Sbarchi di migranti in Sicilia, un luglio senza precedenti: “Con Salvini c’erano sicuramente meno sbarchi; è problema di ordine pubblico” [DATI A CONFRONTO]

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Sicilia. Più di 6 mila sbarchi solo nel mese di luglio, centri di accoglienza al collasso e gli amministratori locali in fibrillazione

Situazione sempre più tesa quella relativa gestione dei migranti in Sicilia dove, solo nel mese di luglio, sono sbarcate ben 6.144 persone. Dato cresciuto esponenzialmente non solo rispetto a quello relativo allo stesso periodo degli anni precedenti (1.088 nel 2019 e 1.969 nel 2018), ma anche rispetto al dato riscontrato nel giugno del 2020, mese in cui in Sicilia sono sbarcati in 1.831.

Questo inaspettato picco di arrivi, inoltre, si traduce in una duplice criticità che deve essere affrontata dalle Istituzioni. Da una parte quella attinente all’ordine pubblico, i flussi infatti sono così consistenti da aver messo in crisi la stragrande maggioranza dei centri deputati all’accoglienza, dall’altra, e in parte conseguentemente, invece vi è la criticità legata all’aspetto sanitario e al rischio legato alla diffusione di una nuova ondata di coronavirus, vista la difficoltà di mantenere sotto controllo l’enorme massa di migranti arrivata in Sicilia negli ultimi giorni.

Sotto questo profilo sono infatti diversi i casi registratisi negli ultimi giorni di disordini e fughe di massa da centri di accoglienza, Cara, hotspot e SPRAR. In questo senso un esempio può essere offerto dal tentativo di fuga di ieri sera, martedì 28, dal Cara di Caltanissetta di circa 150 migranti e scongiurato dall’intervento delle forze dell’ordine. Cara di Caltanissetta da dove, peraltro, solo domenica pomeriggio erano fuggiti altri 184 migranti dei quali ne mancano ancora 44 all’appello.
Sempre nella giornata di ieri, anche al centro di Siculiana, nell’agrigentino, si è verificata la fuga di una cinquantina di persone circa, quadi tutte di nazionalità tunisina, delle quali ne sarebbero state ritrovate circa una decina.
Da citare anche la fuga nelle scorse settimane di 24 migranti dall’hotspot di Messina.
L’area che però è quella maggiormente sotto pressione in questi giorni è quella Lampedusa, all’interno del cui hotspot sono presenti 800 persone.

Le reazioni della politica

Numerose le rivendicazioni da parte dei sindaci delle zone più colpite, come quella, appunto, di Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa, che ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” ha dichiarato: “Non riusciamo a far abbassare i numeri. Gli arrivi sono più delle persone che riusciamo a trasferire. Sono preoccupato perché è un flusso costante ormai da 10 giorni, gli effetti della visita del ministro Lamorgese in Tunisia ancora non si sono visti. Siamo preoccupati anche per l’emergenza sanitaria anche se fino ad oggi il sistema ha retto.
Bisogna risolvere la questione sul piano diplomatico, facendo accordi con i Paesi di provenienza. Salvini? È venuto a Lampedusa, ha fatto quello che doveva fare, ma non ha chiesto nessun incontro con me. Se me l’avesse chiesto l’avrei incontrato, io incontro tutti. Quando c’era Salvini sicuramente c’erano meno sbarchi, ma che i porti erano chiusi non era vero, gli sbarchi c’erano anche in quel periodo”.
Sulla richiesta dello stato di emergenza Martello ha inoltre aggiunto: “Lo stato di emergenza esiste. Se devo fare un intervento per l’hotspot di Lampedusa, non posso fare la gara d’appalto e aspettare mesi, c’è bisogno di un intervento immediato. La mia preoccupazione è che se implode un sistema viene a mancare la fiducia dei residenti e dei turisti, si crea panico e da lì può scaturire anche il razzismo. Se c’è confusione, anarchia, nella gestione di questo fenomeno il rischio c’è”.

