Messina, ArticoloUno sul Ponte: “Elemento per sviare dibattito da urgenze reali. Siamo dentro una crisi economica senza precedenti”

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Ponte. La federazione provinciale messinese di ArticoloUno: “Crisi economica senza precedenti in tutta l’area metropolitana. Nessuno mette mano a serio modello di sviluppo”

Sono giorni ormai che il dibattito sul ponte occupa le colonne dei giornali. In maniera trasversale a destra e, purtroppo, anche nel centro-sinistra (come confermano le dichiarazioni di ieri dell’on. Pietro Navarra), nel mondo sindacale e in quello imprenditoriale, si susseguono interventi e prese di posizioni a indicare la necessità e la centralità del collegamento stabile sullo Stretto di Messina. Senza spiegazioni argomentate viene propinata l’idea che la costruzione dell’infrastruttura, che, – udite, udite – potrebbe realizzarsi in pochi mesi, determinerebbe l’immediato rilancio dell’economia, dei trasporti e del turismo”. A scriverlo la federazione provinciale messinese di ArticoloUno.

L’abbiamo già affermatosi continua a leggere – e lo ha ribadito Pier Luigi Bersani in una recente iniziativa regionale il ponte rimane una meravigliosa ‘arma di distrazione di massa’, proprio come dimostra il confronto di questi giorni. Un elemento per sviare il dibattito dalle urgenze e dalle emergenze che andrebbero invece affrontate con determinazione e coesione.
Siamo dentro una crisi economica senza precedenti che riguarda l’area metropolitana di Messina. Il capoluogo langue senza che nessuno metta mani a un serio modello di sviluppo che faccia almeno intravedere l’uscita dal tunnel. La crisi del turismo post emergenza sanitaria potrebbe essere un colpo mortale per alcune comunità: gli appelli, sino ad ora inascoltati, del Sindaco di Taormina, Mario Bolognari, raccontano di una crisi che riguarda tantissimi centri della provincia. Nell’area industriale di Milazzo siamo di fronte al rischio fondato che, per scellerate scelte politiche regionali, si offra un alibi alle multinazionali per abbandonare il territorio invece che affrontare, come in altre parti del mondo, la questione decisiva della riconversione sostenibile degli insediamenti industriali.

“Occorre mettersi attorno a un tavolo e confrontarsi – si legge in conclusione – sulla mole delle risorse che dovrebbero arrivare dai diversi strumenti di sostegno al rilancio economico governativi ed europei, la politica, invece, dimostra tutta la propria inadeguatezza preferendo incensare un’opera miracolistica e non immaginare una serie di interventi coordinati e integrati per muovere le leve dello sviluppo territoriale.

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