Calabria, è ufficiale: il Consiglio Regionale ha abrogato la legge sui vitalizi che aveva fatto gridare allo scandalo [DETTAGLI]

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Consiglio Regionale della Calabria, abrogate le modifiche alla legge 13/2019. Graziano: “chi amministra la democrazia deve essere esclusivo portavoce del popolo”

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato, alla unanimita’, l’abrogazione della legge 5 del 26 maggio 2020 che dava la possibilita’, anche ai consiglieri di cui fosse stata annullata l’elezione, di accedere alla contribuzione volontaria. La norma aveva scatenato polemiche e attacchi al Consiglio regionale accusato, da piu’ parti, di avere reintrodotto forme di privilegio. “Cosi’ come con l’approvazione della legge regionale 5 del 26 maggio scorso, non avevamo reintrodotto i vitalizi – ha detto il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini aprendo il voto- con l’abrogazione della stessa legge che votiamo oggi, non li stiamo cancellando“. La votazione della massima assemblea calabrese che ha cancellato la legge, è giunta al termine di un dibattito nel corso del quale sia gli esponenti della maggioranza sia quelli dell’opposizione hanno parlato di leggerezza e “scarsa qualità della comunicazione” tra Conferenza capigruppo e consiglieri. In molti , nel corso degli interventi che si sono succeduti, hanno stigmatizzato i ritardi nella costituzione delle Commissioni consiliari permanenti. La norma al centro della bufera era stata approvata nella seduta del Consiglio regionale del 26 maggio scorso e nelle giornate seguenti aveva provocato non poche fibrillazioni anche a livello nazionale. Luigi Di Maio aveva tuonato contro la reintroduzione di privilegi ma bordate erano arrivate anche dal leader della Lega Matteo Salvini. Severe critiche anche dai sindacati.

Si tratta di un gesto di maturità da parte della politica e di ascolto delle giuste istanze dei cittadini. In sede di approvazione era stato commesso un errore di metodo e di valutazione perché non si è considerata la volontà che è e rimane il perno attorno al quale far ruotare l’attività istituzionale. Fino a qualche anno fa avremmo letto un esito diverso a questa vicenda ma oggi la società è giustamente cambiata e chi ha il compito di amministrare la democrazia deve essere portavoce delle esclusive istanze della gente“. È quanto dichiara il presidente del Gruppo consiliare UDC all’interno del Consiglio regionale della Calabria Giuseppe Graziano all’esito della seduta assembleare straordinaria odierna convocata con un unico punto all’ordine del giorno proprio per abrogare le modifiche apportate alla LR 13/2019 approvate all’unanimità nella precedente seduta di Martedì 26 Maggio.

Un buon politico – aggiunge Grazianosa ascoltare il popolo. E in questi giorni il popolo ci ha detto, anche a muso duro, che quella norma con la quale si permetteva anche ai Consiglieri regionali che non avessero finito il mandato di poter accedere ad un diritto pensionistico, a fronte del pagamento della contribuzione, non era giusta. In questi lunghi giorni ne abbiamo parlato, discusso, ragionato ed è evidente che si tratta di una regola impopolare. E se una legge non piace alla gente è giusto che venga abolita. E non dico questo sventolando la bandiera del populismo ma semplicemente perché sono convinto da sempre, e la mia storia personale e politica lo testimonia, che un rappresentante dei cittadini deve stare nelle istituzioni esclusivamente per rappresentare il popolo. Può sembrare retorica ma è chiaro che non lo è. I tempi sono cambiati. La Democrazia è diventata più diretta e immediata e l’ascolto della gente deve essere alla base di ogni mandato elettivo. Io, del resto, lo faccio da sempre. Si può rimediare ad un errore? Assolutamente sì. Ed è questo che, con grande maturità, abbiamo fatto oggi. In questa storia ci ho messo la faccia in prima persona, anche più di quanto in realtà mi sarebbe spettato fare. Tutti sanno che vengo da un’esperienza politica giovanissima. E prima di entrare nel mondo delle istituzioni ho lavorato per 40 anni, vivendo del mio lavoro e portando oggi a casa una pensione che ho guadagnato sul campo. Non avrei avuto bisogno di altre indennità pensionistiche. Una cosa è certa, al netto della polemica che – ripeto – è stata giusta e condivisibile, mai prima d’ora avevamo assistito ad un gesto di così grande correttezza e trasparenza da parte della politica. Che si ravvede, più che di un errore, sull’inopportunità di fare le cose che non vuole il popolo“.

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