Reggio Calabria, la proposta dell’ex Assessore all’Urbanistica Richichi: “ecco come evitare il dissesto del Comune”

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Reggio Calabria, l’ex Assessore all’Urbanistica Richichi: “una proposta (visionaria?) per evitare il dissesto del Comune”

“I conti del Comune di Reggio Calabria sono al limite del dissesto. Inutile, allo stato dei fatti, indagare sulle responsabilità. Oggi l’imperativo è salvare Reggio. Da più parti si sente dire che “serve un intervento straordinario per la città di Reggio Calabria come è stato fatto per Catania o Napoli “. Attendere un provvedimento governativo, con la relativa copertura finanziaria, per risolvere il problema dei conti disastrati del Comune di Reggio Calabria, è, quantomeno, azzardata speranza“. E’ quanto scrive in una nota il Dott. Domenico Francesco Richichi, ex Assessore all’Urbanistica del Comune, con delega al “Decreto Reggio” al tempo della sua prima gestione. “Piuttosto con il concerto del governo e con una proposta, auspicabilmente, unanime del consiglio comunale -sottolinea- una soluzione si potrebbe individuare: ridestinare i fondi, ancora oggi inutilizzati del “Decreto Reggio. Con decreto legge 8 maggio 1989 numero 166, il cosiddetto “decreto Reggio “, vennero messi a disposizione della città di Reggio Calabria 600 miliardi di lire (d’ora in avanti 300 milioni di euro) per il “risanamento e lo sviluppo dell’area urbana di Reggio Calabria che sono di preminente interesse nazionale “(testo articolo 1 decreto). Il decreto – prosegue– dà la possibilità al sindaco di Reggio Calabria di realizzare opere per 130 milioni circa di euro (art. 2 decreto). I restanti 180 milioni di euro circa, sono destinati ad opere da realizzare su proposta, e di concerto, del Ministro delle Aree urbane (art. 3 decreto). Da quel che mi risulta, ma è da accertare, le somme di cui all’articolo 3, che ammontano a 180 milioni di euro, sono ancora non spese. Ciò per la farraginosità della norma che, incomprensibilmente, affida direttamente al governo, attraverso il Ministero delle aree urbane la titolarità sulla spesa. Norma che non ha permesso di realizzare alcun intervento in 30 anni e non consentirà di farlo per altro lungo tempo considerate, anche, le modifiche delle procedure di appalto, nel frattempo, intervenute (ad esempio il provvedimento consentiva, anche, la realizzazione delle opere dandone la concessione a Società di servizi). La proposta: considerata la grave situazione finanziaria in cui versa il Comune di Reggio Calabria e vista la impossibilità concreta di potere realizzare opere secondo il criterio previsto dall’articolo 3 e seguenti del decreto legge numero 166/1989, il governo dovrebbe, seriamente, valutare la scelta di emanare un decreto che consenta di destinare le somme di cui all’articolo 3 del decreto 166/1989, divenuto legge 246/1989, al risanamento dei conti del Comune di Reggio Calabria. È ovvio che le motivazioni tecniche per una tale scelta sono da individuare nei meandri della normativa ma, come in tutte le ipotesi di scelta, vale il primato della politica che è sottoposto, soltanto alle determinazioni del Parlamento sovrano. Fin da adesso, quindi –aggiunge– è chiaro che è una scelta politica che facilita la soluzione di un problema che, al momento, ha come unica conseguenza o soluzione che dir si voglia, come appare dai fatti, il dissesto finanziario con le conseguenti gravi ripercussioni su imprese, professionisti, creditori e cittadini del Comune che si vedrebbero tartassare di nuove imposte e tributi. Sarebbe veramente esaltante per la città e per la Regione se tutti i parlamentari calabresi o, almeno tutti quelli reggini, sottoscrivessero, nel senso su descritto, un emendamento al “decreto Rilancio” in discussione in Parlamento, previa delibera del Consiglio Comunale di Reggio Calabria”, conclude.

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