Calabria: pubblicato il libro “Mezzogiorno nei sassi” a cura del prof. Peppino De Rose

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Pubblicato il libro “Mezzogiorno nei Sassi”, una visione anticrisi per la valorizzazione internazionale del patrimonio culturale e naturale delle Regioni del Mezzogiorno nel dopo coronavirus

E’ stato pubblicato il libro “Mezzogiorno nei sassi” a cura del prof. Peppino De Rose, esperto in politiche di coesione e programmi dell’Unione europea, da anni impegnato tra Bruxelles e le regioni del Mezzogiorno per la disseminazione delle politiche europee e la realizzazione di importanti progetti comunitari in diversi ambiti settoriali. Il professore De Rose, tra l’altro docente di Impresa turistica e mercati internazionali al corso di Laurea in Scienze Turistiche presso l’Università della Calabria, insieme alla sua giovane allieva Alessia De Marco, dottoressa in Scienze Turistiche e studiosa di marketing e comunicazione, offre con il suo nuovo libro uno sguardo da una finestra sul futuro del patrimonio culturale e naturale del Mezzogiorno d’Italia, culla di luoghi dalla indiscutibile bellezza e dotati di un potere attrattivo anticrisi. Mezzogiorno nei Sassi ha una duplice essenza. Da una parte quella di descrivere l’esempio vincente di Matera, che grazie ad un percorso di programmazione strategica condivisa con la comunità e l’utilizzo dei finanziamenti comunitari, è riuscita a diventare una destinazione turistica internazionale capace di promuovere lo sviluppo economico di un intero territorio, dall’altra parte quella di raffrontare la situazione economica e sociale del Mezzogiorno che, utilizzando una espressione figurata, continua invece a camminare scalzo sui sassi irti e taglienti di un mondo globalizzato ed altamente competitivo, le cui ferite più profonde continuano ad essere rappresentate dall’alta disoccupazione e dall’emigrazione giovanile. L’emergenza Covid-19 ha fatto emergere la debolezza, la fragilità e la scarsa reattività dell’attuale sistema politico europeo e nazionale ed il tempo dimostrerà come solo gli strumenti finanziari messi a disposizione non potranno essere sufficienti per limitare i danni e garantire la ripartenza del Mezzogiorno e delle sue piccole imprese.

L’Unione europea e l’Italia hanno la possibilità di riscrivere le regole, per creare meno dipendenza e più mercato, merito e concorrenza, soprattutto nelle regioni più fragili. Il Mezzogiorno da parte sua, ha l’occasione di riappropriarsi dei suoi antichi valori e soprattutto di riscoprirsi ancora comunità vincente capace di governare i processi della globalizzazione. Il lock down ha consegnato una società più digitale e più libera dai vincoli europei di spesa che da anni condizionano la crescita economica e produttiva dell’Italia e soprattutto delle regioni in ritardo di sviluppo. Ci sarà da gestire un enorme flusso di risorse finanziarie, che da sole non basteranno a colmare il gap di ritardo del Mezzogiorno e posizionarlo ai livelli di crescita e competitività delle altre regioni italiane ed europee, se nel contempo non vengono attuate una serie di riforme fiscali e del lavoro che tengano conto del differenziale di crescita delle singole regioni italiane. Non spaventa il debito futuro, ma rimane la paura di come sia stato gestito il Paese negli anni, poco solidale, inclusivo e liberale, orientato all’assistenzialismo di una precarietà indotta, quasi come succede per un coma artificiale. La contingenza dell’emergenza sanitaria ed economica darà l’opportunità di riscrivere le regole e ricondurre l’azione di governo dello Stato al suo ruolo funzionale ed originario garantito dalle norme costituzionali, creando un contesto positivo di norme e programmi, per levare le briglie al già fragile sistema produttivo del Paese, che va indirizzato e sostenuto per offrire soluzioni adeguate e conquistare spazio nei mercati.

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