Caso Rositani, lo sfogo del padre: “è inaccettabile ciò che è accaduto a mia figlia. Vogliamo verità e giustizia. Grande assente Falcomatà”

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Caso Rositani, lo sfogo del padre: “se tutte denunce fossero state trasmesse al Magistrato di Sorveglianza che curava gli arresti domiciliari a Ercolano di Ciro Russo tutto questo non sarebbe successo”

Di seguito il testo integrale dello sfogo del padre di Maria Antonietta Rositani, la donna di Reggio Calabria ustionata gravemente dall’ex marito:

Queste sono le parole che mia figlia mi ripeteva ogni giorno prima di quel fatidico 12 marzo del 2019: vedrai papà, lui scapperà e mi ucciderà.” E io le rispondevo: “Tesoro di papà, stai tranquilla, lui si trova a Ercolano. Anche se dovesse evadere, da Ercolano per arrivare a Reggio Calabria, ci sono 500 chilometri di distanza. Le Forze dell’Ordine ci avviseranno, ti proteggeranno, io ti proteggerò.” Non è stato così, purtroppo! Quattro denunce ferme nei cassetti dei Palazzi delle nostre Istituzioni Vergogna. Domani 13 luglio 2020 a distanza di 16 mesi da quel giorno indimenticabile che ha cambiato completamente la vita di mia figlia Maria Antonietta della mia bambina, la vita dei suoi figli Annie e William, la vita di tutti noi, di tutti noi famiglia e di tutti voi ahimé amici buoni dei tanti volti sconosciuti. Quello che ha commesso Ciro Russo quel giorno quella mattina alle ore 8,37 del 12 marzo è qualcosa di orribile che resterà scritto per sempre nella pagina della nostra bella città di Reggio Calabria. Sono state le parole del Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria dott Giovanni Bombardieri che nell’ultima udienza accanto al Vice Capo della Procura dott Gerardo Dominijanni ha detto nel silenzio dell’Aula del Tribunale col cuore pieno di umanità. In aula, accanto al Pubblico ministero Paola D’Ambrosio, era presente anche il Procuratore capo Giovanni Bombardieri che ha sostenuto la tesi accusatoria e chiesto venga applicata la pena massima senza attenuanti. “Siamo abituati a processi di mafia – ha detto Bombardieri – e quello davanti al quale ci troviamo di fronte è l’atto più grave commesso a Reggio Calabria”. Stupende meravigliose parole che danno speranza e Fede a tutti coloro che vengono giornalmente abbandonate da uno Stato disattento e disumano e che con la sua omertà ha permesso a Ciro Russo a una persona che io definisco “Essere ” non essere di commettere indisturbato con la complicità di uno Stato completamente assente sordo cieco e vigliacco ad evadere da Ercolano dove si trovava agli arresti domiciliari senza braccialetto a percorrere 450 km sull’autostrada del Sole arrivare a Reggio Calabria e a tentare di uccidere una donna, una figlia, una mamma. La mamma, la dolce Madre dei due suoi figli William e Anny. Tentare di uccidere mia figlia: la figlia di tutte le persone per bene del mondo. Il Mondo siamo noi! Noi siamo il Mondo. Il popolo che lo abita è il Mondo di Dio Io da Padre e da Italiano non smetto di urlare “Verità” e non mi accontento della naturale sentenza di domani, non gioisco sulle ferite a vita di mia figlia.

Dal quel 12 marzo del 2019 urlo verità e giustizia per la mia Bambina affinchè altre donne, altre mamme, altri figli, altri genitori, altre sorelle, amici, parenti, nipoti non debbano mai più soffrire e piangere accanto a un lettino d’ospedale una persona loro cara.  Dio mio affido a te le mie preghiere. E mi affido anche con fede alla bontà di tutti coloro che hanno il dovere di ascoltarmi e di aiutarmi a scoprire la verità su quelle tre denunce scolpite col cuore e scritte poi sulla carta con grande coraggio da mia figlia. Scritte da mia figlia dinanzi al personale delle Forze dell’Ordine. Scritte dinanzi ai Carabinieri dinanzi alla Polizia di Stato. La prima il 20 dicembre del 2017, la seconda nel mese di gennaio del 2019 e la terza a febbraio del 2019 Nella prima denuncia il 20 dicembre denunciava suo marito per minaccie e percorse. Denuncia ritrovata da me alla Caserma dei Carabinieri ferma in un cassetto il Giorno 5 Gennaio 2018. Nelle due ultime denunce mia figlia denunciava Ciro Russo mentre era agli arresti domiciliari. Lo denunciava gridando, urlando, raccontando col cuore a quelle persone alle quali credeva e che vestivano le meravigliose divise delle Forze dell’Ordine all’interno dei Palazzi dello Stato. Chiedeva loro aiuto. Aiutatemi, aiutatemi. Il mio ex marito da casa sua a Ercolano dove si trova agli arresti domiciliari senza braccialetto ai piedi per maltrattamenti in famiglia condannato a tre anni di carcere utilizza tranquillamente internet, WhatsApp, Instagram e entra nei gruppi scolastici del bambino del piccolo William, mio figlio, posta sul profilo di Facebook video e immagini, cose di un tempo passato, scrive lettere, ci offende e ci umilia. Aiutatemi! Se quelle denunce fossero state trasmesse al Magistrato di Sorveglianza che curava gli arresti domiciliari a Ercolano Ciro Russo tutto questo non sarebbe successo Ciro Russo sarebbe ritornato in carcere.