Su questa difficile situazione si sono espressi anche il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che ha platealmente sottoposto all’attenzione del ministero degli Interni le irregolarità riscontrate dalla sua Amministrazione riguardo alle condizioni dell’hotspot di Bisconte, di cui ha richiesto la chiusura, ed il sindaco di Caltanissetta, Roberto Gambino, che ha scritto una lettera al Ministro Lamorgese chiedendo di disporre il blocco immediato di ogni trasferimento di migranti a Caltanissetta.

Sul tema è intervenuto anche il Governatore della Regione, Nello Musumeci, che ha annunciato, a seguito di un colloquio con il ministro dell’Interno Lamorgese, l’imminente arrivo in Sicilia di una nave passeggeri da riservare ai migranti e di un contingente dell’esercito da dispiegare sul territorio per coadiuvare le forze dell’ordine nella gestione del fenomeno e soprattutto dei “continui tentativi di fuga”.
Al capo del Viminale ho denunciato, ancora una volta, la insostenibile situazione nell’Isola e la preoccupazione dei sindaci e delle comunità locali – scrive Musumeci sulla sua pagina Facebook – la cui esasperazione rischia di creare, specie in alcune zone, tensione e allarme sociale. Ho ricevuto precise garanzie sulla presenza di navi-quarantena lungo le coste siciliane e in prossimità dell’isola di Lampedusa, oltre la presenza di contingenti militari da affiancare alle poche e stremate unità delle forze dell’ordine per evitare il ripetersi di fughe dai Centri di accoglienza. Ormai appare chiaro come in Sicilia la questione migranti sia diventata anche una questione di ordine pubblico e di salute che non può più essere sottovalutata”.

La mozione di Fratelli d’Italia all’Ars

Di oggi, infine, la mozione presentata all’Ars dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Elvira Amata, finalizzata all’ottenimento della dichiarazione dello stato di Emergenza nelle aree interessate dagli sbarchi e della realizzazione di un apposito fondo di sostegno.

Venga dichiarato lo stato di emergenza per le aree del territorio regionale più esposte allo sbarco di migranti – ha dichiarato Amata – in primis l’isola di Lampedusa, comprese le aree dei place of safety, (cioè porto sicuro), indicati alle navi con migranti dal Ministero dell’Interno, e le località sedi di hotspot, centri di prima accoglienza e CARA”.
È certo precipuo dovere di uno Stato che accoglie migranti e profughi provenienti da aree martoriate da guerre, dittature, carestie – prosegue l’onorevole –, garantire tempi certi per l’accoglienza dell’istanza di richiesta di asilo, e un adeguato piano di assistenza che accompagni il migrante nel suo percorso di integrazione. Però abbiamo, nonostante l’emergenza pandemia, già oltre 12 mila migranti sbarcati a ieri, non solo nei porti sicuri come Augusta, Pozzallo, Messina, ma anche quelli incontrollati, con i centri di accoglienza ridotti al collasso e le fughe di massa. Una situazione drammatica che va affrontata con misure appropriate”.

Ma, insieme alla sicurezza – conclude la capogruppo di FdI – abbiamo previsto anche la solidarietà concreta, quella verso i cittadini di questa regione e in particolare quelli dei territori interessati agli sbarchi dei migranti o sedi di centri d’accoglienza. Con la mozione si chiede anche che venga istituito un fondo, con un apposito capitolo a carico del bilancio dello Stato, per un importo di 30 milioni di euro l’anno, per il triennio 2021 – 2023, da trasferire alla Regione Siciliana per mitigare gli effetti derivanti dai flussi autorizzati, e da quelli incontrollati, di migranti sul territorio della Regione. Con la previsione che le somme siano destinate esclusivamente alla realizzazione di interventi mirati al recupero del territorio, dei centri urbani e del tessuto socio-economico e all’attuazione di politiche attive dell’occupazione in queste aree del territorio regionale”.

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