Recovery fund, all’Italia 209 miliardi di euro: potremmo costruire 52 Ponti sullo Stretto, riusciremo a farne semplicemente uno?

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Recovery fund, l’Italia ottiene dall’Europa 209 miliardi di euro di cui 82 a fondo perduto: cosa faremo per sfruttare al meglio queste risorse?

Altro che brutta, sporca e cattiva. L’Europa concede all’Italia misure di aiuti senza precedenti nella storia: i 209 miliardi di euro del Ricovery Fund  possono ricostruire il Paese, trasformando il dramma dell’emergenza Coronavirus in una straordinaria occasione per ammodernare lo Stivale e risollevarne l’economia, dando grande impulso al processo di crescita e sviluppo che si era fermato già da molto tempo. Di questa cifra enorme, una percentuale elevatissima (ben 82 miliardi di euro) arrivano come aiuti comunitari, cioè a fondo perduto senza alcun tipo di garanzia o vincolo. Insomma, il Governo potrà farne ciò che vorrà. Gli altri 127 miliardi di euro sono prestiti, a tassi ultra-vantaggiosi. Ovviamente l’Europa chiede per questa porzione di realizzare quelle riforme necessarie e urgenti a rendere l’Italia un Paese moderno, efficente, sostenibile.

Adesso la grande sfida è come investire questi soldi: non scialacquarli e renderli produttivi. Tutto dipende da come l’Italia li utilizzerà. L’Europa ha fatto la sua parte, egregiamente. L’Italia farà altrettanto? Un Governo serio, adesso, farebbe prima di tutto una grande riforma fiscale tagliando il più possibile il costo del lavoro, consentendo così alle attività produttive che tengono in piedi il Paese di poter pianificare il loro business in modo sostenibile e giusto, senza il cappio al collo delle attuali asfissianti aliquote che hanno trasformato gli imprenditori e i lavoratori delle aziende private in eroi-schiavi che con le loro attività produttive mantengono tutto il resto del Paese, cioè i garantiti (dipendenti pubblici) e gli assistiti (reddito di cittadinanza, circa la metà dei pensionati, assegni sociali etc.), creando profonde disparità sociali.

Una tassazione molto più giusta, e quindi molto più bassa, scatenerebbe effetti benefici a catena: arriverebbero investimenti a pioggia dall’estero, tutte le aziende sane e produttive potrebbero crescere assumendo più personale e quindi creando lavoro, e più alto sarebbe il numero di occupati, più soldi queste persone spenderebbero facendo girare l’economia.

Altro presupposto fondamentale per consentire al Paese di essere all’altezza delle sfide del terzo millennio, è quello delle infrastrutture. Di ogni tipo: da quelle dei trasporti a quelle energetiche e quelle tecnologiche. Serve un grande progetto per rendere al più presto operativa la straordinaria tecnologia 5G, in barba ai complotti dei terrapiattisti vari, e al tempo stesso bisogna abbattere i costi energetici che in Italia sono tra i più alti al mondo. Ma soprattutto bisogna avvicinare il Paese, all’interno e con il resto d’Europa e del mondo. Per farlo bisogna assolutamente superare il gap che pagano le Regioni del Sud, in modo particolare da Salerno in giù, completamente tagliate fuori dall’Europa che conta.

ponte sullo strettoA tale scopo è necessario che l’alta velocità ferroviaria arrivi fino in Sicilia, con una nuova rete ferroviaria che la supporti e ovviamente con il Ponte sullo Stretto. Nessuno venga a dire che non ci sono i soldi o che con tutto questo denaro a disposizione ci sono altre priorità. Con 209 miliardi di euro si può fare tutto. Potremmo farne 52 di Ponti sullo Stretto. A noi ce ne basta uno. Un minchia di Ponte di tre chilometri che, se lo Stretto di Messina separasse qualsiasi altro posto del mondo, sarebbe già in piedi da oltre 40 anni. Anche in Italia, da Roma in sù. Se lo Stretto avesse separato Lombardia e Veneto, o Piemonte e Liguria, o Toscana ed Emilia Romagna, oggi non ne avremmo uno solo ma diversi, svariati e numerosi già realizzati da tempo.

La verità è che se non si fa adesso, non si farà mai più. Perchè un’occasione così non capiterà a breve. E allora diamoci da fare, perchè quaggiù non possiamo più aspettare. Il progetto definitivo è già pronto, approvato e completato. Per giunta da pochi anni.

Il Tunnel di distrazione di massa e il peccato originale del Ponte sullo Stretto

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