le condizioni attuali, dunque, l’attesa nell’ambiente è ai massimi storici. Il tifoso reggino, ora, ha voglia di calcio. E’ tornato ad averla, da ormai quasi 2 anni. Ne ha talmente tanta da non aspettare altro che arrivi domani. Che arrivino le 19. Sui social l’entusiasmo è lampante. “Gioca questo? Gioca quell’altro? Come sta quello? Chi sceglierà fra questi due? Dove trasmetteranno la partita?”. Sono le domande che ogni tifoso vuole scoprire. Per farlo, dovrà stare attaccato al televisore domani, alle ore 19. Tanto, la festa non si farà, le giostre e le bancarelle non ci saranno e il panino con la salsiccia neanche. Non resta altro che prepararselo da soli, in casa, con una birra e un interessantissimo Benevento-Reggina.

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