Ecco perché io voglio verità su tutte le denunce Non ho nulla contro la Polizia, contro i Carabinieri, contro i Magistrati. Io mi inchino davanti alla Legge, alla nostra bella Costituzione Italiana, la più bella del Mondo. E mi inchino anche dinanzi alla Bandiera Italiana al nostro bel Tricolore. Ma è inaccettabile ciò che è accaduto a mia figlia a una Italiana. Inaccettabile, mi disse al telefono l’anno scorso il Presidente della Repubblica. E inaccettabile Papà Carlo quello che è accaduto a lei e alla sua Famiglia. Poi il silenzio, il buio, la paura l’incubo di rimanere sempre più soli, abbandonati prima e dopo dalle Istituzioni tutte. Solo il Comune di Varapodio ci è stato vicino: il Sindaco, il Dottor Orlando Fazzolari, e tutta l’intera Amministrazione Comunale e il suo Popolo tutto vicini a noi; non solo con parole e cuoricini virtuali ma anche economicamente erogando un regolare contributo a mia figlia. Tutta Reggio è con noi fin dal primo giorno l’Italia tutta ci è accanto. Il suo Popolo con noi. Grande assente il Sindaco di Reggio Calabria. E non so perché. Il Sindaco. Un Padre per i suoi concittadini ..Assente; Perché….Assente!

Da padre guardo mia figlia piango e la notte non dormo ho paura di non farcela. Non sto bene. Se muoio io che fine farà mia figlia. I suoi figli. I miei figli! La mia Famiglia che amo tutta. Piango, rifletto, penso tra il buio delle nuvole alla notte rifletto .. Se ci fosse mio padre ancora oggi. Se ci fossero tutte quelle persone che oggi abitano con Dio del cielo, il Paradiso. Tutte quelle persone che credevano nella giustizia, nella Patria, persone che hanno combattuto per questa nostra Italia che hanno reso grande la nostra Terra Italia. Cosa direbbero oggi di questo Stato assente verso chi chiede aiuto Denunce presentate che rimangono chiuse nei cassetti dello Stato. Scrivo da casa di mia Madre dove abitava e abita oggi ancora tutta la famiglia di Maria Antonietta. In quella casa dove io con la mia famiglia da quel 12 marzo mi sono trasferito per stare accanto a mia Madre e ai miei nipotini. Adesso manca mia madre che morta il 21 Febbraio di quest’anno dopo aver saputo quello che era accaduto realmente alla sua nipotina. Colpevole di questa morte sempre lo Stato. Quello Stato che ha permesso anche la morte del piccolo cagnolino Diuk Bruciato vivo dall’Orco. Ecco perché io dico basta. Basta basta basta Bisogna cambiare le cose, bisogna che quando una donna denuncia deve essere certa che al momento della denuncia di essere protetta dalle Istituzioni

Ecco perché chiedo ai parlamentari tutti alle persone che possono, ai politici di pensare a una legge a una legge che protegga le donne veramente e che le protegga fin dal primo momento. Le protegga in tutto E chi meglio di me da Padre che da 16 mesi sta soffrendo accanto alla figlia lo può dire cosa ha bisogno una donna in quel momento che denuncia Quella figlia ha bisogno da subito di un rappresentante delle forze dell’ordine che l’ ascolta e la protegga e accanto a lei da subito un Magistrato che la rassicura che la legge sarà applicata e poi di un Psicologo che le stia accanto e l’aiuti da subito a raccontarsi ad aprirsi liberandosi di tutti i soprusi e le umiliazioni ricevute “dall’Orco ” di turno aiutandola a rifarsi finalmente una vita. Una vita vera. E poi quella Donna ha bisogno anche amici miei di qualcuno che l’ aiuti anche economicamente. Penso ai Servizi Sociali. La gran parte delle famiglie italiane sono a mono reddito. Per una Donna maltratta e con figli è quasi sempre un motivo in più per desistere e non denuncia. Ecco perché bisogna che lo Stato affronti una volta per tutte queste questo grande male che affligge la nostra terra Ma bisogna che le Istituzioni affrontano il problema col cuore e non per parlare solo per mera propaganda elettorale come spesso fanno i nostri politici quando parlano della “Povertà”. È facile parlare della povertà quando si vive nell’agiatezza Occorre far parlare al povero. della povertà. Perché la grande forza del povero è il la ricchezza del cuore. Il povero sa dove la povertà si ciba di umiliazioni e miseria

Un ultima considerazione. Pensate solo per un attimo quella mattina del 12 marzo quando Antonio Russo Papà di Ciro Russo alle 8:05 si reca alla stazione dei Carabinieri di Ercolano per sporgere denuncia scritta dell’evasione del proprio figlio: Urla ai Carabinieri della Stazione. “Avvisate subito Reggio Calabria perché mio figlio sicuramente starà andando dalla sua ex moglie sicuramente a non portare un fascio di rose ” Ecco quei Carabinieri non hanno avvisato Reggio Calabria Nnon hanno avvisato le forze dell’ordine E ne abbiamo la certezza assoluta perché il Xapo della Squadra Mobile di Reggio Calabria in un’intervista ha detto : “Veramente ad avvisarci dell’evasione di Ciro Russo è stata la Signora Rositani Maria Antonietta dopo l’aguardo .” E poi quella telefonata di 2 minuti e 58 secondi fatta da mia figlia qualche minuto prima dell’attentato e quel Poliziotto che non sapeva assolutamente nulla dell’evasione di Ciro e che non ha saputo cogliere col cuore attraverso le parole di mia figlia quella richiesta di aiuto”.

Viva l’Italia
Non mi resta che pregare il Dio del Cielo.
Papà

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