Reggio Calabria, non si muore per Coronavirus ma il panico continua a determinare disastri: “aiutatemi per mia mamma, non può continuare a soffrire così”

StrettoWeb

Reggio Calabria, se le chiusure e le limitazioni fanno più danni della pandemia: l’ennesima testimonianza shock di una figlia disperata per la mamma

Sono passati due mesi e mezzo dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, che a Reggio Calabria non ha fortunatamente provocato pesanti conseguenze: sull’intero territorio provinciale, quindi su 556 mila abitanti, ci sono stati appena 270 casi di Covid-19, tutti legati a catene di contagio originate da persone rientrate dal Nord Italia. Di questi, 128 sono già guariti e 125 sono attualmente ammalati, ma appena 8 ricoverati in ospedale (tutti gli altri non hanno sintomi e sono in isolamento domiciliare). I morti sono stati 17, tutti anziani con diverse patologie pregresse.

Al netto delle pesantissime conseguenze sociali ed economiche scaturite dal lockdown, è da settimane che raccogliamo e pubblichiamo testimonianze di quanto la pandemia rischi di uccidere più in modo indiretto che in modo diretto per le conseguenze di chiusure e limitazioni che vanno ben oltre la cautela, e sembrano dettate da un panico assolutamente infondato e incomprensibile: oggi arriva l’ennesima richiesta d’aiuto di una figlia disperata che ha voluto raccontare a StrettoWeb nei minimi particolari le vicissitudini che sta subendo. Riportiamo integralmente il testo della sua testimonianza:

Mia mamma, signora anziana e invalida, soffre gravemente di ulcere alle gambe che vanno medicate e bendate almeno 2 o 3 volte alla settimana. Premetto che si tratta di un bendaggio particolare che possono fare solo i medici e gli infermieri del reparto vascolare degli Ospedali Riuniti. L’ambulatorio del suddetto reparto è chiuso ormai da 2 mesi, abbandonando tutti questi pazienti compresa mamma che sta soffrendo da settimane e che per il forte dolore che avverte alle gambe non riesce nemmeno più a nutrirsi e purtroppo ha perso oltre 10 kg. Si è recata al pronto soccorso lunedì 11 maggio, sottoponendosi giustamente al tampone per Covid-19 risultato negativo. Dopo più di 6 ore di attesa, la medicazione non è stata fatta perché in reparto non c’era nessuno o quanto meno nessuno ha risposto alle chiamate del pronto soccorso. Ci consigliano quindi di chiamare e fissare un appuntamento ma mia mamma chiama ormai da mesi e nessuno ha mai risposto. Ieri si è recata nuovamente al pronto soccorso per i forti dolori, è stata nuovamente sottoposta a tampone per il Covid-19 ma dopo 7 ore di attesa al pronto soccorso e molti solleciti, neanche stavolta ha ricevuto la medicazione. Non so più cosa fare, non si può fare soffrire così una persona, anche nel referto del pronto soccorso c’è scritto che deve essere medicata urgentemente. Aiutatemi voi di StrettoWeb, è una situazione vergognosa e pericolosa per mamma“.

Non possiamo che rilanciare l’appello della signora, che è la richiesta d’aiuto di tutta la città che è stata appena sfiorata dalla pandemia ma sta subendo da oltre due mesi molte più gravi conseguenze (non solo economiche e sociali, ma anche sanitarie!) dettate da chiusure e limitazioni assolutamente sproporzionate rispetto alla reale situazione pandemica che in questa città, in questa provincia e in questa Regione non è mai stata tale da giustificare questo coprifuoco da terzo mondo con la mancanza di servizi primari e assolutamente necessari per i cittadini.

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