Serie C, Bonacini contro i playoff a chiamata: “proposta mai discussa in Assemblea, le promozioni non si assegnano a tavolino”

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Serie C, il presidente del Carpi tuona: “è questione di rispetto. Mancano 12 giornate, abbiamo tutte le possibilità di recuperare il divario dalla capolista”

Ha generato diverse polemiche in Serie C la posizione di Stefano Bonacini. Il presidente del Carpi ha provato a chiarire attraverso i microfoni di TmW: “quello che mi preme far capire è che da parte mia non c’è alcuna volontà di fare polemica – spiega il patron del Carpi – perché sarebbe inutile. Nel momento attuale serve prendere delle decisioni per il bene presente e futuro del sistema calcio pesantemente messo in crisi dalla pandemia di Coronavirus che ci ha colpiti tutti. Decisioni che devono essere prese dal Consiglio Federale, un organo al quale ci rimettiamo in maniera serena”.

Playoff – “La realtà è una – continua Bonacini – ovvero che di questo consiglio direttivo nessuno di coloro che non ne hanno preso parte sa nulla. Io, come tanti altri presidenti, abbiamo saputo a mezzo stampa di questo consiglio e questo lo reputo un modus operandi non corretto anche perché adesso la Lega Pro andrà al prossimo Consiglio Federale con delle ipotesi per il termine della stagione che non sono passate al vaglio dell’Assemblea di Lega quindi non valide. Per quanto riguarda le modalità di playoff di cui si è scritto mi permetto, di ricordare che sono stato l’unico a votare per la ripresa della stagione nell’Assemblea del 5 aprile, e di dire, oggi, di non essere d’accordo con tali proposte. Perché se tu decidi di fermare la stagione regolare, in contrasto con il comunicato dell’ultimo Consiglio Federale che invece intima alle tre Leghe di finire i campionati, con ancora dodici giornate da disputare, come nel nostro caso, devi tener presente che se si  giocassero tali sfide il divario con la prima in classifica nel girone potrebbe anche essere recuperato. Quindi se si vuol fare i playoff che siano veri playoff e non a “chiamata” e che comprendano anche le prime in classifica. E lo stesso discorso vale, chiaramente, per playout e retrocessioni che non si possono determinare a tavolino una volta che la FIGC ha detto chiaramente che si deve tornare a giocare”.

Ghirelli“Non sono un bambino dell’asilo, la delusione non c’entra nulla. Quello che serve è rispetto per persone che investono milioni di euro ogni anno nella Lega Pro e che non possono essere interpellati solo quando ci sono stipendi, controlli e verifiche. Non siamo dei bancomat e questo non lo penso solo io, stamattina ho sentito diversi presidenti che mi hanno dato ragione. Siamo andati oltre, tagliando fuori dalla discussione tutti quei presidenti che non fanno parte del Consiglio Direttivo. Qui non è questione di delusione – conclude Bonacini – ma di rispetto dell’etica e della correttezza”.

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