Dal viale Giostra a Giampilieri in 2 ore e 10: la delirante condizione del trasporto pubblico messinese raccontata da un cittadino

StrettoWeb

Messina. Forti disservizi registrati dalla cittadinanza riguardo al servizio di trasporto pubblico. Disagi ancora più gravi per i residenti dei villaggi

Forti disagi registrati dalla cittadinanza riguardo il servizio di trasporto pubblico cittadino a Messina. A seguire la lettera aperta di un abitante della zona Sud che riporta le difficoltà affrontate nella giornata di ieri, 1 agosto, per rientrare alla propria abitazione in zona Ponte Schiavo, partendo dal viale Giostra.

Ieri, sabato 1 agosto 2020, alle ore 19:10, mi reco alla fermata del tram ‘Trapani’ per ritornare alla mia residenza nella frazione Ponte Schiavo, dopo aver svolto delle commissioni in città, contando di prendere la il tram in partenza dal terminal ‘Museo-Annunziata’ e diretto al capolinea ‘Bonino-ZIR’ delle ore 19:15, o al massimo delle ore 19:30, in modo da raggiungere gli autobus N° 2 (Altolia) o N° 3 (Pezzolo) rispettivamente delle ore 20:05 e 20:15 dal terminal ZIR.

Prevedendo la possibilità di disagi o di imprevedibili inconvenienti, controllo dal telefonino la sezione avvisi del sito dell’ATM S.p.A., dove trovo la segnalazione dell’assenza di una sola macchina del tram: disagio reale, ma comunque circostanziato, e che comunque non avrebbe sconvolto i miei piani. Aspetto 10, 20, 30 minuti ma non transita nessun tram, né nella mia direzione, né nell’altra. Mentre sono seduto alla fermata, transita nei binari del tram un tassista che, probabilmente informato della sospensione del servizio, è alla ricerca di persone (facoltose o disperate) da trasportare, quasi come un avvoltoio che si posa sulla carcassa di un animale morto. Capisco quindi che il tram ha avuto problemi e che il servizio è probabilmente sospeso, magari limitato alla fermata ‘Repubblica-Stazione C.le’, quindi mi incammino. Contando sulle mie gambe, passo davanti al capolinea ‘Cavallotti’, da dove alle ore 20:05 teoricamente sarebbe dovuto partire il 15bis per il Villaggio UNRRA, pensando così di poter prendere quantomeno la corsa della linea 5 delle 20:25 dal capolinea Z.I.R. e arrivare quantomeno a Tremestieri.

Nessuna traccia della linea 15bis, così come nessun segno di limitazione del servizio tranviario alla Stazione C.le: ne deduco che esso è sospeso su tutta la linea. Nel frattempo nessuna traccia neanche di un servizio 28 sostitutivo del tram evidentemente in avaria. Finalmente, intravedo in lontananza un bus della linea 1 Shuttle per Giampilieri, così mi dirigo in fretta verso la fermata in via La Farina all’incrocio con la via Tommaso Cannizzaro. Il bus impiegato sulla linea 1 era un bus di piccole dimensioni della serie elettrica, non certo pensato per sopportare il volume di viaggiatori che in quella fascia oraria usufruisce del servizio pubblico. Infatti, puntualmente, i primi arrivati alla fermata salgono stipati letteralmente come sardine, oltre ogni limite di prudenza in tempo di virus circolante. Non c’è posto per me e per altri passeggeri, quindi attendiamo il bus successivo. Alle 20:20 passa un altro Shuttle, ma alla fermata di via La Farina all’incrocio con via San Cosimo il bus lascia i viaggiatori a terra perché rientra in deposito. Proseguo sconsolato a piedi lungo le vie La Farina, Bonino e Taormina, fermandomi anche ad acquistare velocemente una bottiglia d’acqua, date le temperature estive. Attendo alla fermata di via Taormina, e solo alle ore 21:15 si avvista un bus della linea 1 ‘Shuttle’ diretto a Giampilieri. Esso è abbastanza pieno, ma trattandosi di un bus da 12 metri, la cosa è passabile. Molta gente è in condizioni simili alle mie, e si lamenta di conseguenza, specialmente alcuni residenti dei villaggi, poiché hanno perso l’ultimo autobus e dovranno tornare a casa a piedi o con qualche passaggio. Sta di fatto che arrivo a Ponte Schiavo solo alle ore 21:40.

È abbastanza notorio lo stereotipo, oserei dire quasi la leggenda urbana, che vuole il messinese rappresentato con l’immagine del pesce ‘Serranus Cabrilla’, in gergo ‘Buddace’, il quale muove la bocca, parlando e lamentandosi, ma non conclude nulla. Pertanto, per non cadere nello stereotipo, mi permetto di fare alcune proposte, affinché la situazione di cui ho scritto non si ripresenti, sperando che chi può fare qualcosa prenda spunto.

  1. Attenzionare gli avvisi al pubblico, che devono essere aggiornati in tempo reale e rispondenti a realtà. Altri strumenti, come l’applicativo ‘Falco’ oppure l’applicazione ‘Moovit’, con il tracciamento in tempo reale dei mezzi possono completare, ma non di certo rappresentare l’unico modo per informare l’utenza.
  2. In caso di blocco del tram, istituire tempestivamente un servizio bus sostitutivo della linea 28, che segua per quanto più possibile il percorso della tranvia. Adesso, quando previsto (e non è il caso in oggetto), il bus 28 transita da ben altre vie e fermate, lasciando a piedi chi aspetta per esempio sul viale della Libertà, sulla via Vittorio Emanuele II o sul viale San Martino.
  3. Fare in modo che il servizio sulla linea 1 ‘Shuttle’ sia garantito con mezzi idonei al volume di viaggiatori, e che nella serata sia garantita una frequenza decente, specialmente d’estate, lungo le due litoranee.
  4. Interessarsi per il ripristino e il potenziamento delle corse serali della Metroferrovia, gestita da Trenitalia, dato che, in seguito a scelte politiche di dirottamento di risorse su altre province siciliane, l’ultima corsa da Messina per Giampilieri parte alle ore 16:40. In serata, il servizio ferroviario per la litoranea sud è poi limitato a due treni regionali per Catania in partenza dalla stazione di ‘Messina Centrale’ rispettivamente alle ore 19:27 e alle 20:18, i quali fermano solo nelle stazioni di Tremestieri, Galati e Giampilieri, lasciando scoperte molte zone, come appunto Ponte Schiavo. Inoltre, la tariffazione del tratto ferroviario urbano è tutt’altro che favorevole e/o integrata, trattandosi appunto di semplice tariffazione regionale a fascia kilometrica.

Questo vuole essere più di uno sterile sfogo, e non vuole certo mettere in cattiva luce le cose buone che pure vi sono. Ma mi sono reso conto che lo stare a guardare o le chiacchiere da bar difficilmente possono migliorare ciò che non va”.

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