Covid e Fase 3 in Sicilia: Acireale aggrega con socialità e turismo, Messina divide con il proibizionismo [FOTO]

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In contro tendenza rispetto a Messina, Acireale punta sul turismo diventando punto di riferimento per l’hinterland

Il Comune di Acireale decide di ripartire dopo il coronavirus partendo dalle persone. È della tarda serata di ieri, infatti, il post sulla pagina Facebook “Città di Acireale” che mostra come il Comune stia incoraggiando i cittadini ad aggregarsi, nel rispetto delle norme vigenti sul distanziamento sociale.

Ciò in netta controtendenza rispetto a quando accade in altri Comuni quali Messina e Milazzo dove gli amministratori locali sono ricaduti nella trappola del gioco al rialzo. Logica che li ha portati, nella fretta di rincorrere costantemente chi la spara più grossa per evitare di essere superati mediaticamente, a varare provvedimenti che impongo il divieto di effettuare servizio da asporto di bevande alcoliche dalle ore 20 e la definitiva chiusura dei locali dall’1:30.

Provvedimenti formalmente motivati dall’intento di contribuire al rispetto delle norme sul distanziamento sociale ma che nella sostanza appaiono non solo inutili, ma addirittura dannosi per il tessuto sia economico che sociale della città. Inutili poiché non si capisce che differenza possa fare in termini di probabilità di diffusione del contagio il fatto che l’avventore di un locale stia consumando all’1:29 piuttosto che all’1:31; dannosi perché vanno a ridurre enormemente l’orario di lavoro utile per tutti gli esercenti del comparto, in un momento in cui l’economia cittadina andrebbe invece sostenuta con tutti i mezzi. Peraltro andando anche a penalizzare l’appetibilità della città in termini turistici, in uno dei periodi più importanti per questo settore. Difficile infatti immaginare che ad un turista possa risultare interessante visitare una città in cui l’offerta in termini di intrattenimento viene fortemente penalizzata da provvedimenti degni del proibizionismo statunitense degli anni ’30.

Si riscopre il piacere di vivere il centro storico, di incontrare gli amici, di gustare le tante specialità enogastronomiche che i nostri numerosi locali hanno da offrire, di passeggiare per le vie principali, di ammirare il fascino barocco, e non solo, della nostra città nelle ore serali. Si sente la musica, ma anche il chiassoso vociferare delle tante persone presenti”. Si legge nel post del Comune che evidentemente ritiene il vociferare delle persone un valore aggiunto per la città, che con la sua dinamicità sta diventando centro di aggregazione anche per quanto riguarda le aree limitrofe, anziché un pericoloso fenomeno da reprimere.
I locali, pur rispettando le misure sul distanziamento sociale, hanno una folta presenza di clienti, non soltanto acesi. Da tutto l’hinterland, Catania compresa, stanno scegliendo la nostra città per ripartire. Acireale riparte”.

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